April 2019

Il peso del destino

Corrado Hérin su un ghiacciaio con il suo aereo ultraleggeroIl margine fra gioia e dolore, fra festa e tragedia - con capovolgimenti che lasciano stupefatti e ci interrogano sulla capricciosità del destino e delle sue combinazioni - resta uno degli aspetti più insondabili della nostra umanità. Ce lo ricordano i grandi avvenimenti della Storia e le mille vicende vissute nella nostra vita in un incrocio fra il grande ed il piccolo.
Vedete: ieri già per me era stata una giornata straniante in questo medesimo solco. In una meravigliosa giornata di sole, si svolgeva a Torgnon la festa del locale sci club, dove mio figlio più piccola frequenta la squadretta agonistica dello sci.
Avete idea di quelle domeniche in cui si è davvero in pace con sé stessi: in attesa di gareggiare anch'io in un gigante con bambini di diverse categorie e qualche genitore mi godevo da una parte la straordinaria bellezza delle nostre montagne e guardavo dall'altra con il cuore pieno questi ragazzi e bambini carichi di energia e di felicità.

Area megalitica? Uno stabilimento balneare!

La rivelazione lascia davvero di stucco. Per anni gli archeologi hanno studiato a fondo l’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans di Aosta, scoperta per caso nel 1969 durante la costruzione di case. In circa un ettaro si rivelò uno dei più interessanti siti d’Europa con significative testimonianze di quasi cinque millenni di storia, dai momenti finali del Neolitico ai giorni nostri, oggi visitabile in un vero e proprio viaggio nel passato.
Si è sempre pensato che fosse un’area sacra destinata sin dall’inizio a essere sede di ricorrenti manifestazioni legate al culto e alla sepoltura con la ricostruzione di riti che si svolgevano sovrapponendosi su quanto preesistente.
Ora la scoperta di due esperti olandesi, Jan Karlsson e Peter Bergström, apre scenari molto diversi. Tutto parte dalla tradizione popolare secondo la quale la conca di Saint-Vincent sarebbe stata invasa, nella tarda preistoria, da un lago di grandi dimensioni. Un riscontro della fondatezza era già da indagini svolte dal Servizio archeologico della Soprintendenza per i Beni culturali della Valle d'Aosta.
Il lago in questione, la cui presenza è stata geologicamente accertata, si sarebbe formato in seguito allo sbarramento del corso della Dora provocato da una frana di enormi proporzioni, precipitata in prossimità della località Champerioux di Montjovet.

L'area megalitica? Uno stabilimento balneare!

La rivelazione lascia davvero di stucco. Per anni gli archeologi hanno studiato a fondo l'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans di Aosta, scoperta per caso nel 1969 durante la costruzione di case. In circa un ettaro si rivelò uno dei più interessanti siti d'Europa con significative testimonianze di quasi cinque millenni di storia, dai momenti finali del Neolitico ai giorni nostri, oggi visitabile in un vero e proprio viaggio nel passato.
Si è sempre pensato che fosse un'area sacra destinata sin dall'inizio a essere sede di ricorrenti manifestazioni legate al culto e alla sepoltura con la ricostruzione di riti che si svolgevano sovrapponendosi su quanto preesistente.
Ora la scoperta di due esperti olandesi, Jan Karlsson e Peter Bergström, apre scenari molto diversi. Tutto parte dalla tradizione popolare secondo la quale la conca di Saint-Vincent sarebbe stata invasa, nella tarda preistoria, da un lago di grandi dimensioni. Un riscontro della fondatezza era già da indagini svolte dal Servizio archeologico della Soprintendenza per i Beni culturali della Valle d'Aosta.
Il lago in questione, la cui presenza è stata geologicamente accertata, si sarebbe formato in seguito allo sbarramento del corso della Dora provocato da una frana di enormi proporzioni, precipitata in prossimità della località Champerioux di Montjovet.

Brexit: a Londra è in crisi la democrazia

Il Primo Ministro del Regno Unito, Theresa MayIl Regno Unito è un caso esemplare di un'antica democrazia che si inceppa d'improvviso per un pasticcio creato in proprio. Mi riferisco alla questione della "Brexit", cioè l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, decisa il 23 giugno del 2016 con il favore del 51,89 per cento dei votanti. Da allora, finita nella palude della negoziazione con l'Unione europea guidata con maestria dal savoiardo Michel Barnier (che potrebbe diventare Presidente della Commissione europea e ricordo che venne insignito come "Ami de la Vallée d'Aoste"), ormai si sono susseguiti colpi di scena e ritardi, che hanno portato ormai - fonte "Ansa" - a quattro scenari possibili, anche se il primo appare il più probabile e terribilmente traumatico.

Gossip e Economia

Matteo Salvini al cinema con Francesca VerdiniAnche nella Prima Repubblica esisteva il "pettegolezzo", ma devo dire che ormai il "gossip" (oggi si chiama così) attira i politici come le mosche. Lo dimostra, in ultimo, la serie di copertine di "Chi" - la punta di diamante della cronaca rosa - dedicate agli amorazzi dei politici di grido. Ultima novità che fanno rumore è la storia di Matteo Salvini con tale Francesca (particolare scabroso è la figlia di quell'ex senatore di Forza Italia, Denis Verdini, con cui - via "Twitter" - lo stesso leader leghista non fu molto tenero), dopo la passione mediatica con la presentatrice televisiva Elisa Isoardi (che sempre via "Twitter" ritrasse Salvini stanco dopo l'amore) ed anche la nuova fiamma di Luigi Di Maio, certa Virginia, che sbaciucchia il vice Premier in favor di macchina fotografica.

L'invidia del povero rosicone

Una stampa di Gustave Doré dalla 'Divina Commedia', con Dante e Virgilio che incontrano Sapìa SalvaniNella vita si accumula un meraviglioso campionario di vizi e virtù e - senza immaginare il meticoloso lavoro dantesco della "Divina Commedia" che contiene tutta la commedia umana giunta al redde rationem - ognuno di noi ha una raccolta di volti simile a quegli album della "Panini" con il volto dei calciatori.
Una di queste maschere, con cui mi è capitato e mi capita di avere a che fare e ne ho l'immagine in testa, è "l'invidioso", ricordando che l'invidia è uno dei sette Peccati Capitali. Ma proprio Dante - con sguardo in fondo bonario - pone gli invidiosi nel Purgatorio e il dantista Vittorio Sermonti così ne scrive: «I lessici medievali sanzionano: «"ti invidio" vale"‘non ti vedo", cioè "non sopporto di vedere il tuo bene"». E, in effetti, "invidiare", alla radice, designa un'alterazione malevola e funesta della funzione visiva...».

Il perimetro autonomista

Uno steccato...E' bene - lo dico come premessa - discutere di politica in tutte le sedi in cui è legittimo farlo. Ho vissuto con angoscia epoche in cui si era smesso di discutere per «non disturbare il manovratore» - anche se io personalmente ho sempre detto e soprattutto scritto (verba volant, scripta manent) quel che penso - ed in certe stanze in cui sia assumevano decisioni vigeva il silenzio come se fosse una regola francescana. E non è vero che il silenzio è sempre uguale a sé stesso: ci sono silenzi per vuoto intellettuale, silenzi per paura di esprimersi, silenzi che sono complicità pura, silenzi tattici «per vedere l'effetto che fa», silenzi fatti di rassegnazione. La riflessione vale come premessa ad un tema delicato: il futuro dell'autonomismo valdostano su cui è bene esprimersi.
Ci sono stati momenti nel dopoguerra in cui - sotto il fuoco di fila dei grandi partiti nazionali - gli autonomisti valdostani erano una minoranza. Pensiamo alla seconda Legislatura regionale 1954-1959, quando l'Union Valdôtaine ebbe un solo eletto su 35 a causa del sistema maggioritario allora vigente.

Basta con chi disprezza il sapere

La Terra ripresa dal satellite geostazionario americano 'Goes-16'Si può dire basta? Ogni tanto me lo chiedo, quando il mondo dei "social" ti offre la possibilità di sporgerti in un abisso di ignoranza, fatto di superstizioni e balle spaziali e di un disprezzo per qualunque forma di sapere e di cultura. Uno schiaffo al buonsenso ed all'intelligenza da parte di chi odia la conoscenza, l'istruzione, la scienza ed ogni altra forma di istruzione ed un buon background è considerato da disprezzare perché élitario.
Ha scritto lo storico Franco Cardini: «E' la rivoluzione degli incolti e felici di esserlo contro tutti gli specialisti, i "soloni", quelli che con la scusa dell'avere studiato vorrebbero imporre agli altri il loro punto di vista.
Una rivoluzione democratica: se in televisione assisti, ad esempio, a un dibattito, che so, sui vaccini, e da una parte c'è un illustre clinico o un ricercatore di grande esperienza e di altissimo livello e dall'altra c'è un "no vax" che sull'oggetto del contendere ha letto un paio di articoli di "Focus" e ha orecchiato un discorso in autobus, l'avviso del competente e quello dell'incompetente sono sullo stesso piano: sono due punti di vista, valgono ciascuno un voto.
Sulla base di ciò, di recente, una signora del governo ha cercato di zittire un ex ministro dell'economia criticabilissimo sotto molti aspetti, ma noto per essere un economista illustre semplicemente con un "questo lo dice Lei!"»
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Non sono un pistolero

Una pistola a bolle di sapone...Non credo molto alle statistiche sui furti in casa in Valle d'Aosta, anche se risultano comunque in aumento. A meno che non si abbia una polizza assicurativa e dunque si debba andare a denunciare per essere in qualche modo risarciti, non tutti scelgono la strada della carta bollata, considerandola in parte inutile per l'oggettiva difficoltà di individuare i banditi e alla luce anche di qualche sentenza mite nei confronti di autori di "colpi". Hanno comunque sul punto ragione le Autorità di polizia quando segnalano la necessità di denunciare e soprattutto di avere regole di prudenza e di allerta, essendo la popolazione stessa la prima a poter fornire un quadro sfavorevole alle azioni dei malviventi.
Va detto che sinora, per fortuna, nelle case valdostane non ci sono stati casi di rapina, cioè quando i malviventi usano violenza o minaccia, quanto invece avvenuto non molto distante da noi con bande molto violente e pronte a tutto, di cui purtroppo la cronaca nera è piena.

Brutta storia il tirare a campare

Giulio AndreottiNon ho grandi certezze di questi tempi in Politica, se non beninteso - altrimenti vagherei nel buio - conservo le mie convinzioni più profonde che riguardano la Valle d'Aosta e quanto ci sta attorno, visto che non viviamo in una bolla di sapone che ci isoli dal resto del mondo.
Convinzioni dinamiche nel tempo, perché società e circostanze cambiano e solo un cretino potrebbe pensare che tutto sia rimasto come quando cominciai ad occuparmi della "Cosa pubblica" prima come cittadino e poi come eletto ed ora di nuovo come cittadino. Se si considerasse l'Autonomia come un idolo intoccabile saremmo vittime di superstizioni, invece tutto muta e bisogna tenerne conto.
Qualcosa però resta sempre uguale ed oggi, con maggioranze politicamente diverse a Roma e ad Aosta, c'è però un'assonanza nel nome di un vecchio vizio della Politica. Mi riferisco allo stranoto e molto praticato "tiriamo a campare".

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