January 2022

Caro 2022…

Tutti verso il 2022...Buongiorno 2022, spero che lei abbia iniziato bene il suo mandato.
Guardando indietro ad anni simulare ricordo che nel 1522 Il re di Spagna Carlo V nomina il conquistador Hernán Cortés imperatore dei territori di Nuova Spagna.
Nel 1622 nasce il grande Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin, è stato un commediografo ed attore teatrale francese.
Nel 1722 Johann Sebastian Bach compone il primo libro de "Il clavicembalo ben temperato".
Nel 1822 Jean-François Champollion decifra i geroglifici egizi mediante la "Stele di Rosetta".
Nel 1922 la "marcia su Roma" e - ahimè - l'inizio del Ventennio fascista.
Dimostrazione della varietà di cose che possono accadere saltando da un secolo all'altro.

Un 2022 autonomista

Penso che il 2022 sarà l'anno decisivo per ricomporre il puzzle del mondo autonomista, dopo anni di divisioni.
La sfida non è semplice e l'occasione non può essere vanificata. E' bene in questa direzione che recenti vicende abbiano allontanato alcuni da quell'area, in cui erano entrati senza crederci.
L'Union Valdôtaine deve avere il coraggio di proseguire un cammino di dialogo con chi se ne andò negli anni passati per ragioni serie e non per capriccio. Ammetterlo non sarebbe una sconfitta, anche perché il processo complessivo di autocritica investe tutti e vale per una ripartenza ormai indispensabile ed ogni ritardo sarebbe pericoloso.
Queste divisioni vanno sanate per dimostrare che i valori autonomisti restano saldi, al di là di chi si trova ad interpretarli pro tempore. Oggi si riparte in un clima più sereno, dopo un lavoro comune in questa Legislatura regionale, che ha svelenito incomprensioni e mostrato che assieme si conta di più.
Altrettanto essenziale è che l'unione delle forze sia plurale e questo non significa affatto il caos, ma il confronto con regole statutarie nuove per vivere in armonia e compartecipare al nuovo autonomismo - anzi, federalismo! - che tenga conto dei mutamenti in corso e della necessità di non essere conservatori del tempo che fu. Mantenere idee e riferimenti ideologici va sempre vissuto in progress per adeguarsi ad una società che si evolve.
Nessuno deve rinnegare nulla, ma bisogna essere pronti ed efficaci per il futuro della Valle, in una logica offensiva e non difensiva della nostra Autonomia speciale.

Culle vuote

Il cartello all'ingresso del reparto di ostetricia dell'ospedale 'Beauregard' di AostaRibaltare l'inverno demografico che svuota le culle in Italia: «Facciamo di tutto per vincerlo. E' contro le nostre famiglie, contro la Patria, contro il futuro». Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus di qualche giorno fa.
«Mi viene in mente una preoccupazione vera, almeno qui in Italia - ha detto il Pontefice, che ha dedicato ai temi della famiglia la sua riflessione - sembra che tanti hanno perso la fiducia nell'andare avanti con i figli. è una tragedia».
Capisco e condivido e il "caso valdostano" spicca per dati negativi. Non a caso ho sollecitato in Giunta uno studio che ci aiuti ancora di più a scavare nei dati sconfortanti all'orizzonte del prossimo decennio. Se ne sta occupando con il suo staff Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia e statistica sociale nella Facoltà di economia dell'Università "Cattolica" di Milano.

Bene l'obbligo vaccinale

Paziente in ospedale...Capita che sullo stesso giornale - in questo caso il "Corriere" - ci siano articoli che fanno da staffetta l'uno con l'altro.
E ne scrivo perché penso che siamo ormai a poche ore dalla scelta governativa, che condivido e predico da mesi, dell'obbligo vaccinale sui posti di lavoro per uscire da situazioni di ambiguità che aiutano solo il virus nel suo sporco lavoro. Su quali settori saranno interessati e quale ampiezza avrà la misura vedremo l'esito del Consiglio dei Ministri. Ormai, isolata nella scelta di lisciare il pelo ai "no-vax", è rimasta Giorgia Meloni all'opposizione per scelta elettoralistica con la sua strana Destra che non predica più ordine e disciplina, cercando invece di assecondare qualunque protesta senza più una logica.

Dietro la tazzina di caffè

La classica mokaHo cominciato a bere il caffè molto tardi nella vita. L'ho fatto per compartecipare ad un rito sociale, poi mi ci sono affezionato e non è solo la caffeina che crea dipendenza, perché oggi bevo spesso decaffeinati che siano in formula più o meno "espresso" o "filtrato all'americana". Esiste una logica di «bersi un caffè» come colleganza o partecipazione amicale.
Per curiosità ho poi bevuto caffè in tutti i Paesi dove sono stato, compresi i Paesi arabi o i beveroni statunitensi. Impagabile il caffè già zuccherato di Sant'Eustachio a Roma e molto politico quello bevuto alla buvette di Montecitorio
Ho letto con interesse una lunga inchiesta sul caffè, firmata con maestria da Massimiliano Tonelli, già direttore editoriale di "Gambero Rosso". Senza pietà smonta alcune convinzioni in modo argomentato.

La relatività del tempo

Il tempo passa...Quando stacchi per un attimo e scopri la bontà di un momento di ozio, perché non travolto dal ritmo della quotidianità che ti ruba spesso pezzi di vita per troppe inutilità, ti metti a seguire il filo dei tuoi pensieri.
Passare da «enfant prodige» della politica valdostana (ironizzo guardando al passato) a «vecchio saggio» (definizione che lusinga ma spaventa) vuol dire attraversare larga parte della mia vita. Ma esistono di certo destini personali che si intersecano con quelli dei tuoi coetanei: sono le circostanze e gli avvenimenti che marcano le generazioni e sono come un bagaglio comune.
Purtroppo il tempo passa e più aumentano gli anni (non me ne lamento, essendo ineluttabile) e più l'esistenza sembra subire una scocciante accelerazione nel senso fisico del termine.

Mass media

Diversi mass media...Per capire come certe frasi restino nella memoria collettiva e in termini più estesi e popolari di quanto avvenisse in passato vale la pena di iniziare con un esempio.
«E' sicuramente tempo di mutar rotta, è tempo di destarsi, di stare all'erta, di mostrar vigore, di non rimasticare più le stesse frasi fatte, di non pestare più le stesse tracce... Non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese». Con queste parole John Fitzgerald Kennedy, il 20 gennaio 1961 a Washington, chiudeva il suo discorso d'insediamento, dopo aver prestato giuramento come 35esimo Presidente degli Stati Uniti.

Macron sui "no-vax"

Tutti diventati traduttori per capire l'esatto significato della maledizione con cui il Presidente francese Emmanuel Macron si è espresso in un'intervista, dicendo che «il veut "emmerder" les non-vaccinés».
Si passa infatti dal garbato «infastidire» ai meno poetici «far incazzare» o «far girare le balle». Proporrei il poco elegante ma più realistico «smerdare».
Claudio Cerasa sul "Foglio" plaude ed io con lui, ricordando che: «Può capitare di perdere la pazienza e può capitare di pensarla come Emmanuel Macron che proprio ieri, in una intervista al "Parisien", ha detto, testualmente, di volere "rompere le palle" il più possibile a chi non si è ancora vaccinato contro il covid, in modo da indurlo a vaccinarsi per proteggere se stesso e il resto della popolazione. Rompere le palle, ecco. E dopo tutto quello che è successo forse è la strategia giusta. Pensiamoci un attimo. Ci si è provato con la scienza e lo si è fatto spiegando, numeri alla mano, che i vaccini sono sicuri, che i vaccini sono testati e che non vaccinarsi, in tempo di pandemia, è una scelta suicida non soltanto per la comunità in cui si vive ma anche per se stessi. Ci si è provato con la razionalità e lo si è fatto spiegando, numeri alla mano, che i vaccini possono accelerare il percorso che ci porterà alla fine della pandemia e che solo i vaccini possono offrire a ciascuno di noi la possibilità di proteggerci da un virus letale che solo in Italia ha ucciso circa 130mila persone. Ci si è provato con la politica e lo si è fatto cercando di arrivare con l'arte della retorica laddove non si riesce ad arrivare con la forza della scienza. Ci si è provato in mille modi diversi, tentando di rendere il vaccino indispensabile in alcuni casi e obbligatorio in altri, dando la possibilità a chi non è vaccinato, oggi, di poter andare al massimo a lavorare o a fare una corsetta (dal 15 febbraio per gli over 50 neanche più questo; il vaccino sarà obbligatorio). Ma c'è un elemento ulteriore, e poco valorizzato, che, all'interno della strategia del rompere le palle il più possibile a chi non si è ancora vaccinato, dovrebbe spingere la maggioranza silenziosa dei vaccinati a smetterla di essere tollerante con l'Italia dei non vaccinati. E quella ragione riguarda un aspetto che c'entra poco con la virologia, c'entra poco con la politica e c'entra invece molto con l'economia».

Les petits soleils

In equilibrio...Non sempre è facile trovare la quadratura fra l'ottimismo e il pessimismo, fra le cose buone e quelle cattive, fra i giorni che ti sembrano essere stati ben vissuti e quelli in cui ti senti uno straccio. In fondo siano sempre ed in ogni momento come equilibristi sospesi su di una corda e percorriamo il cammino della nostra vita con gioie e dolori.
E bisogna trovare sempre appigli.
Jacques Brel, cantautore belga, ha avuto la dote di raccontare storie con intelligenza e garbo con un francese ricco di poesia. Ascoltarlo aiuta a riflettere non solo a lui, ma a noi stessi, evocando certi suoi pensieri quello che siamo con i nostri punti di forza e le nostre fragilità.

Imparare dalla pandemia

Pandemia pesante...Anche i momenti peggiori, se non irreversibili, sono destinati a trasformarsi in ricordi. Così sarà anche per la pandemia e non saranno solo una memoria personale, ma una memoria collettiva.
Cosa stiamo imparando ed anche subendo che resterà in qualche modo? Certo, la risposta è soggettiva e riguarda il vissuto di ciascuno di noi, sapendo quanto certe apprensioni pesino ancora ed abbiano colpito l'equilibrio mentale di molti. Il "dopo pandemia" avrà strascichi per anni e se sarà come un dopoguerra bisognerà sfruttarne l'onda positiva e pure fare tesoro di quanto avvenuto, specie di quanto non siamo stati in grado di pilotare.
Penso all'economia gravemente colpita ed ai malesseri sociali susseguenti.

Registrazione Tribunale di Aosta n.2/2018 | Direttore responsabile Mara Ghidinelli | © 2008-2021 Luciano Caveri