Trovo giustissimo fare attenzione a che cosa mangiamo, perché ne va della nostra salute e direi che si è diffusa sul punto nel tempo una crescente consapevolezza, ma certo qualche stortura esiste sempre. Purtroppo nella quotidianità non si può seguire l'utopia di Carlin Petrini, papà di "Slow Food", quando dice: «Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò che mangio». L'esatto opposto, per capirci, è quel "cibo spazzatura" che ancora esiste, malgrado tenti con operazioni di marketing di dimostrare il contrario.
Sono per natura un libertario, per cui penso davvero che ognuno possa mangiare quello che vuole. Con la solita regola - che non sempre vedo applicata - del rispetto reciproco.