November 2021

Il Gioco del Calamaro

Il primo gioco di 'Squid Game'Ci pensavo ieri che era "Halloween", uno dei casi - analogo al Carnevale , che è meno dark - in cui ci si traveste, celando spesso il viso con delle maschere orrende che servono per esorcizzare le nostre paure, in primis quella dì morire.
Quelle maschere inquietanti che in certi casi hanno richiamato il successo televisivo dell'anno: il sudcoreano "Squid Game" ("Gioco del Calamaro"), che pare infatti abbia spopolato anche come costume horror per bambini proprio ad Halloween.
Anche io l'ho visto su "Netflix" e dopo averlo guardato distrattamente una prima volta, liquidandolo come un fenomeno trash, sono poi caduto vittima del meccanismo attrattivo con cui è stata costruita la storia. In più queste serie televisive sono agevolate dal meccanismo ipnotico della possibilità di vedere in sequenze le puntate successive già stipate nel server e fruibili in un batter d'occhio on demand. Per cui, presa la mano nella fine sospesa della puntata che ti spinge verso l'episodio successivo, resti vittima di questo gioco crudele e mortale inventato dagli sceneggiatori sudcoreani (quelli nordcoreani hanno, poveretti, un orrore quotidiano nella vita reale). In sintesi: c'è nel racconto in palio un enorme montepremi per un solo vincitore finale ed i quattrocento partecipanti (426) si sfidano e si eliminano in crudeli giochi mortali.

Novembre di morti e di guerra

Il cimitero di Aosta ai primi di novembreI mesi restano lì, appesi al calendario e spetta a noi giudicarli a seconda delle caratteristiche che, oltre al nome, abbiamo affibbiato loro.
Novembre lo riassume, in una strofa finale di una sua poesia, Giovanni Pascoli:
«Silenzio, intorno; solo, alle ventate
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cadere fragile. E' l'estate,
fredda, dei morti»
.
Insomma: siamo nel mese in cui l'autunno si intristisce e per molti, me compreso, il ritorno all'ora solare, che significa di fatto meno luce fra pomeriggio e sera, dà un senso di tristezza nel contesto di una natura che si ferma. Poi ci sono i morti ricordati nel giorno di oggi, ma in realtà inseriti in un periodo che diventa ancora più complesso, come cercherò di spiegare.

Zemmour, l'outsider che fa paura

Eric ZemmourPartiamo da una biografia breve e poi ne parliamo: «Eric Zemmour est né le 31 août 1958 à Montreuil en Seine-Saint-Denis. Fils de commerçants juifs originaires d'Algérie, il commence sa carrière au "Quotidien de Paris" en 1986. En 1996, il intègre la rédaction du "Figaro", dont il devient grand reporter au service politique, jusqu'en 2009. Il est également chroniqueur et polémiste dans les émissions télévisées "On n'est pas couché", sur "France 2", "Ça se dispute", sur "i>Télé", et "Z comme Zemmour" sur "RTL". Avec son franc-parler, il ne se fait pas que des amis... En 2011, il anime, avec Eric Naulleau, un débat hebdomadaire sur la chaîne "Paris Première". Il est auteur de livres politiques et d'essais polémiques, notamment "Le premier sexe" (Denoël, 2006), dans lequel il dénonce une féminisation excessive de la société, se brouillant durablement avec les mouvements féministes. Il soulève également une vive polémique lors de l'émission "Salut les Terriens" du 6 mars 2010 présentée par Thierry Ardisson sur "Canal+" en déclarant: "les Français issus de l'immigration étaient plus contrôlés que les autres parce que la plupart des trafiquants sont noirs et arabes. C'est un fait..."».

Ricolfi nel mirino

Luca RicolfiLuca Ricolfi, nuova firma di "Repubblica", ha esordito sul giornale romano con un articolo che è servito da assist a chi ritiene che il quotidiano si stia spostando a destra.
Premetto che questo discorso destra, sinistra, centro più passano gli anni e più è una rappresentazione della realtà piuttosto rozza e spesso il posizionamento politico più che oggettivo - si fa per dire con precedenti avvertenze - diventa talvolta un'autorappresentazione.
Perché l'articolo ha creato qualche mal di pancia? Proviamo a leggerne qualche passaggio che verte su di un tema che mi ha sempre molto interessato. All'inizio la storia: «Quando, esattamente, sia nato il "politicamente corretto" nessuno lo sa. Sul dove, invece, siamo abbastanza sicuri della risposta: negli Stati Uniti. La sinistra americana, un tempo concentrata - come la nostra - sulla questione sociale, ossia sulle condizioni di lavoro e di vita dei ceti subalterni, a un certo punto, collocato tra le fine degli anni '70 e i primi anni '80, ha cominciato a occuparsi sempre più di altre faccende, come i diritti civili, la tutela delle minoranze, l'uso appropriato del linguaggio. Lo specifico del politicamente corretto delle origini era proprio questo: riformare il linguaggio».

Il bla bla bla e Greta

Greta Thunberg alla 'Youth4Climate' di Milano con il sindaco Beppe SalaPrendi la "Treccani" e leggi «bla bla (o bla-bla, o blablà; più raramente bla bla bla): Espressione onomatopeica, di uso internazionale, per indicare un discorso o un chiacchiericcio vano, futile, senza costrutto».
Ha fatto notizia l'intervento di Greta Thunberg del 28 settembre a Milano a "Youth4Climate" in cui ha criticato le parole vuote e inutili dei leader mondiali sul clima. Parlando in inglese, ha usato ripetutamente e con grande effetto le parole «blah blah blah», ed è un esempio - come spiegano i linguisti - di reduplicazione espressiva. Definizione con cui - ecco la spiegazione - si intende un fenomeno morfologico e sintattico che consiste nella ripetizione di un'unità lessicale; è usata soprattutto per intensificare
a scopo espressivo. L'espressione è immediatamente riconoscibile anche perché è un internazionalismo, vale a dire un prestito adottato contemporaneamente in più lingue con minime variazioni ortografiche, che non cambiano la sua sostanza.

L’instabilità e i franchi tiratori

L’instabilità politica è già di per sé stessa un male in democrazia. Lo è a maggior ragione in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo.
Eppure capita ancora che su di un tema scelto a caso (un voto sulla riduzione dell’IVA sugli assorbenti e la loro distribuzione gratuita nelle scuole) appaiano nel Consiglio Valle, il piccolo Parlamento valdostano, franchi tiratori che mostrano la presenza di dissidenti nella maggioranza di Governo. Che siano passeggeri o strutturali si vedrà.
Il franco tiratore solo o associato agisce durante le votazioni segrete e lo fa per le ragioni più varie. Individuarlo diventa un esercizio verbale, perché agendo nell’ombra alla fine la sua identificazione è sempre e solo teorica e oggetto direi di vacui pettegolezzi.
Diciamo che per una compagine governativa come quella che oggi governa la Valle d’Aosta - 19 consiglieri su 35 - quanto avvenuto non è banale. E non lo è a pochi giorni dall’inizio della sessione di Bilancio e a fronte di tanti problemi che non consentono affatto distrazioni.
Ma questa è, piaccia o meno, la democrazia, fatta di numeri e di persone. E come tale soggetta ad una dialettica all’interno delle maggioranze che si formano con ambizioni, speranze e frustrazioni umanissime fra chi le compone e con l’opposizione che mira a diventare maggioranza e per farlo usa tutti i mezzi possibili come da regole scritte e non scritte.
Purtroppo questa fragilità delle istituzioni valdostane, frutto anche di forze politiche sempre cangianti e di scelte personali spesso in movimento sullo scacchiere politico, diventa patologia in un’ epoca in cui la stabilità sarebbe utile e necessaria e non credo di dovermi dilungare sui perché.
Ma la realtà è questa e fare la predica serve poco. Bisogna perciò affrontare la situazione e ricomporre il puzzle e bisogna farlo per buonsenso e necessità.

Terza dose

Il vaccino anti-influenzaNei prossimi giorni andrò a fare il vaccino antinfluenzale. Lo faccio da decenni. Quando viene il momento mi viene in mente mio papà: me lo rivedo con la siringa in mano che mi inocula la dose. Era veterinario e scherzava dicendo che i figli somari li curava lui.
E' stato papà Sandro che mi ha insegnato la bontà dei vaccini, venendo da una generazione che era stata falcidiata da malattie scomparse proprio grazie ai vaccini. Fosse vivo sarebbe stupefatto da un mondo pieno di ricostruzioni antiscientifiche che ci ammorbano.
Aspetto anche la terza dose del vaccino contro il "covid-19" e la larga maggioranza dei cittadini la pensano nello stesso modo e attendono notizie. Quando brandisco il green pass su richiesta laddove necessario, lo mostro con l'orgoglio di chi ha scelto il bene.

Quel diavolaccio di 007

Daniel Craig nel ruolo di '007'«Il mio nome è Bond, James Bond».
Avete presente questa frase diventata proverbiale e biglietto da visita del celebre personaggio letterario e cinematografico? Credo che, tranne rarissimi casi, non ci sia persona che non conosca le sue avventure, che hanno attraversato il tempo e pure le mode. Ogni tanto si è gridato al suo declino, ma poi il personaggio ha confermato il successo al botteghino.
Chi volesse vedere in santa pace l'ultimo film di "007" smetta subito di leggere, perché tra poche righe sarò costretto a spoilerare la fine di questa ennesima puntata della saga della famosa spia inglese.
E per chi non avesse notizie posso dire che capita l'inverosimile.

La politica in carta da bollo

La Politica non si fa con gli esposti alla Magistratura, ma con iniziative politiche dentro e fuori dalle Istituzioni. Dovrebbe essere una regola capitale e invece c'è chi prosegue su questa strada della "carta da bollo" e se ne vanta, interpretando con furore giacobino una deriva populista in spregio alla logica di divisione e di equilibrio dei poteri, caposaldo della democrazia.
Così è per le Cime Bianche, l'ipotesi allo studio di collegamento fra la Valtournenche (partendo sci ai piedi da Zermatt) e la Val d'Ayas (già collegata con Gressoney, a sua volta in linea con Alagna Valsesia). Ormai da anni comitati contrari all'opera si agitano e sfornano esposti, denunce e mobilitano parlamentari a Roma e a Bruxelles. Ora ce l'hanno, come se questa fosse la priorità di questi tempi con problemi economici e sociali del tutto preminenti, con lo studio in corso di cui si stanno occupando la società "Monterosaski" e la "Cervino SpA". Toccherà alla Regione, anzi al Consiglio Valle e al Governo regionale, esaminare alla fine gli esiti di questo serio approfondimento per stabilire la fattibilità del collegamento. Nulla nasce - come dicono invece i protestatari retroscenisti - con decisioni precostituite e soluzioni già assunte.
Tutti sanno bene che bisogna aspettare questo approfondimento, che dovrà tenere nel giusto conto il fatto che una parte della montagna di cui si discute è classificata "Zona di protezione speciale - Zps" ai sensi di "Natura 2000". E invece certi ambientalisti d'assalto non vogliono aspettare e si occupano solo più di questa questione, diventata per loro una vera e propria ossessione.
Fa sorridere che poi una certa Sinistra si inquieti del fatto che gli spazi politici in certi ambiti, che erano un tempo suo appannaggio, siano ormai ampiamente presidiati dalla Destra cosiddetta "sociale"...

Il teatrino della politica

Pupi siciliani...Chi conosce l'insieme di questioni che riguardano il futuro della Valle d'Aosta e che bisogna affrontare sin da oggi si deprime del teatrino della politica che ogni tanto rispunta, che fa perdere tempo e energie. Una definizione quella del "teatrino", entrata nel lessico politico per designare il malvezzo di manovre e manovrine, le cui origini non sono chiare, ma ammicca a spettacoli di marionette o meglio ancora all'interessante epica dei pupi con i suoi personaggi di epoca cavalleresca che litigano sul nulla.
Pupi e pupari alla fine fanno sorridere con queste loro storie e con le botte da orbi che si danno. Non fanno ridere affatto, invece, certe dispute da cortile con attori e suggeritori che periodicamente perturbano la politica valdostana in momenti inopportuni, come se non ci si rendesse conto della situazione.
Intendiamoci subito: ogni critica è legittima, perché non viviamo nel migliore dei mondi possibili. Molte cose non funzionano o potrebbero funzionare meglio. Ma quel che non sopporto più e banalizzo è chi si crogiola nell'infinita e lamentosa storia della pars destruens e mai si esercita sulla pars costruens.

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