February 2019

Il "lecchino-leccaculo" e la sua storia

La copertina del libro del professor Antimo CesaroNella collana "I Delfini" della casa editrice "La Nave di Teseo" è un uscito un libro da non perdere, perché ci illumina su quello straordinario personaggio, che ciascuno di noi conosce fin dall'infanzia e che spesso vediamo o sopportiamo nella vita quotidiana. Il titolo è illuminante: "Breve trattato sul lecchino" di Antimo Cesaro. "Lecchino" è il modo gentile e ironico per il ben più greve ma più suggestivo "leccaculo", idealtipo che lotta e vive in mezzo a noi, e va ringraziato l'autore perché non spara nel mucchio ma ci fornisce grandi proiettori con cui fare luce sulle nostre conoscenze del genere.
E l'autore è Antimo Cesaro (Napoli, 1968), che insegna Scienza e filosofia politica e Teoria del linguaggio politico presso l'Università della Campania "Luigi Vanvitelli". E' stato membro del "Consiglio nazionale dei Beni culturali", deputato e sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività culturali. In questa attività politica, com'è capitato a me, avrà incontrato varianti meravigliose del modello standard del "leccaculo". Io ne conosco parecchie specie anche nel campionario valdostano (in patois suona "lètsacu").

Pensieri sul singolare esito di #Sanremo2019

Non ho seguito in diretta gli esiti finali delle votazioni di questa edizione autarchica (niente stranieri neppure fra le star ospiti) del "Festival di Sanremo".
Non lo dico per snobismo ma perché queste lunghe maratone, viste dal divano di casa, sono per me concepibili solo se oggetto - come mi è capitato in passato - di frizzi e lazzi in compagnia di un gruppo di amici con cui destrutturare la serata con spirito goliardico.
Ed anche quest'anno - da quanto ho visto soprattutto nelle registrazioni delle serate ce n'era ben donde, visto che si trattava di un'edizione molto nostalgica più per un pubblico attempato che giovanile. Per altro è questa la fotografia della demografia italiana ed anche del pubblico medio della televisione generalista e dunque - per inseguire gli ascolti - questa è la strada maestra nella scelta dei conduttori e nei copioni predisposti dagli autori.
Questa "TeleNostalgia" non è solo nostalgia e vecchi merletti fra naftalina, formalina e chirurgia estetica, ma deriva anche dal rifiuto di un presente che mette ansia per la sensazione di un nuovismo politico che manda tutto a rotoli, con esponenti politici che hanno il tocco opposto a quello del famoso Re Mida.

Contro la Politica ansiogena

Sofia VenturaLa politologa Sofia Ventura osserva con acume - e anche con tweet al vetriolo - la situazione politica italiana e devo dire che certi suoi messaggi con gli opportuni accorgimenti valgono anche per un clima di eccessi in cui ci stiamo avvitando anche in Valle d'Aosta. La logica "amico-nemico" ha una sua ratio: serve in particolare alla propria identità in una logica "contro" che ringalluzzisce le proprie truppe. Ma esistono in questi "guerre" dei limiti che devono tenere conto delle Istituzioni e dei doveri derivanti da chi esercita dei ruoli in cui esistono interessi superiori a quelli meramente elettoralistici e di bottega. Non si discute affatto la dialettica, anche appassionata, fra maggioranza e opposizione - che è il sale della democrazia - ma esistono regole cui bisogna attenersi, affinché il confronto non sia un incendio perenne. E' più facile distruggere che costruire ed in una comunità non si può pensare che non ci siano ponti che collegano modi di pensare diversi.

Reddito di Cittadinanza? Mah!

Luigi Di Maio durante la presentazione del 'Reddito di Cittadinanza'Da cittadino comune, avvezzo però a leggere provvedimenti di legge e curioso soprattutto di come funzionerà la loro applicazione, ho seguito con viva attenzione lo svilupparsi del cavallo di battaglia dei "pentastellati": il "Reddito di Cittadinanza" (abolito proprio ora in Finlandia). Benché largamente limitato nella sua applicazione così come venne prospettata in campagna elettorale, si tratta ancora di una misura corposa, che dovrebbe - ma il condizionale è d'obbligo perché noto un grande ottimismo sull'efficienza della macchina messa in piedi dal Governo - giungere guardacaso al traguardo prima delle elezioni europee a beneficio di una vasta platea di cittadini, specie al Sud. Anche se ho letto all'inizio delle macchinose discussioni sul tema che ben seimila nuclei familiari valdostani ne dovrebbero beneficiare, ho l'impressione - che immagino sarà suffragata quando questi soldi verranno infine erogati - che certe restrizioni manifestatesi nei provvedimenti normativi e negli occhiuti controlli - diminuiranno di molto la platea degli aventi diritto anche da noi.

Llibertat per Catalunya!

Il 'Tribunal supremo' a BarcellonaLa tesi ormai prevalente in Europa, che si scontra con il buonsenso e con quanto avvenuto, ad esempio, con la fine della ex Jugoslavia, per non dire della separazione avvenuta dalla vecchia Cecoslovacchia o con la nascita del Jura in Svizzera, è che l'autodeterminazione dei popoli sia qualcosa di valido solo per i Paesi ex coloniali. Così casi come quello della Catalogna sono ascrivibili per troppi ad una sorta di anomalia e l'Europa fa come le famose tre scimmiette: "non vedo, non sento e non parlo".
Si riflette, in questo, l'atteggiamento degli Stati membri, molti dei quali hanno regionalismi al limitare dell'indipendentismo o semplicemente il riflesso statalista di tenere duro sul feticcio del vecchio "Stato Nazione" rosicchiato dall'alto dall'Europa e dalle Istituzioni internazionali e dal basso da quel ribollire di istanze federaliste che evocano modelli di rafforzamento delle democrazie locali.

San Valentino, da non dimenticare...

Una statua di San ValentinoVerrebbe voglia di partire dal poco "politicamente corretto" e noto passo della "Genesi": "«Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo […], ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne".
Eviterei di raccontare l'episodio così espresso il giorno di San Valentino, compreso quel suo proseguimento che ascrive a qualche responsabilità femminile la brusca uscita dal "Paradiso Terrestre".

Latte sardo e Pecorino, non solo soldi

Una delle proteste dei pastori sardiSono cresciuto, da figlio di veterinario, osservando con curiosità e interesse quel mondo dell'allevamento di bestiame di montagna che ci dava da mangiare, visto che papà era professionista per animali di grossa taglia. Era un ambiente in cui ci sguazzava con la sua simpatia naturale, passando da una stalla all'altra con una vita davvero a disposizione dei suoi clienti a qualunque ora del giorno e della notte. Trovo ancora oggi dei bambini di allora che ricordano la bonomia e il battutismo del veterinéro, che era a suo agio con tutti i diversi patois della sua condotta.
Posso dire di avere visto da vicino la vita del tempo che fu: una miriade di piccole stalle in un ambiente rurale ben diverso da quello di oggi e che era fatto di straordinarie tradizioni ma anche di una vita grama che sarebbe ingiusto dipingere solo di rosa. La diminuzione dei piccoli allevamenti sparsi si è accompagnata a stalle molto grandi ed è stata evidente la progressiva riduzione nel "pil" valdostano di questo comparto che connotava non solo l'economia ma anche la nostra cultura dalle solide radici contadine. E lo era ancora con quella figura dell'operaio-agricoltore che metteva assieme due settori produttivi che si sono dati la mano nel secondo dopoguerra.

La ridicola polemica su più poteri ad alcune Regioni

Quando fra gli anni Novanta ed il 2001 - nel pieno dei miei mandati parlamentari - si discusse delle famose riforme del "regionalismo" fui sempre in prima fila.
In quel clima in cui pareva palesarsi un interesse per il "federalismo" - e la Lega all'epoca lo professava - presentai quella riforma complessiva dello Stato in senso federale che fece scalpore, trattandosi della prima proposta di legge costituzionale organica e non solo teorica.
Eppure, in certi passaggi avvertii, ma oggi mi pare peggio, il solito fastidio di provenienza da diverse aree politiche verso le Autonomie speciali come la nostra. Per cui, in particolare come membro della Prima Commissione della Camera, non mancai passaggi pubblici e riunioni ristrette per vigilare e proporre.
Annoto che alla fine non votai il testo completo della riforma del Titolo V voluta dal centrosinistra sul regionalismo proprio per l'assenza di un serio principio di intesa per la modifica degli Statuti Speciali.

Basta con i "professionisti" del lupo

Il libro di Michel Pastoureau sul lupoNon ce l'ho con il lupo, che è tornato sulle nostre montagne (ed a breve nelle città come altri selvatici), ma con i cantori di questo animale diventato - in una rappresentazione inversa al reale - una sorta di placido agnellino, vittima di cattiverie passate di noi uomini che ne abbiamo macchiato la fama per chissà quale - questa sì - feroce macchinazione. Per cui se dubiti su possibili rischi sei nient'altro che un tipaccio di cui diffidare al soldo dell'internazionale dei fucili o della lobby degli adoratori degli ovini ed erede di chissà quali pregiudizi di un passato fatto di zotici ancora più oscuri, in confronto agli algidi difensori del lupo contemporaneo angelicato.
Oggi i fratelli Grimm finirebbero vittime degli animalisti più o meno impegnati nella loro causa per via di "Cappuccetto Rosso". Ricordate?
"Allora s'avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata, con la cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.
- Oh, nonna, che orecchie grosse!
- Per sentirti meglio.
- Oh, nonna, che occhi grossi!
- Per vederti meglio.
- Oh, nonna, che grosse mani!
- Per meglio afferrarti.
- Ma, nonna, che bocca spaventosa!
- Per meglio divorarti!.
E subito il lupo balzò dal letto e ingoiò il povero Cappuccetto Rosso"
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Il nodo TAV e i riflessi valdostani

Il tunnel della 'TAV' in costruzioneViviamo in un mondo di contraddizioni in cui la cifra principale per larga parte della politica sono le elezioni in calendario: questa situazione diventa ossessiva e le decisioni non seguono la bussola del buonsenso ma gli spostamenti dei sondaggi più o meno favorevoli. Siamo al "fast food" della politica, che diventa come i "cibi spazzatura" con cui sentirsi satolli. La visione di "lungo periodo" appare come un'inutile perdita di tempo, così come la competenza e gli studi vengono vituperati, perché conta più l'immagine che la sostanza.
Il caso della "Torino - Lione" diventa così un caso esemplare di certi atteggiamenti. Provo a ricordare gli eventi partendo dal fondo: la "TAV" - dice il recente studio (si fa per dire...) - non va fatta, tanto a realizzarla ci vogliono tanti anni e basta ed avanza rifare il vecchio tracciato e la vecchia galleria voluta da Camillo Benso Conte di Cavour, che non aveva come Ministro un avo di Danilo Toninelli (quello che pensa che l'opera serva ai torinesi per fare shopping a Lione!) che chiedesse il "rapporto costi-benefici" affidati ad esperti contrari all'opera.

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