October 2020

Oggi vado a scuola (con la fantasia)

La scuola elementare degli anni '60Capisco che sono infantile, ma questa storia di certe date simboliche durerà per sempre e mi ci attacco come Linus alla sua coperta. Così il 1° ottobre è una macchina del tempo. Per me fu sempre quello l'inizio dell'anno scolastico, tranne l'ultimo anno quando - per una legge dell'agosto del 1977 - la data fu spostata al 20 settembre,
Non ho, come certi amici, tanti ricordi di quand'ero piccolo, ma quel primo giorno di scuola del 1964 - e non avevo ancora sei anni - lo ricordo bene come una bolla di preoccupazione per quello che mi aspettava. Non avevo fatto l'asilo e dunque l'impatto era certo più impegnativo e per qualche mese trovai qualche scusa per restare qualche volta a casa, poi furono anni bellissimi in tutto il percorso della scuola sino alla Maturità (l'Università è cosa diversa). Compatisco i bambini che oggi vanno a scuola all'inizio di settembre, mese che per me era la fine delle vacanze e sentivi già quel misto fra nostalgia e languore in vista della ripresa delle lezioni e anche, in certi casi, degli esami di riparazione!

L'Incontrada nuda

Vanessa Incontrada durante il servizio fotografico per 'Vanity Fair'Prendere in giro le persone per il loro aspetto fisico è da mentecatti. Può capitare da bambini quando si può essere stupidini, ma da adulti chi lo fa dovrebbe farsi fare una visita psichiatrica o, forse, guardarsi allo specchio con i propri difetti. Anche in Valle c'è chi ha fatto questo esercizio di utilizzare il corpo altrui per ironia e persino sarcasmo, pensando di far divertire ed invece ha avvolto il suo bullismo di un greve squallore. Tempo perso per dire ai nemici di quanto sono brutti, manco fosse la strega cattiva dello «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?».
Ci pensavo rispetto alla copertina dell'ultimo "Vanity Fair" dedicata a Vanessa Incontrada, che vediamo nuda in una posa comunque pudica a mostrare la propria meravigliosa robustezza neppure troppo botticelliana.

L'ultima chance per gli autonomisti

Io sulla porta d'ingresso del Siège central dell'Union Valdôtaine, insieme al collega Claudio Restano, nella foto di bobine.tvSto seguendo le trattative per la formazione della nuova Giunta regionale in prima persona, partecipando alle riunioni che si svolgono nel famoso tavolo autonomista. Si tratta di un lavoro interessante di confronto, che spero sfoci in futuro in una ricomposizione duratura - con un solo soggetto politico - dell'area autonomista. Obiettivo ambizioso ma assolutamente necessario.
Tema che da molti anni vede impegnati chi ci crede ed io sono fra questi. Non torno sulle ragioni della diaspora unionista, che ha portato alla scelta di molti di andarsene, perché credo che oggi debba prevalere la parte costruttiva che deve esprimersi su come fare ad avere momenti di proposta non per «tornare a casa», che sarebbe banale, ma per avere nuove regole che assicurino efficacia e pluralismo.
Questo prescinde dalla sola e indubbia necessità di avere un Governo regionale stabile e un Consiglio Valle che funzioni, perché offre - con un anno di tempo - un orizzonte ad un processo che altrimenti sarebbe vissuto come un semplice collage per mettere assieme temporaneamente i pezzi con il sospetto dell'opinione pubblica, ormai scettica, che si tratti di una manovra di potere di piccolo cabotaggio.

Inondazione, nel ricordo di 20 anni fa

La devastazione a Nus dell'alluvione del 2000Sembra quasi una beffa che, nell'approssimarsi dei vent'anni di una terribile e distruttiva inondazione, ci sia stata in queste ore - come una sorta di ammonimento - l'ondata di maltempo che ha fatto danni ed ha creato paure in Valle d'Aosta, oltre alla morte che addolora di Rinaldo Challancin di Arnad al lavoro come Vigile del fuoco volontario.
Ma non ci deve stupire quanto accaduto. Le cronache annotate dai nostri parroci nei secoli, prima che nascessero i giornali con le loro notizie e la scienza con le sue annotazioni, confermano come i rischi in montagna derivanti da fenomeni naturali distruttivi esistano da sempre e abbiano sempre colpito paesi e persone. Stare sul "chi vive" ed essere pronti è sempre una buona regola e lo ripeteremo anche in televisione in un programma su "Rai Vd'A" che rievocherà in diverse puntate i fatti dolorosi dell'ottobre del 2000, di cui fui testimone privilegiato come deputato valdostano.

Elezioni al tempo dei "social"

Un momento di votazione per le ultime elezioni comunaliNell'ultima campagna elettorale, di cui mi sono occupato in modo diretto per "Vallée d'Aoste Unie" anche come candidato, mi sono trovato di fronte ad una novità forte: il peso dei "social" ed in particolare di quello più adoperato anche da noi, vale a dire "Facebook".
Intendiamoci: era pur vero che mancavo dalla corsa elettorale da ben undici anni, tuttavia avevo seguito almeno due altre elezioni regionali senza concorrere, una per UVP e una per Mouv'. Proprio questa circostanza mi ha permesso di comparare quanto avvenuto in un decennio.
Anzi, a ben pensarci il mio sguardo può spaziare persino su un periodo ben più lungo, visto che mi candidai, seguendo passo a passo la campagna elettorale, sin dal lontano 1987. Quindi ho visto passare le campagne elettorali, partendo da metodi tradizionalissimi sino all'emergere delle radio e televisione private, novità rilevantissima morta con le regole della "par condicio" e al comparire poi e all'affermarsi del Web, oggi dominante.

La nuova enciclica di Papa Francesco

Papa Francesco che scriveMi è capitato di leggere in passato, per motivi di studio, spezzoni di encicliche papali. Ma confesso che è la prima volta che mi sono messo lì a leggerne una intera per formarmi un'opinione personale. Si tratta della più recente, intitolata: "Lettera enciclica fratelli tutti del Santo Padre Francesco sulla fraternità e l'amicizia sociale". Non ho tutti gli strumenti per capire la profondità di pensiero che sottende a certi passaggi e l'unica cosa certa è che, nella difficile catalogazione ideologica scontata su testi di questo genere, mi azzarderei solo a dire che i contenuti militano in favore di un Papa Bergoglio certo più progressista dei suoi predecessori più immediati. Massimo Cacciari, che sa cogliere la sostanza delle cose con vivida intelligenza, ha detto che la Chiesa ha scoperto l'Illuminismo!
Diciamo che il testo contiene speranze ma senza sottacere molte disillusioni e preciso ovviamente che si tratta di alcuni spunti, scelti da me in modo del tutto arbitrario.

Basta balle sui buoni benzina

L'ormai storica 'Carte Vallée'Durante la campagna elettorale si è diffuso un venticello su mie supposte responsabilità sul venir meno degli storici "buoni benzina" in Valle d'Aosta e ora, pur finite le ostilità, c'è chi continua, come se fosse un pappagallo, a ripetere questa fake news, lanciata da qualcuno che non mi ama.
Se non avessi avuto contatti e conoscenze a Bruxelles, i "buoni" sarebbero stati aboliti molto prima e li ho difesi strenuamente quando ero presidente della Regione, cercando soluzioni tecniche, abbandonate da chi è venuto dopo di me. Ma non ho alcuna intenzione di tornarci sopra per chissà quale polemica, perché per fortuna ho tutta la documentazione necessaria per dimostrare non solo la mia buona fede, ma anche l'impegno profuso. Anzi, il prossimo che scriverà qualche scemenza, pur ritenendo quasi sempre inutili le querele, lo porterò in Tribunale, perché "carta canta" a differenza delle lingue lunghe.

Non molto FICO

Il desolato ingresso di 'FICO' a BolognaHo seguito con vivo interesse la carriera di Oscar Farinetti, che frequentai anni fa, apprezzandone cultura e acume, per il progetto - ucciso in culla da chi dopo di me bocciò un percorso già avviato - che era stato chiamato la "Porta della Valle d'Aosta" e che sarebbe dovuta sorgere a Pont-Saint-Martin.
L'idea nasceva da un pensiero: se mai si fosse realizzata nel dopoguerra la famosa "zona franca", allora proprio a Pont-Saint-Martin - come avviene oggi a Livigno - ci sarebbe stata una barriera doganale con un "effetto frontiera" per controllare l'esportazione dei prodotti al consumo non tassati. Il secondo pensiero stava nel fatto che l'ingresso-uscita della Valle potesse essere valorizzato da una scelta architettonica di prestigio che fosse un benvenuto ed un arrivederci e che fosse anche una sorta di "autogrill" del nuovo Millennio, neppure lontano parente delle aree di sosta autostradali (pur ora in miglioramento), con le eccellenze della Valle e dell'Italia.

Feuillage

Un esempio di feuillage d'automneGuardo i colori dell'autunno sulle nostre montagne: il "feuillage d'automne" è uno spettacolo della natura con cui rifarsi gli occhi e vivere emozioni. E' a "costo zero" e basta poco a trovare luoghi che paiono magici, come frutto della tavolozza di un pittore impressionista.
La notevole altimetria della nostra Valle consente di seguire la lenta discesa dell'inverno dalle cime già imbiancate sino al fondovalle. Ci si può perdere nella placidità di giornate di sole con quella luce calda che indora i nostri versanti ed inonda i boschi di colori persino misteriosi.
E cosa dire delle foglie? Edmond Rostand fa dire a Cyrano de Bergerac: «Comme elles tombent bien! Dans ce trajet si court de la branche à la terre, comme elles savent mettre une beauté dernière, et malgré leur terreur de pourrir sur le sol, veulent que cette chute ait la grâce d'un vol!». E' persino romantico camminare su certi letti di foglie.

Occhio all'astensionismo

La consegna della scheda elettorale alle recente ballottaggio comunaleSarò noioso e ripetitivo, ma quando sento parlare di vittorie e sconfitte nella scorsa tornata elettorale, a parte sorridere perché non ce n'è uno che, a conti fatti, ammetta di aver avuto un cattivo risultato, constato che ci si dimentica quale sia ormai il primo partito in Valle d'Aosta: gli astensionisti, cioè quelli che non votano.
Alle regionali su 103.127 cittadini non hanno votato in 30.426, cui vanno aggiunti 6.435 elettori che si sono espressi o con la scheda bianca o con quella nulla. Anche nei Comuni, specie i moltissimi con una lista sola, la partecipazione al voto è stata complessivamente non soddisfacente con l'abisso, al secondo turno, del Comune di Aosta con solo il 45,93 per cento di votanti.
Se sommiamo a questo le tribolazioni, sia per la Regione che nei Comuni, per comporre le liste e la scarsa partecipazione ai comizi, quando si sono fatti, il cerchio si chiude e pone seri problemi su temi quali la partecipazione democratica e la cittadinanza attiva.

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