August 2019

Caro Agosto ti scrivo...

La statua di Ottaviano Augusto ad AostaGentile mese di Agosto,
le scrivo questa mia nella speranza di convincere lei e tutti quelli che lo vorranno ad una seria riflessione sul suo ruolo eminente durante le vacanze.
So quanto il punto di partenza sia difficile per lei, avendo avuto il suo da fare, benché godesse di grandi raccomandazioni, per affermarsi sul calendario. In origine, pur con diversa collocazione, il suo nome era banalmente "sextilis" (il sesto mese dell'anno nel calendario romano), poi il mese fu rinominato - con evidente ridondanza - "augustus" dal Senato romano, nell'anno 8 a.C., in onore dell'imperatore Augusto, dal quale prende il nome anche il Ferragosto ("feriæ Augusti"). Sempre il Senato aggiunse un giorno alla durata, sottraendolo da febbraio, per renderlo uguale a luglio (dedicato a Cesare). Era ovvio che ci volesse una par condicio...

L'orologio da polso

Il 'nuovo' orologio da polsoTocca partire da vicino e poi chissà se riuscirò ad andare più lontano. L'orologio da polso è un oggetto in voga da un tempo relativamente breve: leggo che il primo, ad uso femminile, risale al 1868. Ma è nel Novecento che si afferma come oggetto per misurare il tempo, che diventa poi oggetto di moda e persino status symbol, modernizzatori con varie aggiunte e scoperte.
Io ho avuto il primo - come da copione - alla Prima Comunione e poi ne ho avuti altri sino al vezzo da ragazzo di non portarlo più, perché mi infastidiva e per decenni ne ho fatto a meno (tranne quello per le immersioni per necessità), maturando il gusto della sfida di vivere senza con la presunzione di svegliarmi all'ora giusta, senza sveglia, per una specie di abilità acquisita. Sapendo ovviamente che laddove necessario al lavoro o nello svago l'ora spuntava da qualche parte per evitare svarioni.
L'arrivo del telefonino con l'ora me lo ha fatto portare di nuovo appresso e da Natale ho anche al polso un orologio "Apple" collegato al mio "iPhone" in una versione sportiva che mi serve - anche se pure questo è un vezzo - per avere informazioni di tipo salutista, oltre che per molte altre cose. Compreso, in certe circostanze come uno "007" di serie D, di rispondere dall'orologio alle telefonate, facendomi prendere in giro da solo.

Emergenza pipì (bau!bau!)

Il problema della pipì dei caniD'estate corro al mattino presto e vedo uscire dalle case, a Saint-Vincent dove abito, padroni assonnati con uno o più cani, non sempre al guinzaglio. Escono per far fare i bisogni ai loro cani. Malgrado un'ordinanza comunale che obbliga a dotarsi di una bottiglietta d'acqua per dilavare la pipì, solo una coppia che vedo quasi sempre adempie a questo obbligo, gli altri non lo fanno e dubito che ci siano state multe, pur previste. Più praticato è semmai il famoso sacchettino per la cacca dei cani, che risolve solo parzialmente il problema dell'imbrattamento e non mi dilungo per buonsenso sul fatto che le feci possano avere diversa consistenza.
Ci scandalizzeremmo giustamente se un essere umano si mettesse a fare per strada quel che fa il suo cane e in un mondo alla rovescia potrebbe capitare davvero e servirebbe, sul filo del paradosso, a mettere un po' di ordine agli eccessi e capiremmo con occhi e olfatto «l'effetto che fa».

Zorro ha cent'anni

'Zorro' nella versione di Guy WilliamsIl successo di Zorro - noto personaggio vendicatore dei poveri contro i soprusi dei potenti che compie in queste ore cent'anni - lo si vede a Carnevale, quando miriadi di bambini si travestono nell'eroe che ha forgiato generazioni. Lo sfigato e accomodante don Diego della Vega con una mascherina si trasforma nel coraggioso e indomito Zorro e dunque per ognuno di noi - me compreso - bastava un travestimento carnevalesco improbabile con spadina di plastica, mantellina nera, buffetto disegnato e volto celato per trasfigurarci e accennare con l'attrezzatura in dotazione la famosa "Z", griffe del nostro beniamino quando firmava le sue imprese.

L'uomo volante

Franky Zapata mentre volaQuesta storia delle "macchine volanti", raccontatami quand'ero bambino con la previsione che le avrei viste una volta diventato adulto, appartiene al novero delle delusioni, anche se leggo periodicamente che tra poco ci saremo e dunque - tranne spiacevoli imprevisti - conto di poterci ancora salire e sfrecciare nei cieli.
Ricordo di aver visto una mostra a Milano su Leonardo da Vinci, che dimostra con i suoi disegni - in parte realizzati in modelli veri e propri - si fosse appassionato al volo fin dagli anni giovanili e fin dal 1485 progettò un primo prototipo di paracadute e una macchina per volare detta "vite aerea", considerata dagli studiosi come l'antenato dell'odierno elicottero.

Valdostano ma cosmopolita

Le bandiere europea, italiana e valdostana davanti a Palazzo regionaleOgni tanto questo benedetto mondo autonomista, diventato un arcipelago troppo vasto e con alcune isole che appartengono a continenti politici che non c'entrano nulla, avrebbe bisogno - come si fa con le auto - di un bel tagliando che ci dia elementi sul funzionamento delle sue componenti. Non so chi dovrebbe compiere l'ispezione: potrebbe essere opera collettiva di chi possa vantare titoli e background e non si avvalga solo di flebili e talvolta risibili autocertificazioni.
Specie d'estate, quando si incontrano turisti meno affaccendati nelle discese sciistiche, capita di trovare qualcuno, in ambiente ameno, che chieda che cosa sia in fondo questo Autonomismo valdostano e quali caratteristiche dare ad un pensiero di questo genere che non sia solo rifarsi ai grandi Padri del passato, perché sarebbe anacronistico, visto che viviamo nell'oggi e non nel passato e chi si ferma è perduto. Una pianta senza gemme è morta.

Il declino dei pentastellati

Luigi Di Maio e Matteo Salvini con il premier Giuseppe ConteIn politica spesso basta aspettare e dimostrare pazienza anche di fronte a fenomeni eclatanti che, nell'umoralità crescente di parte degli elettori, durano poco, perché quando emergono troppe incertezze anche il cittadino più smarrito cerca altre strade, dopo aver visto la differenza fra il "dire" e il "fare".
Chi ha irriso con volgarità e senza uno straccio di rispetto la "vecchia politica" oggi paga il dazio. Mi riferisco ai "pentastellati", un tempo "grillini", che avevano conquistato la scena - ed in Valle d'Aosta hanno pure espresso l'unica deputata valdostana subito desaparecida - cavalcando l'odio per la Casta a colpi di «vaffa» come terapia gradita a molti elettori.

Tuoni e fulmini

Fulmini!Seguo il grande critico letterario Bernard Pivot su "Twitter", dove pubblica di tanto in tanto pensieri in pillole (direi "fulminanti", ma anticiperei le cose...), tipo: «Devant l'orage qui gronde, qui menace, qui obscurcit le ciel, mais qui éclate ailleurs, comment ne pas retrouver les peurs, puis les déceptions de notre enfance?».
Non credo di aver mai avuto davvero paura - come invece capitava ai miei cani - ma forse era un alibi per cercare coccole consolatorie e trovo che da genitore che mai bisogna lesinare ai bambini, che un giorno non le vogliono più e noi mamme e papà ci troviamo d'improvviso senza più questa loro carica di energia pulita e quella fisicità che finiamo per rimpiangere.
Mi veniva in mente la cronometrica puntualità in certe stagioni estive di quei temporali estivi alpini che riempivano il cielo, che era limpido la mattina. Come se qualcuno decidesse, a fine giornata di fare una ripulita, in vista dell'indomani.

Crisi di Governo

Matteo SalviniPer senso del dovere, annotando qui ormai da molti anni pensieri sulle notizie politiche salienti, mi tocca scrivere della crisi ferragostana che pare sancire lo scioglimento delle Camere a Roma con diversi scenari nella fissazione di elezioni anticipate in autunno o, con trascinamento, ad inizio 2020.
Mi pare di non poter schivare la circostanza, anche se in questa estate si conferma la crisi di vendite dei giornali (carta stampata ed edizioni digitali), perché si scrive troppo di Politica con l'effetto del "troppo stroppia" che sta emergendo con inquietante evidenza e ciò vale anche per i telegiornali. Personalmente leggo o seguo alcuni giornali europei o altri media esteri proprio per non perdere il filo di certi problemi seri rispetto alle liti infinite e stressanti in cui sguazzando certi retroscenisti italiani per non parlare di quei giornalisti che vengono assoldati come mercenari per aiutare Tizio o Caio, ma se arriva Sempronio rincorrono il carro del vincitore.

Ode alla pennichella

Un gatto pisola sul tetto di un'auto, ad AostaMio papà non mancava mai al rito. Svegliandosi prestissimo, al ritmo del mondo contadino che si sa è al lavoro ad orari antelucani, aveva l'abitudine di una rapida dormitina dopo pranzo: una ventina di minuti ristoratori. Anche mio nonno Emilio, ramo materno, lo ricordo da anziano, a sonnecchiare sempre in una logica postprandiale e assumeva certe posture sulla poltrona, che mi sembrava morto stecchito.
Io dormicchio solo in caso di vacanza, quando mi capita in montagna o al mare di rilassarmi. Ricordo con un certo orrore quando, nelle lunghe estati marine, si obbligava la banda dei cugini all'igienistico riposino pomeridiano e noi aspettavamo di essere messi in camera per poi ribellarci al rito bisbigliando fra noi senza farci scoprire.
Dalla mia esperienza politica a Roma mi è rimasto in testa il termine "pennichèlla", diminutivo di "pènnica", derivato del latino volgare "pendicāre".

Registrazione Tribunale di Aosta n.2/2018 | Direttore responsabile Mara Ghidinelli | © 2008-2021 Luciano Caveri