October 2021

Ho sempre detto la verità

A metà Aprile raccontai della mia avvenuta vaccinazione e così la descrivevo con parole semplici: «A fronte dello scatenarsi del fango subdolo delle chat e delle conversazioni da bar, che tanto stanno appassionando parimenti certi miei colleghi e qualche giornalista, ritengo sia utile chiarire in questa sede alcune posizioni per sgombrare il campo da qualsivoglia diffamazione e strumentalizzazione di chi ormai ha come unico mezzo per far parlare di sé la polemica sterile attraverso i "social" e con gli esposti».
Aggiungevo più avanti: «Sono stato vaccinato per il "covid-19" e l'ho detto coram populo pure durante le chiacchiere a margine del Consiglio regionale, senza reticenze quando ebbi la prima dose. Come piace far notare con valenza negativa ai miei detrattori ogni qualvolta se ne parli, con i miei quasi 63 anni sono il decano del Governo regionale. Vecchio per la politica quando si tratta di millantare l'avanzare del nuovo o la rottamazione, in queste ore pare che io miracolosamente sia diventato «troppo giovane» per essere stato inserito nelle liste di coloro cui è stato somministrato il vaccino con la seconda dose di ieri. Non ho alcun problema a dire che espressi sin da subito, mesi fa, ai miei colleghi di Governo la necessità - viste le nostre responsabilità - di provvedere ad una vaccinazione rapida della Giunta. Non ho perorato prerogative di casta e neanche di privilegi. Semplicemente ho esplicitato ciò che qualunque persona di buon senso e senza pregiudizi potrebbe sottoscrivere: chi deve gestire la pandemia, a tutti i livelli, non può farsene travolgere, perché il rischio è la paralisi definitiva di un sistema che fatica già ogni giorno ad andare avanti.
Com'è noto, per altro, cinque membri su otto della Giunta regionale hanno fatto o stanno facendo il "covid" e ne risente il loro lavoro personale. Non tutto si può fare in video o al telefono e questo rende la collegialità del lavoro dell'Esecutivo molto più macchinosa, come avviene per tutto il resto del confronto politico.
La Giunta, a seguito delle mie insistenze, si era espressa nella discussione avvenuta fra di noi comprendendo questa richiesta sulla vaccinazione degli ultra-sessantenni fra i propri componenti, parimenti a quanto osservato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, come mi fu detto e di cui ho traccia nelle informazioni ricevute allora.
L'iscrizione alla piattaforma e la chiamata successiva (telefonica e con messaggino con convocazione nel centro vaccinale di Châtillon) non avvennero di nascosto o in modo poco trasparente rispetto alle inoculazioni già avviate dall'anagrafe regionale "Infovaccini", che aveva come documentato sin nelle settimane precedenti effettuato chiamate per moltissimi ultra-sessantenni, in una logica distributiva conforme al Piano che si occupa dei vaccini»
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Oggi vengo a sapere che è stata chiesta l'archiviazione rispetto a eventuali reati dovuti a quella vaccinazione e scoprirò infine dalle carte chi ha denunciato.
Non commento, limitandomi a dire che ho sempre raccontato la verità su quanto avvenuto, sopportando i castelli in aria e le cattiverie di chi ha approfittato della vicenda per screditare me e persino i miei cari.

Ottobre sottovalutato

Feuillage ad ottobreOttobre è un mese sottovalutato. Non lo era quando il 1° ottobre significava, per noi "remigini", l'ingresso a scuola proprio il giorno di San Remigio, ora accantonato dal ritorno in aula a Settembre, che è già lo scivolo fra l'estate e l'autunno. Ora invece è una strana presenza sul calendario, che ha il sapore agro della ripresa non ancora avvolta, almeno da noi, dalle nevi che danno un senso al nostro inverno alpino.
Confesso, però, che per me Ottobre è stato per tanti anni - e lo dico con un velo di nostalgia - l'esperienza delle "ottobrate romane", che sintetizzano il clima mite che caratterizza il mese di Ottobre a Roma. Infatti la Capitale ad Ottobre è unica e bellissima: praticamente vive una seconda estate con i colori e gli odori dell'autunno.

La montagna, nicchia di solitudine

La catena montuosa del Monte RosaCapita ogni tanto di interrogarsi sulla bellezza della montagna. Pagine e pagine di libri sono state scritte per raccontare quella sensazione estatica di fronte alle alte cime e quel senso di libertà che si ha quando si vive un'immersione nella Natura che caratterizza la montagna. Poi so bene come si tratta di realtà varie, pur con tante similitudini, e sarebbe bene usare sempre il plurale: «montagne».
Ricordo la discussione quando si diverte scegliere il logo dell'Anno internazionale della Montagna 2002, di cui fui presidente, e che venne proclamato come tale dalle Nazioni Unite. Scegliemmo in Italia di chiamarlo "Anno internazionale delle Montagne", consci appunto delle differenze fra Alpi e Appennini, fra montagne insulari ed altri rilievi.

Fenomenologia del bidet

Il bidet è anche un rifugio per i gatti...Credo che sarebbe bene non prendersi mai troppo sul serio. Per questo anche qui ogni tanto mi va di scherzare, essendoci in giro molte cose tristi se non tetre.
Un classico nei viaggi che ciascuno di noi ha fatto è la scoperta, in certi Paesi da considerarsi quasi sconcertante, della assenza del bidet. Quanto noi nelle nostre case consideriamo oggetto d'uso indispensabile per la nostra igiene. Mentre ero impegnato in acrobazie nella doccia, mi sono chiesto spesso in certi luoghi: «Ma loro come diavolo fanno?». Non fanno.
Ecco perché a risolvere questa questione - capisco che ce ne siano di più importanti - è spuntato su "Il Post" un articolo illuminante. Ecco il passaggio che già risulta utile: «La ragione per cui in alcuni paesi il bidet non si è diffuso è di tipo culturale. Strumenti con funzioni simili al bidet esistevano già nel Medioevo e nell'antica Roma, ma il bidet per come lo conosciamo oggi è un'invenzione francese (anche se alcuni la attribuiscono a Maria de' Medici, moglie del re di Francia Enrico IV tra il 1600 e il 1610)».

La lobby nera

Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d'ItaliaMi stupisco che ci si stupisca che fascisti e persino qualche nazista fosse alla corte del parlamentare europeo di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, che - lo ricordo - venne anche in visita anni fa in Valle d'Aosta, ricevuto in modo assai ossequioso dalle massime cariche della nostra Regione. A svelare questo volto oscuro è stato un filmato pubblicato su "Fanpage" da un giornalista infiltratosi per lungo tempo nella "lobby nera", com'è stata battezzata.
Ha scritto su "Huffpost" Mattia Feltri: «Giorgia Meloni ha continuamente cercato l'equilibrio sul confine del possibile e dell'impossibile, ha usato parole definitive contro razzismo e fascismo e ha tollerato razzismo e fascismo, ha danzato sulla zona grigia dell'antisemitismo definendo George Soros un usuraio, il che non fa di lei un'antisemita ma ne fa una che - se ne renda conto o no - riempie il gargarozzo dell'antisemitismo di cui è intriso parte della sua militanza e del suo elettorato».

Astensionismo ed elettore qual piuma al vento

Il voto, espressione democratica sempre meno espressa...Poche balle: in Politica le elezioni sono la prova del fuoco. Chi l'ha vissuto sulla propria pelle, partecipando di persona o organizzando delle campagne, sa che l'adrenalina là si sente lì, quando si aspettano i risultati. Per altro - triste verità - i partiti ormai scaldano i motori in questa occasione, cadendo poi in una sorta di letargo nei periodi morti. Anche questa fisionomia di questi partiti leggeri e smunti spiega questo dato enorme di astensionismo nell'esito della tornata elettorale di ieri.
Se uno avesse guardato i "social" ed il gran ribollire di confronti prima delle urne sarebbe stato tratto in inganno. La verità è che il Web accende più passioni del voto in sé e tra il virtuale e il reale c'è la massa variegata di chi a votare non ci va più. Ormai il tasso è così elevato da essere patologia e chi credeva si trattasse di un fenomeno destinato a finire si rassegni, perché al momento neanche più la politica di prossimità accende gli animi e vincitori e vinti se ne facciano una santa ragione.

Il PNRR senza le Regioni

Una cassetta col prezzemolo...Il "PNRR", orribile acronimo che starebbe per l'altrettanto ridondante "Piano nazionale di Ripresa e Resilienza", è ormai come il prezzemolo, buono per tutti gli usi. Sono mesi che dovunque vada e con chiunque parli mi si chiede quanti soldi verranno alla Valle d'Aosta e come li spenderemo. Anzi, ad essere ancora più preciso, sono in molti che, chiesto questo, si fanno poi avanti con i progetti più vari «per usare i soldi dell'Europa».
Cambio scenario. Partecipo in videoconferenza a diversi incontri su questo PNRR. I primi, ormai storicizzati, erano stati quelli con i ministri delegati alle materie afferenti questi interventi di stampo europeo ben pasciuti di miliardi di euro da spendere entro il 2026. Poi sono seguite riunioni tecniche e poi, infine, i provvedimenti cornice che indicano l'organizzazione della struttura che dovrà seguire «la messa a terra», come si dice oggi con linguaggio da elettricista. Ebbene, settimana dopo settimana ci si è resi conto con crescente preoccupazione che Roma considera le Regioni come fosse un'associazione di categoria o un sindacato e non l'espressione massima, con i Comuni, della democrazia locale. Un abbaglio tecnocratico che sembra dimenticarsi della Costituzione.

La scuola e il digitale

Lo studio col computer non è solo DADE' interessante vedere come la "Didattica a Distanza" (DaD o DAD) sia oggi oggetto di riflessione. Ricordo che l'apprendimento e l'insegnamento a distanza fu una modalità piombata fra capo e collo per consentire agli studenti di continuare la loro formazione direttamente da casa, dopo la chiusura delle scuole comunicata all'interno del Dpcm del 4 marzo 2020. La DAD era tutt'ora in corso nei casi di quarantena, che in Valle d'Aosta proprio in queste ore, attraverso i test salivari, abbiamo ammorbidito per evitare che alla retorica del «tutti in aula» subentrasse il ritorno proprio alla DAD, obtorto collo. Intanto, sempre per mano ministeriale, si affiancò - nel gioco degli acronimi - la "Didattica Integrata Digitale - DID", che è tale proprio perché integra digitale e presenza, mentre la Didattica a Distanza è svolta interamente sulle piattaforme digitali.

Io scrivo lo stesso

Ogni tanto mi chiedo: sogno o son desto?
Mi capita di sentire dei rimproveri con borbottii da parte di colleghi consiglieri regionali perché scrivo su questo Blog e ci aggiungo Twitter. Diverte quando viene dai banchi di forze politiche che tracimano sui "social" e se la pigliano con me che non ho strutture pagate per farlo.
Tutta farina del mio sacco: non ho bisogno di scribacchìni a pagamento.
Credo, invece, che sia naturale, nel senso che lo faccio da moltissimi anni, di scrivere sui "social". L'ho fatto sia in politica, prima sulla carta stampata e per radio, e ora sul Web, ma mantenendo viva la presenza anche quando lavoravo in "Rai" nel mio lavoro vero, quello di giornalista.
Per cui, poiché è meglio far invidia che pietà, si rassegnino: scrivo come e quando voglio.
Si chiama libertà d'espressione.
Elementare, no?

L'idroelettrico e l'avvenire

L'interno della centrale elettrica 'CVA' di ValpellineLa transizione ecologica di cui tanto si discute pone il tema delle energie rinnovabili al centro di molte discussioni. Capita dunque alle zone di montagna di essere nelle condizioni favorevoli e necessarie per valorizzare ulteriormente un loro patrimonio: l'idroelettrico.
Non è un caso se le alcune delle grandi centrali in Valle d'Aosta hanno ormai un secolo. Iniziò in quel tempo la rincorsa a questa energia preziosa, che spinse allora una parte significativa del settore industriale.
Quando si costruì il regime di Autonomia ancora in vigore, prima con i decreti luogotenenziali e poi con lo Statuto d'Autonomia, la ricchezza derivante dall'energia prodotta con la forza delle acque fu un tema politico essenziale nei rapporti con Roma. Le particolari prerogative ottenute vennero in larga parte disattese con la nazionalizzazione del settore elettrico con sentenze della Consulta all'inizio degli anni Sessanta che furono tombali e diedero vita al monopolio "Enel", durato per decenni.

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