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24 ott 2021

Una vita con le regole

di Luciano Caveri

«Oh Liberté, que de crimes on commet en ton nom!» (O Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!). Così disse con una frase divenuta celebre Madame Manon Roland, condannata a morte per cospirazione contro l'Unità della Repubblica senza potersi difendere, sarà inviata alla ghigliottina, nella stessa piazza che vede cadere anche la testa della regina, Place de la Concorde, l'8 novembre del 1793. Oggi c'è chi sbandiera «la Libertà» a proposito delle misure di profilassi e di contenimento verso il virus pandemico e come non ricordare chi, nel regime del Terrore rivoluzionario, si espresse con una frase concisa ed efficace? Già perché tutto quello che i "no-vax" contestano avviene da parte loro con un uso strumentale della Libertà, anzi meglio ancora con un abuso della Libertà, quando si propagano notizie false, ricostruzioni fantasiose, teorie perniciose, che sfruttano la credulità popolare.

Per altro il primo tentativo di depistaggio avviene con quei "no-vax" che negano di esserlo appunto sostenendo che non è in gioco la vaccinazione in sé ma lo sono gli strumenti come il "green pass" che limiterebbero il loro libero arbitrio. Ora, al di là del fatto che nel regime di eccezione in periodo pandemico le limitazioni di libertà possono e devono essere oggetto di attente valutazioni, nulla ha a che fare tutto ciò con il "green pass", che serve nelle situazioni di incontro e di socialità per stabilire che una persona non è contagiosa e dunque non è veicolo di propagazione della malattia. So bene che in un certo istante di rilevazione ciò non copre il totale della possibilità che la malattia ci sia lo stesso in un soggetto, ma si riduce al lumicino la morbilità. Ma quel che conta è che sono miriadi le limitazioni a fin di bene di nostre libertà grandi o piccole. Saliamo in auto e subiamo l'obbligo di mettere la cintura e da lì in poi si impongono regole e divieti del codice della strada. Perché fissare il limite di velocità a 130 km all'ora in autostrada? Per quale ragione devo dare la precedenza a chi arriva da destra? Come mai devo aspettare 18 anni per avere la patente? Viviamo di obblighi. Per fare sport agonistico devo avere un certificato medico, devo avere un documento di identità per approcciare la Pubblica amministrazione, ci sono molti casi in cui devo avere un'assicurazione obbligatoria, devo dichiarare le mie entrate per pagare le tasse, se giro in moto devo avere il casco. Che ognuno si faccia il suo elenco e molte cose potranno andare strette, ma il "green pass" demonizzato fa parte di quegli obblighi derivanti dal vivere in società e questo comporta legittimi limiti alla nostra libertà personale a tutela nostra e degli altri. Chi non ci arriva e vuole infiammare le piazze ed i "social" lo fa attentando al mio diritto alla salute per certe fisime antiscientifiche che agita come verità, considerando chi segue le regole un pecorone. Situazione grottesca: vero è che io spero nell'immunità di gregge, ma non seguo le storie infondate di chi pecorone lo è davvero, perché si intruppa in gruppi e sette che gli fanno perdere il lume della ragione. Chi lo fa non rivendichi libertà, ma ne paghi il prezzo. E il prezzo lo hanno pagato alle elezioni comunali coloro che - come Matteo Salvini e Giorgia Meloni - hanno schiacciato l'occhiolino ai "no-vax" e ai "no green pass".