September 2021

Pandemia e Diritto

Il rispetto delle regole sul distanziamentoTutti a parlare di Diritto durante la pandemia. Anche chi ne era totalmente digiuno ha cercato di capire come si intrecciassero i "Dpcm" (decreti del presidente del Consiglio dei Ministri) con i decreti-legge gonfiati in fase di loro conversione e con le ordinanze regionali, cui seguivano circolari e decreti applicativi ed anche le "Faq - Frequently asked questions" che, sono letteralmente le "domande poste frequentemente", vale a dire una serie di spiegazioni stilate in risposta alle questioni che vengono poste più frequentemente da chi vuole capire aspetti poco chiari. Come queste ultime si situino nelle fonti del Diritto fa sorridere tutti, ma ormai sono date per buone come se fossero fonti normative. Ciò deriva ovviamente dalla cattiva scrittura delle sorelle più grandi, visto che la Legislazione italiana è afflitta da un lessico polveroso e contraddittorio che necessita di spiegazioni per uscire dalle nebbia. Talvolta le spiegazioni peggiorano le cose, come si è visto in questa occasione.

Pandemia e Globalizzazione

Globalizzazione...La pandemia ci ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il male si propaga molto più del bene. Non vorrei filosofeggiare sul tema, avendo scritto in materia personalità illustri, comprese quelle non troppo dedite al pessimismo. Ci pensavo, ancora prima di associarlo al maledetto virus, guardando le immagini dell'Afghanistan ed alla riflessione tristissima di come certe vicende belliche, intrise di violenza, siano terribilmente virale e si propaghino. Pensate all'inquietante analogia fra l'estremismo islamista che infetta il mondo intero e la droga che parte dall'Afghanistan, gestita dagli stessi talebani, inondando anch'essa il mondo.
La "globalizzazione" è un termine estremamente discusso, che ha una apparente semplicità espressa così dalla "Treccani": "Termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell'integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo".

Pandemia e Volontariato

La preparazione di pacchi di alimenti per i bisognosiAttorno alla pandemia si è sviluppata anche una retorica melensa. Credo che ne abbiamo avuto tutti delle prove con aggettivi eccessivi, iperboli sconclusionate, sentimentalismi piagnoni. Lo scrivo perché penso che non ce ne fosse affatto bisogno. La crudezza degli eventi creava già da sola un clima di partecipazione umana e di naturale commozione per fatti mai visti fra di noi dalle generazioni viventi.
Ora, anche se la pandemia non ci ha ancora abbandonato, possiamo, al rallentatore di una moviola, far scorrere certe immagini che rievocano le tribolazioni vissute. Credo che ne risulti un effetto consolatorio e positivo, pensando a quanti con impegno e determinazione hanno fatto parte della grande macchina costruita contro gli esiti della malattia. Sin dal manifestarsi della vicenda, attraverso una trasmissione radiofonica settimanale, raccolsi, dai microfoni di "Rai Vd'A" numerose testimonianze di persone di tutti i generi. Avevano una caratteristica comune, ovunque operassero: combattere il covid-19.

Pandemia e Minacce

Una rappresentazione del 'Dna'La premessa evoca contenuti da enciclopedia medica: i virus e i batteri sono spesso causa di malattie infettive, pur essendo microbi molto diversi fra di loro.
Proseguo il ripasso: batteri sono organismi costituiti da una sola cellula (unicellulari) procarioti (ossia privi di nucleo cellulare), ma assimilabili ad organismi viventi completi, poiché sono dotati di tutte le strutture e gli enzimi necessari per espletare le funzioni metaboliche fondamentali, potendo quindi vivere in modo indipendente e riprodursi autonomamente, per divisione cellulare.
I virus sono, mediamente, cento volte più piccoli dei batteri (al punto da risultare invisibili al microscopio ottico), e non possiedono né una struttura cellulare completa, né tutti gli enzimi necessari per la sopravvivenza e la replicazione del proprio acido nucleico, che può essere costituito da "Dna" o "Rna" (in questo secondo caso vengono chiamati "retrovirus" e l'esponente più noto del gruppo è l'Hiv).

Pandemia e Social

Minacce no-vax alla giornalista Marianna AprileChiudo qui alcuni interventi consecutivi sulle parole della pandemia. Ne ho scelte alcune dal mazzo, confessando come ormai questo trascinamento di questa vicenda risulti faticoso. E lo è, almeno nei miei pensieri, perché rischiamo persino di adattarci a questa storia, che si è nutrita sinora della speranza che tutto finisse in fretta e poi ci si trova disillusi e sempre più guardinghi rispetto alla porta di uscita da questa crisi sanitaria e dalle sue plurime implicazioni.
Ecco perché insistono sul dovere sociale di adeguarsi alle misure sanitarie, non per un cieco fideismo perché la Scienza è anch'essa fallibile, ma perché non esiste un'alternativa razionale e chi segue strade pseudoscientifiche e ribellistiche non fa male solo a sé stesso.
Questo è il punto: chi dissente danneggia gli altri!

Quel che non sopporto più

Megafono e cartone, il 'must' per manifestanti inconcludentiOccuparsi della Cosa Pubblica è un onore. Lo faccio da molti anni e in diversi ruoli, prendendo sul serio l'attività politica. Posso dire di avere dedicato a questo gran parte della mia vita.
Credo di avere imparato da questa lunga esperienza un fatto fondamentale: anche in politica, come in tutto, esistono due categorie, pur con sfumature intermedie. Da una parte ci sono i "costruttori" e dall'altra i "distruttori".
Pare rozzo dirlo ma è così.
Questa seconda categoria è fatta da chi gioca sempre di rimessa. Privi di idee e di progettualità, passano il tempo a perdere tempo, usando l'arma, pur legittima se equilibrata, della critica e della polemica come unico scopo della loro attività. E' un'attitudine patologica e in fondo inutile, che fa perdere tempo ed energie e finisce per essere un comportamento fine a sé stesso, che nulla ha a che fare con la sana dialettica politica, che è confronto serio e costruttivo che mira a fare meglio.

I luoghi, le persone

La chiesetta dei partigiani di Saint-VincentCapita spesso di ragionare su come la grande storia, con le sue pagine più scure, si incroci con la storia delle persone. Ci ragionavo, nei giorni scorsi, nel peregrinare in due luoghi evocativi. Il primo è stata l'isola di Cefalonia nelle Cicladi: fa impressione in quello scenario mediterraneo pensare a quella strage di soldati italiani che, dopo l'8 settembre del 1943, furono sterminati dai tedeschi che li consideravano traditori, perché non si arresero. E' vero che sui fatti che riguardano l'eccidio della Divisione Acqui esiste una vasta storiografia non sempre coincidente. Segnalo, ad esempio, il libro di Elena Aga Rossi "Cefalonia. La resistenza, l'eccidio, il mito", che chiarisce molti punti, ma resta ovvio che quella isola resterà sempre un simbolo anche del cinismo di chi non arrivò a soccorrere i soldati italiani e cercò di far calare il silenzio su questa vergogna.

Olimpia e la fiaccola

Il 'Philippeion' di OlimpiaIl caso vuole che nell'anno delle Olimpiadi giapponesi, rese complicate dalla pandemia, sia per i controlli severi che per l'assenza di pubblico che seguisse dal vivo le gare, mi sia ritrovato in visita ad Olimpia. Ed è stata una bella esperienza, che mi ha anche illuminato (verbo usato non a caso!) su un particolare storico di cui non avevo mai avuto sino ad oggi notizia. Ma ci arriverò.
Mi riferisco, intanto, alla culla storica dei Giochi, che si trovava nella Regione dell'Elide, lungo la costa occidentale del Peloponneso. E' interessante visitare l'attuale sito archeologico, oggetto di predazione, distruzioni volute e terremoti, che si trova non a caso in una zona pianeggiante, abbondante di acque e dunque molto verdeggiante. Un luogo sacro, venerato da tutti i greci, che aveva nelle gare un momento di comunione per la Grecia antica, che comprendeva anche la tregua olimpica, che interrompeva per pochi giorni ogni quattro anni la proverbiale litigiosità fra le diverse Città-Stato.

Una madre che scrive

Il 'tweet' di Zita DazziIl virus è il male. L'altro giorno ero in una chiesetta e c'era una bella vetrata colorata, che riassumeva l'immagine perfetta: San Giorgio che sconfigge il drago.
Ecco perché - non cadendo nel rischio di scontri personali con Tizio o con Caio e non rispondendo agli insulti dei "no-vax" - tiro dritto sulla sostanza delle cose. Bisogna, infatti, convincere i riottosi e perseguire chi propaga notizie false sui vaccini o incita alla ribellione alle leggi in materia di pandemia.
Zita Dazzi, giornalista di "Repubblica", è stata insolentita dagli anti-vaccinisti per aver messo sui "social" una storia riguardante il figlio malato, che si accompagnava ad evidenti tesi pro vaccino. Così sul suo giornale ha deciso di scrivere una lettera, intensa e persino commovente, che pubblico di seguito, perché la condivido.

In crociera…

Io con Alexis durante la crocieraLo scrivo con grande rispetto per chi ama il genere e senza nessuna presunzione. Confesso semmai che la ragione per la quale non avevo mai fatto una crociera in vita mia stava nel fatto che non mi convinceva. Intendiamoci: amo il mare e l'ho percorso spesso in barca e non soffro di mal di mare. Ma queste navi gigantesche le guardavo con sospetto.
Dopo aver fatto la prima crociera, confermo che ci avevo preso, anche se - bisogna essere onesti - può darsi che le norme anti-covid abbiamo peggiorato il quadro. Per il resto - come dire? - mi sono fantozzianamente trovato a disagio su questa nave che mi doveva portare da Venezia, attraverso le isole greche, sino a Bari e ritorno.

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