November 2019

Per cimiteri

Uno scorcio del cimitero di AostaHo visitato nella mia vita bellissimi cimiteri e confesso di farla quasi sempre una visita di questo genere nei miei giri, che siano gitarelle o viaggi veri e propri. Esiste qualche cosa di istruttivo, naturalmente con il rispetto dovuto per i luoghi e le persone lì sepolte, perché esempio mirabile delle diverse civiltà espressione dell'animo umano in tutti i Continenti.
Alcuni erano persi nella campagna come dei camei nella natura, altri a picco sul mare spesso di un bianco candido, ho ammirato cimiteri monumentali con lapidi e cappelle di pietra e marmi e naturalmente ho visto da noi sulle Alpi cimiteri che sembrano oasi di pace non solo eterna. Vale la riflessione di Emil M. Cioran: «Alla minima contrarietà, e a maggior ragione al minimo dispiacere, bisogna precipitarsi nel cimitero più vicino, dispensatore immediato di una calma che si cercherebbe invano altrove. Un rimedio miracoloso, per una volta».

I cittadini fra retroscena e "fake news"

'Il gioco delle 'fake news'Mi ritrovo sempre più spesso a leggere articoli frutto di retroscenismo e cioè di ricostruzioni che riguardano in particolare il mondo politico. Si tratterebbe nella "versione buona" di offrire al lettore delle informazioni dietro le quinte che anticipino gli eventi o squarcino il velo su operazioni ancora in corso che siano avvolte dalla riservatezza o peggio ancora da logiche omissive.
Nulla di scandaloso, se non si eccede nella voglia di stupire e se non si aggiungono al piatto troppi condimenti per renderlo più saporito o peggio si rovista - in senso figurato - nella spazzatura. Ci vuole poco con certi comportamenti ad uscire dal seminato, entrando nel terreno della falsificazione.
Alla fine, così facendo, non si rende un buon servizio alla comunità, perché non si tratta più - come dicevo - di svelare aspetti tenuti nascosti o di rivelare mosse che siano utili per capire, ma di una manipolazione dei fatti.

La forza della passione

'Il manuale del guerriero della luce' di Paulo CoelhoSarà capitato anche a voi. Ci sono persone che incontri che hanno lo sguardo spento ed altre con la pupilla che ha dentro come una fiammella. Niente di scientifico e neppure di paranormale, per carità! Ma la semplice constatazione che gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Anzi, precisa con minuzia lo scrittore Paolo Coelho: «Gli occhi sono lo specchio dell'anima e, in qualche maniera, rivelano ciò che sembra occulto. Ma, oltre alla capacità di brillare, essi posseggono un'altra qualità: fungono da specchio sia per le doti racchiuse nell'animo sia per gli uomini e le donne che sono oggetto dei loro sguardi».
Trovo - perché il passare degli anni fa esperienza - che quel scintillio degli occhi appare come una pietra preziosa, quando ad accenderlo è un elemento senza eguali: la passione.

La Politica senza futuro

'Un'immagine di qualche tempo fa del Consiglio ValleLa parte del catastrofista non mi si addice, perché cozza contro un mio inguaribile ottimismo, eppure ammetto una mia desolazione nel constatare una generale disattenzione della politica per i temi concreti, che sono la ragione vera e lo scopo principale del complesso meccanismo della democrazia in cui si governa per decidere.
Questo deriva non solo dal venir meno del ruolo dei partiti, diventati comitati elettorali, ma da certa mediocrità di chi entra in politica alla ricerca di un'occupazione migliore del lavoro da cui proviene, sempre che ne avesse uno.
Con queste due osservazioni non vorrei generalizzare, perché sarebbe autolesionista per chi, come me, ha fatto parte di forze politiche ed ha avuto ruoli elettivi per tanti anni.

La Segre e l'orrore di Auschwitz

'Liliana SegreEra il gennaio del 2018, quando scrissi per la prima volta di Liliana Segre, divenuta Senatrice a vita su scelta nobile del Presidente Sergio Mattarella. Raccontai di come quella nomina di una ebrea italiana scampata al lager mi ricordasse mio papà, che ad Auschwitz ci passò nel 1944 un certo periodo come militare internato in lavori come l'installazione di linee telegrafiche. Con altri suoi coetanei era stato preso prigioniero e caricato su di una tradotta ad Aosta nel mese di maggio e spedito in Germania, da dove tornò un anno dopo con sulle spalle un'esperienza terribile che rimase sempre nel suo animo. Uomo spiritoso e vivace, ma che nascondeva un peso doloroso e non cancellabile dietro questa sua maschera. Allora aveva vent'anni, quando scoprì in poco tempo - grazie ad un prete polacco che in francese gli descrisse la macchina di sterminio - cosa fosse quel gran campo ricolmo di prigionieri con una divisa bianca e nera. Erano prevalentemente ebrei che vivevano lì segregati in attesa di essere "gassati", perché Adolf Hitler ed il suo nazismo volevano cancellare quel popolo dalla faccia della Terra ed ebbero con le leggi razziali la piena complicità del fascismo.

Perché dantizzare la lingua

'Un Dante affranto davanti al computerE' vero che, nella nostra vita quotidiana, usiamo varianti diverse delle lingue che conosciamo, nel mio caso italiano e francese. Un conto è il linguaggio familiare, quello adoperato in compagnia con gli amici, la lingua che uso se parlo in radio (diversa da quella in televisione, dove conta anche la gestualità), che cambia se devo tenere un conferenza o se devo scrivere qui sul blog. Le varianti sono tante e si intersecano fra di loro.
Certo nella quotidianità - senza fare il vecchio bacucco - si nota un peggioramento nella forma e nella sostanza. L'uso del "tu" (quando non diventa il tragico "te") è diventato ossessivo e mostra, in certe circostanze, una sciatteria di comportamento che fa impressione e che non è solo un problema di educazione e di bon ton, ma inerisce questione più profonde di rispetto reciproco.

"Coca-Cola" fra leggende metropolitane e plastica

'Bottiglie di 'Coca-Cola' e plasticaPuò capitare di mettere assieme una cosa scherzosa e una cosa serissima. Trovo che questo contrasto, come il dolce e l'amaro, faccia parte della nostra vita. Mi viene in mente come esempio bislacco l'umorismo nero di certe battute del mondo ebraico, che mettono assieme i problemi terribili vissuti da quel popolo e una sagace capacità di osservazione che sa vedere il lato scherzoso, spesso sardonico, anche quando si è messi male.
Il lato scherzoso del problema parte da un prodotto che fa veramente impressione per la sua diffusione mondiale: la "Coca-Cola".
In tutti i Paesi del mondo dove sono stato ho trovato questa bevanda americana. A Cuba, quando ci sono andato in viaggio, la "Coca-Cola" non c'era e esisteva solo una "Cola" locale, mentre oggi la multinazionale è arrivata anche lì. Credo che l'unico posto rimasto, dove non si trovi in vendita, sia la Corea del Nord per ragioni ben comprensibili di odio verso gli States.

Da Taranto a Saint-Vincent: politica in tilt

'Luigi Di Maio e l'Ilva di TarantoHo già detto delle similitudini fra la situazione politica valdostana e quella romana. Maggioranze che - scherzando - si può dire che siano come il sesso senza amore. Nate in sostanza per evitare le elezioni, per scongiurare la vittoria degli avversari e per mantenersi al potere, che altrimenti sarebbe destinato a svanire.
Nessuno si deve scandalizzare per questa logica di autoconservazione. In molti anni prima di interesse e poi di impegno politico ne ho viste di tutti i colori e cambi non solo di casacca ma pure di idee di tanti protagonisti vecchi e nuovi. In molti contano su di un'evidente smemoratezza degli elettori, che in parte esiste davvero.
Pensiamo a due pasticciacci brutti sui giornali di questi giorni, uno di portata nazionale, uno tutto valdostano.

Ricordare il nazismo contro l'indifferenza

La cronaca quotidiana offre piccoli pezzi di puzzle che, una volta composti, consentono un'immagine d'insieme, oggetto di riflessione. Pensiamo al ritorno del nazismo, uno dei fenomeni storici più abietti, che continua ad avere nel mondo dei suoi adepti, evidentemente decerebrati.
Penso ai due ragazzi che si sono visti un paio di giorni fa a "Lucca Comics and Games" a sfilare con divise naziste, con tanto di svastiche e celtiche, e persino di un carro armato in scala per rendere più suggestiva la loro "sfilata". Ho ammirato un cittadino, finito sul Web, che li ha ben apostrofati, facendo capire la gravità di quel loro gesto evocatore, che non aveva nulla di una simpatica mascherata.
Più o meno nelle stesse ore il Consiglio comunale di Dresda, città tedesca della Sassonia abitata da oltre mezzo milione di persone e bombardata dagli Alleati nell'ultimo periodo dell'ultima guerra mondiale, ha approvato una mozione per dichiarare una "emergenza nazismo". Nella mozione si legge che "le azioni e gli atteggiamenti antidemocratici, antipluralisti, misantropici e dell'estrema destra, inclusi atti di violenza, stanno accadendo a Dresda con una frequenza sempre maggiore".
Insomma, persino in Germania - specie nell'Est, per anni sotto il comunismo - rispunta questa brutta bestia.

Un bel libro per i freerider ed il nodo della sicurezza

'Il libro di Ettore PersonnettazFa sempre piacere quando qualcuno ti porta un suo libro e ti chiede anche quale impressione tu abbia ricavato dalla sua lettura. Specie se, come nel caso di Ettore Personettaz, ci sia una stima e lo abbia conosciuto quando era appassionato di politica alle prime armi e l'ho poi ritrovato - deluso come molti di noi - in tutt'altra veste.
L'abito che indossa oggi è quello del maestro di sci, appassionato degli sport di montagna o meglio, se si può usare una maiuscola come iperbole, delle Montagne come contesto non solo naturale o come palestra en plein air, ma come civiltà alpina da comunicare in tutti i modi.
Il libro si occupa di discipline contenute in due anglicismi che segnano le nuove frontiere di quello che un tempo veniva chiamato "fuoripista" (che poi era lo sci pionieristico prima degli impianti a fune), evolutosi in "scialpinismo" come filosofia e oggi muta, a seconda degli attrezzi adoperati. Così il titolo suona così: "Freeride e Splitboard in Valle d'Aosta - Racconti, spunti e itinerari".

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