Brutta gatta da pelare la storia del trenino di Cogne. Vicenda che mi ha fatto soffrire per l'esito disastroso: l'esercizio non è possibile. Una sconfitta, di certo.
E' importante, tuttavia, capire che il trenino non può e non deve avere collegamento con l'indispensabile valorizzazione delle antiche miniere di Cogne.
Ciò deve avvenire con scelte valide e corrispondenti alle finanze pubbliche di oggi, in cui nessuno può pensare a voli pindarici. Bisogna valorizzare stando coi piedi per terra un patrimonio importante per i cogneins, per i valdostani, per le Alpi intere e per un mondo turistico e culturale che può trovare in quei siti elementi di grande originalità.
Carlo Bertini de La Stampa intervista il Professor Massimo Luciani, accademico dei Lincei e costituzionalista, sulla riforma costituzionale sul premierato.
Una scorciatoia che Giorgia Meloni ha costruito come un vestito da indossare per il futuro. Avrò tempo di scriverne a fondo: resto, intanto, convinto che non spiri aria costituente, che prevede un sentimento più vasto e inclusivo. In più le riforme costituzionali non si fanno a spizzichi e bocconi “Cicero pro domo sua”.
Ma ho citato Luciani per una sua dichiarazione esemplare più generale: “Servirebbe la ricostituzione di una vera società civile, ricostruire il sistema dei partiti, rimettere in campo soggetti del pluralismo disponibili al dialogo e non soltanto feroci curatori dei loro interessi particolari (si tratti, che so, dell'ambientalismo o della tutela della famiglia tradizionale). Insomma, si dovrebbe recuperare l'arte della mediazione e ricostituire quei meccanismi di solidarietà sociale che il Paese ha smarrito e che invece aveva dimostrato di saper produrre nella prima parte della pandemia. A fronte dell'enormità di questi problemi, il topolino partorito è palesemente inadeguato”.
Sottoscrivo!