Sono stato relatore in Consiglio Valle di una legge novellata sulla toponomastica.
Un argomento da non sottostimare affatto, perché i luoghi ci parlano da ogni angolo della nostra Valle attraverso i nomi che i valdostani di tutte le epoche hanno dato alle diverse località con ingegno e fantasia e con stratificazioni linguistiche che ci riportano all'alba del popolamento del nostro Paese con tutte le influenze successive.
Di queste definizioni, che sono naturalmente in continuo movimento perché non esiste una fissità museale, bisogna essere attenti custodi proprio per questi aspetti culturali e le evidenti implicazioni storiche.
Ho avuto modo di intervenire in aula e quella che vi riporto è la registrazione del mio intervento, che mi auguro possa risultare interessante per i frequentatori del mio sito.
Qui sotto potete ascoltare il mio intervento di giovedì 2 dicembre in Consiglio Valle sulla manovra finanziaria regionale. Spero che si capisca che è stato fatto "senza peli sulla lingua".
Dovendo aggiungere qualche cosa, rispetto anche al complesso degli interventi, vorrrei solo osservare che resta - a mio modesto avviso - piuttosto indeterminato il ruolo attuale del PdL, per altro diviso al proprio interno come dimostrato dall'intervento di Enrico Tibaldi.
Sarà il tempo e l'insieme degli avvenimenti a Roma del post fiducia (o forse post sfiducia) a "illuminarci" sulle prossime tappe e credo che ciò sarebbe utile per elementari ragioni di chiarezza.
La comunicazione politica, cioè l'insieme di strumentazioni che un politico può mettere in campo per dialogare con l'opinione pubblica (in parte suo elettorato), mi ha sempre interessato.
Ciò è in parte dovuto alla mia formazione giornalistica, ma anche alla convinzione che per l'eletto esplicitare le posizioni e le iniziative è un obbligo insito nel ruolo.
D'altra parte è questa la ragioni della nascita e del mantenimento di questo spazio sul Web e di una serie di altre iniziative, pur se in questo periodo - come qualcuno mi rimprovera - il mio profilo è basso e non potrebbe essere altrimenti.
Ma questo non vuol dire non seguire l'evoluzione dei metodi di comunicazione politica che incalzano e ci porteranno chissà dove, anche se in Valle d'Aosta la piccolezza ci consente maggiori legami personali di quanto possa avvenire altrove.
Ci pensavo ricevendo da un amico una "chicca" rinvenuta in un suo archivio: si tratta dell'audio di una "cassetta" che inviai ai giovani elettori in occasione delle elezioni politiche del 1994. Direi che una qual certa velocizzazione, immagino dovuta ai riversamenti, crea una voce un po' strana in questa registrazione che emerge dal passato, ma vi devo dire che trovo ancora oggi "ragazzi" (o "ragazze") di allora che rimasero fortemente colpiti dalla modernità del mezzo che a suo tempo venne prescelto come contatto.
Ai tempi della rete farà pure sorridere, ma allora non era così.
Il mio intervento integrale, "a braccio", in Senato, che potete vedere anche qui, in qualità di capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni", in occasione della cerimonia "A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli delle regioni a statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento" che si è svolta a Palazzo Madama alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato Renato Schifani, del presidente della "Conferenza dei residenti delle Regioni", Vasco Errani, del rappresentante della "Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali", Nazario Pagano, e del Ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.
Il mio intervento in Consiglio Valle durante la seduta europea del 26 maggio 2010 in apertura dell'esame del documento pluriennale di indirizzo sulle attività della Regione in campo europeo ed internazionale.
Il mio intervento in Consiglio Valle, nel pomeriggio di mercoledì 2 dicembre, sul disegno di legge per l'istituzione, insieme al Piemonte, alla Liguria ed alle regioni francesi Provence-Alpes-Côte d'Azur ("Paca") e Rhône-Alpes, del "Gect", il Gruppo europeo di cooperazione territoriale sull'Euroregione "Alp-Med", approvato dall'Assemblea con 29 voti a favore.
La settimana scorsa, con un dibattito approfondito, il Consiglio Valle ha discusso la proposta di legge sulla montagna, inviata ora in Parlamento.
Penso possa essere interessante, per chi lo vorrà, ascoltare il mio intervento in aula.
Il Consiglio Valle ha tenuto, giovedì 21 maggio, la propria sessione comunitaria, occasione per fare il punto sulla politica europea. Io sono membro del "Comitato delle Regioni" ed ho parlato per la maggioranza.
L’inondazione in Emilia-Romagna (quest’ultima ancora più colpita dalla calamità) riaccende - pur nella differenza dei territori e della loro grandezza - i ricordi della nostra alluvione del 2000 e delle conseguenza gravi e luttuose.
Facile dunque rendersi conto, in una dimensione ben più vasta, della sofferenza delle popolazioni, delle distruzioni avvenute e dei danni ingenti alle attività economiche.
La pioggia, così attesa per via della lunga siccità, si è trasformata in un evento eccezionale davvero catastrofico con le solite polemiche inutili sul perché e sul per come, che andrebbero rinviate - quando fondate - al post emergenza.
Di sicuro emerge il solito problema nel rapporto fra montagna - gli Appennini largamente abbandonati - e la sottostante pianura. Da molto tempo anche laggiù si sottolineavano i rischi di questo spopolamento dei paesi montani e della conseguente trascuratezza dei territori con pericoli annunciati e purtroppo trascurati.
Non si può che esprimere solidarietà e aiutare nell’emergenza, come avvenuto con la colonna mobile valdostana inviata a Ravenna e, ripetendo modelli di sciagure passate, immaginare che la Valle d’Aosta “adotti” un paese, aiutandolo nella ricostruzione.
Intanto si spera che cessi la pioggia e cessi la drammatica emergenza.