May 2021

Gli anni di piombo

Un terrorista durante gli 'anni di piombo'Io li ricordo bene gli "anni di piombo". Per i più giovani uso la definizione data dalla "Treccani": "nella pubblicistica politica, anni di piombo, il decennio successivo al 1970, in cui si sviluppa e domina il terrorismo, soprattutto in Italia e in Germania; la locuzione, che deriva dal titolo italiano del film "Die bleierne Zeit" (1981) della regista tedesca Margarethe von Trotta, fa diretto riferimento al piombo dei proiettili usati nelle azioni terroristiche ma evoca anche il clima opprimente, la pesantezza della situazione che caratterizzò quel periodo".
Ero un ragazzo che si divideva fra i notiziari radiofonici a "Radio Reporter 93" di Torino, Palazzo Nuovo per le lezioni e la vita giovanile di città, finalmente fuori casa. Erano momenti gioiosi della mia vita, fatte di una voglia di fare e di capire, ma con quel grigiore che derivava dalla catena di attentati con stragi della destra neofascista e dall'emergere del terrorismo rosso, frettolosamente bollato da troppi come «compagni che sbagliano».

Una tappa nella vita

Il sottoscritto durante una trasmissione radio alla 'Rai Valle d'Aosta'Riflettevo ieri, 1° maggio, Festa dei Lavoratori, su questa parolina che frulla nella mia testa: "pensionato".
Nella mia vita parlamentare mi sono talvolta occupato della materia. Ricordo, ad esempio, quando, all'epoca della privatizzazione della "Cogne", ci fu una norma che proposi per i prepensionamenti necessari, che consentì a cinquantenni di lasciare la fabbrica con una pensione anticipata. Circostanza oggi impensabile.
Penso nella sfera familiare a quando mio papà andò in pensione come veterinario condotto, ma non mollò mai la libera professione fino a quando traguardò gli ottant'anni. La sua era un'etica del lavoro al limite della missione. Come non evocare le festicciole, sempre più numerose mano a mano si invecchia, di chi va in pensione fra regalini e sfottò, come la classicissima «ora potrai andare a guardare i cantieri».

Manifestare, ma…

Un momento della manifestazione in piazza Chanoux, ad Aosta, nel pomeriggio del 1° maggio'Manifestare è un diritto. Lo dice l'articolo 17 della Costituzione, frutto della temperie post regime fascista quando questo diritto era stato ovviamente negato: "I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica".
Per capirci: in questa fase storica chi autorizza deve anche valutare i rischi possibili legati alla contagiosità del virus. Anch'io, sin da ragazzo, partecipai o organizzai manifestazioni e dunque ne capisco la totale legittimità, che è un marker della democrazia.

Fedez e la Rai lottizzata

Fedez durante il 'concertone' del 1° MaggioTorno sul "caso Fedez", che ha avuto anzitutto il pregio di evitare che i titoli della prima pagina fossero, almeno per un breve tempo dopo gli eventi, la solita tiritera sul "covid-19".
I fatti sono noti: il cantante milanese ha approfittato del concertone per diventare cassa di risonanza per ottenere la rapida approvazione - sottolineatura legittima - della legge sull'omofobia. Lo ha fatto però con veemenza, attaccando in particolare la Lega con nomi e cognomi, senza - a dire il vero - la possibilità di consentire una replica e questo attenua la solennità del monologo pronunciato nel nome della sua libertà di artista. Ma, assieme a questa sua "ribellione", ha denunciato un tentativo di censura da parte della "Rai" ed è quanto si desumerebbe dalla sua ricostruzione con tanto di registrazione. Dal colloquio telefonico emergerebbe la volontà di attenuare la sua vis polemica, trasformandolo in un batter d'occhio in martire dell'informazione. La "Rai" accusa Fedez di aver manipolato con tagli questa telefonata.

Sempre connessi

Connessioni notturne...La retorica delle scorse ore, riversata a fiotti sul lavoro con il 1° maggio, non nasconde la realtà di trasformazioni in atto su cui è bene riflettere, sospesi come siamo su di una specie di oscillante ponte tibetano.
La prima questione, assai bruciante, sta tutta nell'impatto ancora in corso a causa della pandemia, che sale e scende capricciosamente rovinandoci la vita. Le conseguenze delle azioni di divieto e confinamento intraprese per fermare i contagi hanno avuto due effetti dirompenti sul lavoro. Da una parte c'è chi ha subito la conseguenza devastante o di perdere il proprio lavoro o di trovarsi con le attività rallentate o fermate con il rischio di non riuscire più a ripartire. Un impatto terribile sul sistema economico e sul benessere materiale e mentale delle molte persone che stanno subendo le conseguenze di questo arresto che ha colpito settori nevralgici con un effetto valanga. Ognuno di noi ha ben presente a cosa mi riferisca e al disagio, la frustrazione e persino la disperazione in cui troppi versano, pretendendo giustamente aiuti per non andare a fondo.

Vaccini: la Germania e altri pensieri

Angela Merkel con la mascherina...In Germania, dove i contrari alla vaccinazione contro il "covid-19" sono tanti perché sono molti i "no-vax", è risultato essenziale immaginare dei vantaggi per chi viene vaccinato, come stimolo in favore degli indecisi. In più la Corte di Karlsruhe, la Corte costituzionale tedesca, deve pronunciarsi proprio su alcuni aspetti riguardanti i vantaggi e svantaggi per i vaccinati ed il Governo tedesco pare aver scelto la strada della prevenzione in caso di sentenza sfavorevole.
E' dunque interessante quanto sta partendo. In ordine sparso: i vaccinati non dovranno osservare la quarantena rientrando da viaggi all'estero e potranno accedere ai ristoranti (che in Germania al momento sono ancora chiusi). In più, tema caldissimo, non dovranno più rispettare il coprifuoco. Gli immunizzati potranno incontrarsi senza limitazioni ed un nucleo familiare non vaccinato può incontrare senza limiti persone vaccinate oppure già guarite dal virus. Al tempo stesso, cade naturalmente l'obbligo di effettuare tamponi anti-covid.

Sei punti per l'avvenire

Ripartire...L'orizzonte europeo oggi scodella tre date: la più vicina è al 2026 con la realizzazione/chiusura del "Recovery Plan" o "Next Generation", il più imponente piano di rilancio mai visto in Europa; al 2027 si incrocia il nuovo periodo di programmazione della stessa Unione Europea, che muove ora i primi passi; c'è poi, fatta propria dall'Europa, quel 2030 che segue le piste per il futuro indicate dalle Nazioni Unite.
Poiché credo che la Politica non sia solo la "caccia al voto" e le elezioni non debbano mai essere la preoccupazione principale, sono convinto che scelte a media e lunga gittata siano essenziali. Non si tratta - sia chiaro - pensare a "piani" farlocchi alla Unione Sovietica, ma devo dire che le procedure comunitarie sono molto razionali ed è un metodo che secondo me ha arricchito il bagaglio di politici e tecnocrati per non lasciare nulla al caso.

Lettera anonima

Che bello: ho ricevuto una lettera anonima.
Scritta, fingendo un certo analfabetismo con banale trucco, e redatta con lettere ritagliate dai giornali e mi accusa (con eventuali ritorsioni sulla mia auto e la mia casa) di aver chiuso la tratta ferroviaria "Aosta - Pré-Saint-Didier".
Con quella chiusura io non c'entro nulla, naturalmente, ma l'anonimo, abitante evidentemente in un Comune servito dalla ferrovia, si è affannato per insultarmi, e spero che questo gli abbia portato qualche subitaneo godimento.
Evidentemente dev'essere qualcuno anziano, perché a nessun giovane verrebbe in mente di far la fatica di mandare una lettera con messaggio fatto con carta, forbici e colla. Oggi è ben più facile, ma con maggior rischio di essere beccati, usare nomignoli e imbrattare il Web con cattiverie e stupidaggini.
Ma il mio anonimo disturbatore appartiene ad un'epoca di lettere anonime che, stante l'epoca dei "social" densa di turpitudini, fa quasi tenerezza, come un esempio di un tempo che fu.
Indizio: nessun annullo postale sulla busta. Ci vorrebbe l'ispettore Maigret per scovare lo stupido, ma giusto per farmi due risate.

Attenti alla burocrazia

Asterix ed Obelix alle prese con la burocrazia, nelle 'Dodici fatiche'Parlare di questi tempi di impiego pubblico immagino che possa far drizzare il pelo a tutti quelli che sono sprofondati nella crisi economica a causa della crisi pandemica. Eppure il tema va affrontato.
Capisco che in un Valle d'Aosta dove a lavorare nel settore pubblico sono tantissimi, segnalare i buchi creatisi nelle Amministrazioni possa risultare impopolare, eppure la realtà è che le norme assai stringenti applicate a Regioni e Comuni dall'applicazione del famoso "Patto di stabilità" europeo (lo Stato lo ha applicato alla democrazia locale, meno a sé stesso) ha svuotato uffici cardine nello svolgimento dell'ordinaria amministrazione.
Figurarsi di fronte alle molte incombenze derivanti dall'emergenza sanitaria e vien da piangere a pensare alla spesa entro il 2026 della pioggia di miliardi derivanti dal "Recovery Fund", cui si incrociano i fondi comunitari del periodo di programmazione 2021-2027.

Festeggio l'Europa

Il puzzle sopra la bandiera dell'EuropaOggi è la Festa dell'Europa, che festeggiamo purtroppo in pochi. Eppure oggi io un pensiero verso l'Europa lo scrivo e lo faccio con convinzione e non per timbrare il cartellino. Chiudiamo gli occhi per un attimo e pensiamo a che cosa sarebbe il Vecchio Continente senza il processo d'integrazione europea, che è iniziato dopo i dolori, le tragedie e il sangue della Seconda Guerra mondiale. Ad aprire gli occhi sulla necessità di avere un quadro europeo come antidoto contro il nazionalismo erano stati, già dopo la Prima guerra mondiale quei pochi federalisti, che non furono ascoltati e ci si ritrovò nell'oscurità dei totalitarismi.
Lo disse alla Costituente nel 1947 Luigi Einaudi: «Noi riusciremo a salvarci dalla terza guerra mondiale solo se noi impugneremo per la salvezza e l'unificazione dell'Europa, invece della spada di Satana, la spada di Dio; e cioè, invece della idea della dominazione colla forza bruta, l'idea eterna dalla volontaria cooperazione per il bene comune».

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