Il mio intervento in Consiglio Valle durante la seduta europea del 26 maggio 2010 in apertura dell'esame del documento pluriennale di indirizzo sulle attività della Regione in campo europeo ed internazionale.
Il mio intervento integrale, "a braccio", in Senato, che potete vedere anche qui, in qualità di capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni", in occasione della cerimonia "A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli delle regioni a statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento" che si è svolta a Palazzo Madama alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato Renato Schifani, del presidente della "Conferenza dei residenti delle Regioni", Vasco Errani, del rappresentante della "Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali", Nazario Pagano, e del Ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.
Qui sotto potete ascoltare il mio intervento di giovedì 2 dicembre in Consiglio Valle sulla manovra finanziaria regionale. Spero che si capisca che è stato fatto "senza peli sulla lingua".
Dovendo aggiungere qualche cosa, rispetto anche al complesso degli interventi, vorrrei solo osservare che resta - a mio modesto avviso - piuttosto indeterminato il ruolo attuale del PdL, per altro diviso al proprio interno come dimostrato dall'intervento di Enrico Tibaldi.
Sarà il tempo e l'insieme degli avvenimenti a Roma del post fiducia (o forse post sfiducia) a "illuminarci" sulle prossime tappe e credo che ciò sarebbe utile per elementari ragioni di chiarezza.
Quando pensai agli "Amis de la Vallée d'Aoste" immaginavo che questi insigniti avrebbero avuto la possibilità di creare una sorta di "Confrérie". Per ora non è così.
Vorrei però proporre un legame fra due "amis", Valerio Onida - morto poche ore fa e che ha scelto Saint- Marcel per la sua sepoltura - e Marta Cartabia, che fu sua allieva ed oggi è ministro della Giustizia.
Sulla sua morte Cartabia ha scritto: «Valerio Onida, professore, avvocato, giudice e poi presidente della Corte costituzionale, primo presidente della Scuola superiore della magistratura e tanto altro, ma anzitutto un maestro. Un maestro dal pensiero non convenzionale, all'avanguardia, aperto, pronto a misurarsi con le sfide della storia, creativo, audace. Un maestro dallo stile insieme deciso e mite, autorevole e semplice. La giustizia costituzionale, l'integrazione europea, la dimensione internazionale dei diritti umani, il carcere, la giustizia riparativa sono alcune delle direzioni del suo variegato impegno didattico e civile, verso cui anche io ho avuto il privilegio di volgere i miei passi. Ma i suoi interessi spaziavano in ogni direzione: le autonomie e il regionalismo, la prassi delle istituzioni politiche, il diritto dell'ambiente, i referendum, la finanza pubblica, la cittadinanza, l'immigrazione. Non c'è stato settore del diritto pubblico in cui non ci abbia lasciato il suo contributo».
Oggi gli rendiamo un omaggio commosso, ma credo che ci vorrà un momento pubblico - ovviamente ragionato - per rievocarlo.