February 2022

Le Olimpiadi della vergogna a Pechino

Pechino, sede delle Olimpiadi invernali 2022Bisognerebbe scrivere sulla roccia che le Olimpiadi invernali a Pechino, dove ci sono già state quelle estive (e questo dice tutto), sono una vergogna. Direi l'apice di Olimpiadi cittadine che c'entrano con le montagne come i cavoli a merenda, come sarà per Milano con appendice Cortina ed altre località.
Le prime Olimpiadi invernali furono a Chamonix ed era così che doveva continuare, senza il gigantismo che porta questi Giochi in pianura o in "montagne del piffero" come quelle cinesi, dove la neve naturale non la vedono da tempo immemorabile. In più come diritti umani la Cina ormai dovrebbe essere boicottata dalle democrazie occidentali, se non fossero prone per motivi di bottega con chi non vede l'ora di esportare nel mondo la loro dittatura.

Discutere sull'Autonomia

Una panoramica dall'ultimo Consiglio ValleUn multicolore gruppone di politici valdostani di diverse epoche milita per l'elezione diretta del presidente della Valle, come si diceva una volta, sostituito ormai dal meno identitario presidente della Regione. Hanno fissato un percorso a tappe - immagino sotto qualche regia professorale - che dovrebbe sancire il risultato e rafforzare in chiave elettorale anche, almeno per alcuni di loro, una sorta di "Santa alleanza" contro l'area Autonomista.
In verità ci hanno già provato in passato a fare "pateracchi", prendendo qualche tranvata, perché mettere tutti assieme appassionatamente, quando si è diversissimi, è impresa difficile. Vedremo gli eventi senza scandalizzarci proprio perché nulla di nuovo c'è sotto il sole.
Trovo, invece, che sarebbe stato più interessante ed utile vedere convergenze su un punto diverso: discutere a fondo l'attuale stato della nostra Autonomia speciale ed i suoi destini.

Inossidabile Sanremo

Gianni Morandi al Festival di Sanremo 2022Parlare del "Festival di Sanremo" mi colpisce nella memoria. Amo la Riviera dei Fiori con una mamma imperiese e con Sanremo oggetto di serate indimenticabili da ragazzo. In più - e questo conta molto - Sanremo è stata una colonna musicale della mia vita.
Anzi, l'evidenza sta nel fatto che un tempo le canzoni duravano di più, non essendoci questo turnover clamoroso di oggi che brucia talenti e lo dimostra il fatto che cantanti ormai settantenni, di cui ho visto svilupparsi la carriera dai dischi 45 giri in poi, sono ancora lì a dominare la scena, mentre le cosiddette "nuove promesse" spesso sfilano e spariscono.
Esemplare - apro una parentesi - è stato, sbirciando come d'obbligo la prima serata dell'edizione di quest'anno, un Gianni Morandi inossidabile, che tra l'altro sa anche cantare e non è così banale in certi caravanserragli.

Dentro la società valdostana

Le nostre bandiere davanti a Palazzo regionaleNel post votazione per il Quirinale si acuisce il male oscuro della politica italiana (e quella valdostana non fa eccezione): la crisi profonda delle organizzazioni politiche, intrise di infinite lotte intestine ed anche di salti improvvisi sullo scacchiere.
Certo, c'è in primo piano l'evidente infedeltà di alcuni, che nel nostro caso ha visto prima entrare di frodo e poi schizzar via dal mondo autonomista persone che certo non inseguivano certi valori ma avevano solo scelto - il che resta legittimo - un posizionamento a proprio vantaggio. Si evidenzia, in senso più generale, che soprattutto mancano i collanti per stare assieme: si è sempre in una situazione fragile e senza una profondità di azione, mai necessaria come ora, quando il clima somiglia ad un dopoguerra. Senza la forza e la credibilità necessarie tutto si rallenta e questo non ci vuole affatto.

Conversare

Conversare...Conversare mi è sempre piaciuto e so bene quanto l'oralità sia una risorsa straordinaria. Basti pensare - lo dico per segnalarne la profondità - quanto la tradizione orale sia stata e resti ancora un indispensabile sistema di trasmissione e rielaborazione di quell'insieme vastissimo che è il patrimonio culturale.
Non so se io possa definirmi un "chiacchierone", ma quel che è certo è che trovo che nella vita quanto sia utile questo legarci agli altri con l'uso della vocalità. Ciò è insito nella nostra umanità, frutto di quell'intelligenza di cui spesso sembriamo non renderci conto.
Aleggia comunque e sempre un ammonimento di Totò tanto per far sorridere: «L'ignorante parla a vanvera, l'intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla se interpellato, 'o fesso parla sempre».

Torna lo spettro della guerra

Addestramenti militari in UcrainaI miei bisnonni, i miei nonni e pure i miei genitori - senza troppo tornare indietro nel tempo - hanno vissuto momenti in cui le guerre insanguinavamo l'Europa ed è stato purtroppo così sin dalla notte dei tempi. Noi, "baby boomers" e chi è venuto dopo di noi, non abbiamo vissuto eventi bellici nei Paesi dell'Unione. Lo dico spesso come uno degli elementi di forza dell'integrazione europea, che ha evitato orrori.
Talvolta aggiungo l'esperienza vissuta, visitando alcune zone dei Balcani, quando stava finendo la guerra terribile a cavallo fra questo secolo scorso quello passato. Esempio - ai confini dell'Unione europea - di come la violenza armata covi sempre sotto la cenere. Quel che sta capitando ora in Ucraina con la Russia di Vladimir Putin che si prepara alla guerra.

La gabbia delle dittature

Le democrazie occidentali saranno pure scalcagnate e imperfette. Ogni giorno ci sono elementi che ci fanno arrabbiare rispetto ai sincronismi istituzionali delle nostre Costituzioni che due secoli fa fecero battere il cuore ai valdostani che ci credevano (moti del 1821) e dovettero aspettare lo Statuto Albertino del 1948.
Eppure il recente incontro a Pechino fra Vladimir Putin e Xi Jinping, autocrati russo e cinese, sono un campanello d'allarme, perché loro reggono due dittature liberticide. Non si racconti, per favore, di libere elezioni...
Ecco perché, consci di queste minacce che evocano logiche espansionistiche del passato per esportare modelli incompatibili dei principi democratici, bisogna stare con le orecchie dritte. Questo significa anche occuparsi delle ferite e delle incongruenze delle nostre democrazie da migliorare e curare.
Esiste ancora una parte di cittadini pronti a mobilitarsi nel piccolo e nel grande non per cavalcare proteste a tutti i costi, ma per mettersi ventre a terra per coltivare antichi principi di libertà che devono restare inossidabili.
Le dittature restano una gabbia.

La pericolosa siccità

L'incendio sulle montagne di Fontainemore di questi giorniQuando vedo in televisione le previsioni del tempo, specie con quelle che vengono chiamate le "meteorine", cioè ragazze procaci scelte per l'aspetto fisico e non per la competenza in materia, mi monta la carogna. Esiste questa scelta di dimostrarsi "garrule" di fronte al bel tempo, come se pioggia o neve fossero una sciagura da scampare. In questo inverno assolato con meravigliosi cieli blu sulle nostre montagne spoglie e brulle, bisogna invece rendersi conto che condizioni del tempo come queste con anticicloni protettivi sono un disastro di cui capirne le conseguenze.
La siccità è un male. Certo, dal nostro osservatorio nel cuore delle Alpi quel che colpisce è l'assenza di neve e la necessità per le stazioni sciistiche di produrre neve artificiale grazie all'acqua stoccata per tempo, ma anch'essa non eterna.

La Tigre d'acqua

La tigre d'acqua...Il mio incipit oggi vi stupirà e non chiamate l'ambulanza per portarmi via. Sappiate, però e se non ve ne siete accorti, che "L'anno del Topo" e cioè il 2020 ha portato ad una rivoluzione mondiale (temo che ci si riferisca alla pandemia), "L'anno del Bue" (o Bufalo) nel 2021 ci ha invece costretti a rimetterci in gioco (idem come parentesi precedente), a rimboccarci le maniche, a comprendere di che cosa abbiamo davvero bisogno eliminando anche il superfluo. "L'anno della Tigre d'acqua" invece - così dicono gli studiosi del ramo - ci vede pronti a capire davvero i nostri bisogni più intimi e profondi (grazie all'elemento acqua) ed a metterli in pratica anche quando questo dovesse comportare grandi cambiamenti a livello sociale, di comunità.

I cannoni "buoni"

Uno dei cannoni da neve utilizzati per i Giochi Olimpici di Pechino 2022Se da bambino mi avessero detto che un giorno ci sarebbero stati i cannoni della neve avrei pensato ad una burla. Avrei forse scherzato rispondendo con la strofa di una canzone storica della mia infanzia del gruppo "I Giganti", la più orecchiabile:
«Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi per una ballata di pace, di pace, di pace».
Ed invece a causa del riscaldamento climatico "i cannoni" sono arrivati ed ho visto nel tempo, anche quando mi sono occupato di impianti a fune e piste di sci, la loro straordinaria evoluzione, resa sempre più preziosa per realizzare "neve programmata" (detta anche "artificiale") o, come si dice in francese, "neige de culture".

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