January 2019

Treinadan coi miei pensieri

Un monumento ad Étienne de La BoétieNessuno è depositario di verità assolute e chi, in politica, è convinto del contrario mi fa paura, perché in quel caso esiste un germe che può svilupparsi in forme blande di autoritarismo sino ad arrivare al capolinea con sistemi totalitari più o meno duri. La Democrazia ha dimostrato più volte di essere un sistema fragile e non c'è bisogno di "golpe" per abbindolare i popoli, talvolta come punto di partenza bastano ed avanzano "libere elezioni".
Talvolta rileggo quel testo cinquecentesco, che scava ancora con freschezza nelle debolezze dell'animo umano. Si tratta del "Discours de la servitude volontaire" di Étienne de La Boétie: «...vorrei soltanto riuscire a comprendere come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e che non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi».

La fantasia e Mary Poppins

Emily Blunt nei panni di Mary PoppinsVorrei scegliere una parola per quest'anno. Non è nuova e neppure originale, ma è sempre stato uno spazio in cui ho fermamente creduto, perché libera da qualunque prigione mentale.
Decliniamola attraverso l'Etimologico: "fantaṣìa s.f. [fine secolo XIII - "immaginazione", "creatività"]. Prestito latino di origine greca: dal latino "phantăsĭa", dal greco "phantasía, immaginazione", proprietor "apparizione", derivazione di "phantázomai, immaginare, figurarsi" (da cui anche "fantasma"), derivazione di "phaínomai, apparire". Francese "fantaisie", spagnolo "Fantasía", diffuso nelle lingue europee".
L'artista e designer Bruno Munari così ha scritto: «La fantasia è quella facoltà umana che permette di pensare a cose nuove non esistenti prima. La fantasia è libera di pensare a cose assolutamente inventate, nuove, mai esistenti prima, ma non si preoccupa di controllare se ciò che pensa è veramente nuovo. Non è suo compito. Se si desidera questo controllo allora occorre far intervenire la ragione».

Autostrade: tariffe stellari e futuro

Il casello 'Rav' di Saint-PierreLeggo da distante - come sono attualmente - la solita polemica di inizio anno sugli aumenti autostradali, che questa volta colpiscono con precisione la "Rav" ("Aosta -Courmayeur" del Gruppo Benetton) e sono anzitutto e di conseguenza tentato dalla tecnica del "copia e incolla" sempre efficace. Quando un problema irrisolto è stato sviscerato in lungo ed in largo come mi è capitato su questo dossier, non esiste ampio spazio per l'originalità d'approccio. Basta una bella ricerca e trovereste passaggi come quelli che vi sottopongo come memoria.
Scrivevo nel 2012: «Tutto sarebbe diverso se in Italia si prendesse atto - in una logica di discussione sugli esiti delle liberalizzazioni "all'italiana" - che il duopolio "Gavio-Benetton" crea una situazione contraria ai principi di concorrenza, aggravata da meccanismi di gara per i lavori da effettuare sulle autostrade che alimentano le stesse società dei due gruppi (Benetton gestisce anche buona parte degli autogrill). Un business colossale che sicuramente merita attenzione e inserisce le nostre autostrade «care come il fuoco» in un sistema complesso non riconducibile al solo interrogativo locale "comprare o non comprare?", ma nel quadro di un dibattito su che cosa valga la pena di mantenere al pubblico con principi di gestione efficaci e non speculativi».

Quei giovani valdostani che se ne vanno

Valigia pronta...I pensieri sono bislacchi come farfalle che svolazzano ed ogni tanto, con un retino si possono catturare e metterli su carta. Scrivere - lo so - è rischioso perché ci si espone, ma il segno che si lascia magari può essere un seme utile per quando diventerà, se lo sarà, utile da far fruttare.
Capita, nelle chiacchiere fra amici vicini (attuali) o lontani (del passato), di avere conferma di un fenomeno di cui si è dato conto in diversi modi e che va affrontato con serenità ma, nel limite del possibile, cercando piste interessanti. Ricordo in Radio su "RaiVd'A" una serie di interviste a cura di Nathalie Dorigato - in collegamento con gli interessati - con giovani valdostani che vivono in diversi luoghi del mondo. Sul tema c'è anche stato un interessante libro, più recente, di Michela Ceccarelli: dopo aver esplorato l'émigration valdôtaine storica questa volta si è cimentata con i giovani che vanno via all'estero per studio e si fermano lì o vanno direttamente in Paesi stranieri per cercare lavoro.

"Ground Zero" ed "Ellis Island"

Il monumento a 'Ground Zero', a New YorkChissà se è solo un'impressione ma la parola "curioso" e la sua derivazione "curiosità" sembrano aver perso la loro accezione positiva e si sono tinte di colori scherzosi o maliziosi, se non in certi casi di garbata riprovazione o persino di rimprovero. Pensate per un attimo, a conferma, a quando usate l'espressione «Ma sei curioso/a...» con il punto interrogativo o esclamativo o a mezzo fra i due.
Invece di "curioso" rivendico quanto di storicizzato dipinge chi è "desideroso di rendersi conto di qualcosa; insolito, singolare", derivato d quel "curiōsus" latino che designava una persona "che si interessa; avido di conoscere; accurato", visto - ecco il perché dell'ultima definizione - che è derivazione di "cūra", vale a dire "preoccupazione; sollecitudine, premura".

I simboli sotto inchiesta della casa rossa

Il cancello 'nazista' sequestrato a Saint-VincentVedremo come finirà la vicenda di cronaca, che mi aveva colpito molto l'estate scorsa ben prima che scoppiasse con i fatti di rilevanza penale di questi giorni. Mi riferisco a quella casa di Saint-Vincent che, secondo le attuali risultanze della Magistratura aostana che dovranno essere validate da un eventuale giudizio, esibiva simboli nazisti e persino antisemiti.
Ero andato a vederli di persona, mesi fa, questi famosi cancelli con l'aquila del Terzo Reich (a me pareva così ed ora non solo a me) e con il simbolo triangolare che sembrava somigliare sinistramente a quello apposto su quei vestiti a strisce bianconere degli ebrei nei campi di sterminio. Mi aveva colpito anche il singolare color rosso della casa simile alla bandiera del Terzo Reich.

I due secoli della sirena

Un'ambulanza americanaCapita in viaggio di subire lo sfasamento da fuso orario. Così Oltreoceano riconosci la mattina presto le vittime, come te, del "jet lag", perché si aggirano già ad ore antelucane per via del risveglio anzitempo dovuto alle proprie abitudini orarie, incrostate nel cervello.
Ma la cosa peggiore, sin quando non ti abitui, sono certe veglie notturne quando a casa tua è già giorno pieno.
In quel dormiveglia confuso capita di essere steso nel letto per non disturbare chi ti dorme a fianco, resistendo alla tentazione un tempo assente di afferrare il telefonino e computarlo, ma ti trattiene la luminosità che infastidisce.
Allora si resta inanimati ad ascoltare. Se si in albergo, come quasi sempre, sono rumori consueti: ascensori, suoni provenienti da camere vicine come l'acqua che scorre, scalpiccii lungo i corridoi. Ma poi ci sono quelli esterni: i rumori del traffico in crescendo più si avvicina l'alba, lo sferragliare dei tram o dei treni se ci sono nelle vicinanze, ma quel che colpisce di più ed è proporzionale alla grandezza della città dove ci si trova sono le sirene dei mezzi di emergenza, i cui toni cambiano a seconda del Paese ci si trova.

Basta coi rigurgiti dell'ultradestra

Il raduno dei neofascisti per le celebrazioni degli attentati di Acca LarentiaL'Italia è da alcuni decenni diventato un Paese lasso e pavido nei confronti dello strisciante ritorno del fascismo e del nazismo. A caderci sono stati tanti in questa trappola: dapprima si è scelta la strada della rispettabilità, la camicia nera sostituita dal doppiopetto, il volto feroce celato nell'impegno sociale, una controinformazione martellante sul fascismo buono e sulla Resistenza come fatto marginale pieno di lati oscuri.
Questo oscillare fra furberie e revisionismo storico ha dato i suoi frutti, impastato con famiglie senza memoria che delegano a una scuola spesso distratta qualunque forma di alfabetizzazione alla Storia e alla Politica. Per cui si parla per luoghi comuni, piace esibire la dietrologia su fatti chiari, nasce lo spirito complottista.

Europee e il caso valdostano

Un momento delle elezioni europee del 2014Le elezioni europee per i valdostani sono un problema dal 1979 e quarant'anni dopo, il 26 maggio prossimo, quando si voterà per la nona volta per il Parlamento europeo, temo resterà irrisolta l'annosa questione politica di una rappresentanza garantita in favore della nostra Regione. Ciò potrebbe avvenire in analogia al seggio di Deputato e a quello di Senatore previsti dallo Statuto in apposita circoscrizione elettorale o con la giusta assegnazione, con legge ordinaria, di almeno un europarlamentare per Regione.
Anzi, dovendo tracciare la storia e si capirà perciò meglio il perché, le cose nel tempo direi che sono persino peggiorate sia per una tendenza a pluri-candidature in diverse liste che disperdono i voti dei valdostani che, peraltro, votano sempre meno, crescendo l'astensionismo sia perché lo sbarramento nazionale al quattro per cento fissato nel 2009 e considerato di recente legittimo dalla Corte Costituzionale ha chiuso una delle porte apertasi in passato.

L'acqua e gli alieni

Alok Jha, in una foto dal suo profilo 'Twitter'Certo che quando sono in giro vado nei musei! Ci vado perché sono un concentrato di sapere e perché - per fortuna! - in gran parte si sono evoluti nel tempo e propongono approcci e tecnologie che evitano l'effetto di luoghi noiosi e polverosi del tempo che fu. Penso, perché scolpito nella mia infanzia, al Museo Egizio di Torino, dove turbolente scolaresche valdostane venivano portate un percorso comprensibili solo ai colti curatori ed allestitori.
Per cui a New York - in un giusto equilibrio fra ozio e negozio - come si poteva mancare un classico? Usando come esca per il giovane pargolo quel film spassoso che aveva visto, "Una notte al museo", che è stato girato nel Museo di Storia Naturale di New York. Situato nell'Upper West Side di Manhattan, nei pressi di "Central Park" (che è invece museo a cielo aperto di antropologia urbana), non è solo uno dei più grandi musei della città, ma anche uno dei più importanti e ricchi musei di storia naturale al mondo. Basta appunto visitare la zona dedicata agli scheletri dei dinosauri per restare ipnotizzati e lo stesso vale, al momento, per la nostra modernissima sugli Oceani.

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