La settimana scorsa, con un dibattito approfondito, il Consiglio Valle ha discusso la proposta di legge sulla montagna, inviata ora in Parlamento.
Penso possa essere interessante, per chi lo vorrà, ascoltare il mio intervento in aula.
Il mio intervento in Consiglio Valle, nel pomeriggio di mercoledì 2 dicembre, sul disegno di legge per l'istituzione, insieme al Piemonte, alla Liguria ed alle regioni francesi Provence-Alpes-Côte d'Azur ("Paca") e Rhône-Alpes, del "Gect", il Gruppo europeo di cooperazione territoriale sull'Euroregione "Alp-Med", approvato dall'Assemblea con 29 voti a favore.
Quando pensai agli "Amis de la Vallée d'Aoste" immaginavo che questi insigniti avrebbero avuto la possibilità di creare una sorta di "Confrérie". Per ora non è così.
Vorrei però proporre un legame fra due "amis", Valerio Onida - morto poche ore fa e che ha scelto Saint- Marcel per la sua sepoltura - e Marta Cartabia, che fu sua allieva ed oggi è ministro della Giustizia.
Sulla sua morte Cartabia ha scritto: «Valerio Onida, professore, avvocato, giudice e poi presidente della Corte costituzionale, primo presidente della Scuola superiore della magistratura e tanto altro, ma anzitutto un maestro. Un maestro dal pensiero non convenzionale, all'avanguardia, aperto, pronto a misurarsi con le sfide della storia, creativo, audace. Un maestro dallo stile insieme deciso e mite, autorevole e semplice. La giustizia costituzionale, l'integrazione europea, la dimensione internazionale dei diritti umani, il carcere, la giustizia riparativa sono alcune delle direzioni del suo variegato impegno didattico e civile, verso cui anche io ho avuto il privilegio di volgere i miei passi. Ma i suoi interessi spaziavano in ogni direzione: le autonomie e il regionalismo, la prassi delle istituzioni politiche, il diritto dell'ambiente, i referendum, la finanza pubblica, la cittadinanza, l'immigrazione. Non c'è stato settore del diritto pubblico in cui non ci abbia lasciato il suo contributo».
Oggi gli rendiamo un omaggio commosso, ma credo che ci vorrà un momento pubblico - ovviamente ragionato - per rievocarlo.