In campagna elettorale
I programmi, cioè l'insieme di proposte per il futuro del proprio comune, interessano o non interessano?
Sono solo i candidati alla carica di sindaco (in coppia con il loro vice) a far scegliere gli elettori in una forte personalizzazione delle elezioni?
E ancora: la definizione di una "bella" lista - ed è divertente "giocare" al totocandidato nei giorni cruciali - incide oppure no?
Morti i comizi, impossibile l'utilizzo reale del sistema radiotelevisivo per la "par condicio", come contattare i cittadini?
E' vero che l'insieme di questi interrogativi - il giorno in cui si chiude la presentazione delle liste in vista del voto il 23 maggio - vale soprattutto per Aosta, l'unica città che abbiamo, mentre nel resto dei paesi la dimensione più o meno piccola consente rapporti più umani nel solco di una politica più vicina.
Il che non vuol dire assenza di scontri feroci, che già sono visibili in Comuni dove la lotta fra due liste sarà campale oppure dove le liste, anche con poche decine di elettori, sono addirittura tre.
Da oggi siamo in campagna elettorale e in nessuna elezione ci sono tanti candidati!
- luciano's blog
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Commenti
Le lotte...
in campagna elettorale ci sono sempre state ma ho notato che nel tempo si stanno sempre più spostando sull'infangare l'avversario più che contrastarlo sul nocciolo dell'impegno politico.
Da partecipante cercherò di contrastare il mio avversario sul campo ma non andrò di sicuro a "sputtanarlo" con voci false o peggio.
Invece sto notando che alcuni lo fanno con una certa tranquillità di coscienza disarmante.
Non mi piace sopratutto perché in Comuni piccoli lo sforzo dovrebbe essere quello di agire per il bene del paese e non perdersi in chiacchiere da bar.
In un paese vedrei bene un listone di candidati da cui la gente dovrà sceglier i nomi che reputano più idonei, più attivi e più affidabili. Una lista di almeno una trentina di candidati.
Eviterei poi le mono-liste, non ha senso che in un Comune gli stessi rappresentanti si dividano in maggioranza e minoranza, così come ha poco senso la differenza numerica di rappresentanti di maggioranza rispetto alla minoranza. Undici a quattro, questa è la proporzione (o sproporzione) di maggioranza rispetto alla minoranza. Praticamente con questa proporzione si fa solo e solamente da spettatori per cui non c'è possibilità di confronto.
Poi, eviterei liste in Comuni piccolissimi, Bard, i due Gressoney, Rhêmes, eccetera li unirei al Comune più vicino. Un minimo di logica e di reale risparmio economico.
Sono giudizi personali, sia ben chiaro.
Le liste.
I Comuni hanno diritto di essere amministrati da loro rappresentanti.
Bard, esempio per tutti, ha una realtà turistico economica da gestire in prima persona. La propria casa non si fa amministrare ad un vicino.
Per quanto riguarda la rappresentatività dei cittadini lì è una cosa delicata. Se c'è senso di responsabilità si riescono ad avere accordi costruttivi per il benessere della comunità, se manca si raffazzonano liste che rappresentano solo i candidati.
Questo cosa vuol dire? Che un Consiglio composto da gente che ha "voglia di fare" può attivare metodi di partecipazione che coinvolgono tutti i consiglieri. Nessuno starebbe alla balaustra a guardare, ovvio che se il fine è "frenare" (cosa peraltro legittima) la maggioranza fa tutto il possibile per amministrare con fluidità (anche questo legittimo).
La mia unica perplessità è dettata dalla mancanza di quorum per la lista che perde. In questo modo chiunque metta in piedi una lista è ammesso in Consiglio.
Questo per i motivi che ho già esposto.