November 2018

Rifiuti "militarizzati"

Il calendario di esposizione dei bidonciniNella mia infanzia si usava il termine "spazzatura" e non quello di "rifiuti". Il primo si è diffuso in funzione appositiva ("cibo spazzatura", "televisione spazzatura"...), il secondo più malinconico - "rifiuto" ha molto usi linguistici! - si è affermato e... differenziato.
Ci pensavo perché da oggi scatta, dove abito in Valle d'Aosta, una nuova modalità di raccolta e dunque ogni cittadino ligio si trasforma a fin di bene in un soldatino che deve seguire regole precise - pena sanzioni - per un servizio a pagamento sempre più costoso. Lo spazzino, il netturbino, non a caso è nel linguaggio del politicamente corretto "operatore ecologico" e non è più quella figura marginale, spesso emaciata, della nostra infanzia, ma almeno nel caso valdostano è uno scattante personaggio che guida il camion della nettezza urbana da cui scende con prontezza e carica sul suo mezzo, che avanza a singhiozzo fra una sosta e uno spostamento, il contenuto da buttare, bidone per bidone in un'operazione dal ritmo sportivo.

I nostri morti

Un dettaglio del cimitero di Aosta"Morti": parola che colpisce sempre, anche quando diventa festa comandata, perché il lutto resta alla mente come una perdita indelebile, comunque lo si consideri nella reazione soggettiva e malgrado quanto tempo sia passato da un avvenimento triste per definizione. E' normale che ogni tanto si pensi a quella prospettiva che verrà per ciascuno, qualunque siano le proprie idee e convinzioni rispetto a quel che dopo l'ultimo respiro succederà o non succederà.
A partire da una certa età poi, già fortunati ad esserci, pensando a certe tragedie che si susseguono, vale quanto scritto con sagacia da Lalla Romano: «Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo».

Il cambiamento climatico non è una bugia

Uno studio della 'Nasa' sul cambiamento climatico nel gennaio 2018Chi non crede alle responsabilità umane nel complesso di conseguenze derivanti dal cambiamento climatico in corso lo fa - con evidente rozzezza ma piacendo a chi non vuole occuparsene - con una tesi principale siffatta: in milioni di anni i mutamenti sono avvenuti anche quando gli ominidi erano una specie marginale con scarse possibilità di affermarsi e questo vale ancora oggi che gli uomini hanno in mano i destini della Terra.
Ho letto qualche libro di chi sostiene queste tesi, contestando le risultanze largamente maggioritarie del mondo scientifico, negando di conseguenza l'incidenza decisiva dei nostri comportamenti come elemento che sta accelerando processi di innalzamento delle temperature con conseguenze gravissime anche sulle nostre montagne, in un territorio fragile ed estremo come la Valle d'Aosta. Dove il tema decisivo non viene evocato dai programmi politici con una visione legata al contingente e non ad un'azione concreta di previsione e di contrasto rispetto a che cosa avverrà e a come cambierà non solo nella geografia ma soprattutto nel tessuto sociale ed economico.

4 Novembre senza fanfare

Un momento della celebrazione aostana del 4 novembreCento anni fa, come oggi, si chiudeva la Prima guerra mondiale: una ferita terribile e sanguinosa per la Valle d'Aosta, che ebbe un bilancio di morti, invalidi e feriti senza eguali rispetto ad altre Regioni italiane. Togliendo il guscio della retorica patriottarda, ancora viva oggi a un secolo di distanza, la Grande Guerra fu una tragedia e i sacrifici umani intollerabili e lo segnalo perché i valdostani furono trattati come carne da macello e non consola affatto la circostanza che si dimostrarono soldati e ufficiali tenaci e coraggiosi con il "Battaglione Aosta" degno della sola medaglia d'oro al valore di quel conflitto per certe battaglie che furono una carneficina.
Sarebbe bene dirlo in tutte le circostanze in un'epoca in cui certi nazionalismi stupidi e aggressivi tornano sul Vecchio Continente e vengono sdoganati i successivi orrori, quelli del fascismo e del nazismo, così come c'è chi guarda alla Russia guerrafondaia con simpatia, dimenticando quel comunismo autocratico che imprigionò larga parte dell'Europa ed aprì i "gulag".

Il silenzio dei "difensori" della Costituzione

Sfugge con esattezza quale sia il progetto politico di destrutturazione modernista e digitale della Costituzione e della Democrazia nella testa dei veri leader dei pentastellati. Ho letto parecchio dei due Casaleggio, prima il padre Gianroberto e poi il figlio Davide, e non ho capito granché, ma quel è che certa è la logica confusa ma pericolosa. Per altro la scelta di una classe politica espressa con personalità di basso profilo come Luigi Di Maio spinge a ritenere che nel famoso "Movimento" conti più l'obbedienza che la preparazione.
Eppure i pentastellati, contraddittori è demagogici, populisti e aggressivi, contano su uno zoccolo duro di intellettuali silenti che tacciono dopo aver molto parlato negli anni scorsi ed a mio avviso talvolta a proposito, come sulla famosa riforma Renzi-Boschi che personalmente ritenevo allarmante.

Le bufere sulle Dolomiti

Il bosco distrutto sulle DolomitiMi è venuto da piangere a vedere le immagini filmate dai droni, suggestive e tristemente efficaci del disastro avvenuto, in certe zone delle Dolomiti, specie nel Bellunese, dove sono stato anni fa e che è la zona più povera a confronto con le vicine Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen. Vaste aree sono state colpite al cuore da una specie di tornado di venti fortissimi e pioggia battente, che hanno isolato i centri abitati e messo a rischio la vita dei residenti per la lunga interruzione dei servizi essenziali ed i danni che peseranno sull'economia nei settori produttivi.
Da noi le temperature rigide che hanno fatto nevicare in quota hanno evitato il peggio, anche se dappertutto si sono viste situazioni idrogeologiche delicate (la "Monjovetta" resta il punto più dolente per il gran traffico sulla "Statale 26") e caduta di alberi, uno dei quali - un vecchio castagno caduto sulla strada - ha fatto due vittime che transitavano sulla Regionale 44 della Valle del Lys. Mi sono venuti in mente le miriadi di strade assediate da foreste ormai senza controllo alcune, talvolta gallerie di verde che minacciano chi transita.

I dolori della guerra dentro di noi

Il libro dell'Avas sui valdostani alla Grande GuerraAmo la Storia e la studio nella convinzione che solo conoscendola capiamo qualche cosa di più di noi stessi e quanto certi passaggi servano come un vaccino contro orrori, odi, errori e molto altro ancora. Scopro sempre di più che l'istruzione di base resta uno dei problemi dell'Italia ed anche della Valle d'Aosta: che sia una cattiva istruzione o un analfabetismo di ritorno conta poco, quel che vale è che ci siano troppe persone spaesate, che non hanno neppure consapevolezza delle loro radici più vicine, figurarsi dei quadri d'insieme che servono per capire problematiche più vaste.
Ho lamentato, anche in trasmissioni radiofoniche, come un'occasione in larga parte perduta per saperne di più sia stato il centenario della Prima guerra mondiale, fortemente centrato su addetti ai lavori più che al grande pubblico. Di "reducismo" propriamente detto non se ne poteva fare, essendo ormai morti tutti i protagonisti, ma certo una patina di retorica e di enfasi ha talvolta ammorbato l'aria, quando invece l'occasione serviva per far bruciare le ferite della guerra e questo senza nulla togliere agli atti di eroismo ed al senso del dovere.

I retroscena inattesi di "Montagnes Valdôtaines"

Il libro di Marco GentileE' una vicenda particolare di quelle belle da raccontare, così come ha fatto di persona a voce l'autore del libro, stando da me parecchio tempo ed io sono rimasto attento sulla sedia della mia scrivania, con avvenimenti e personaggi che venivano narrati, in un crescendo di emozioni, degni della penna di un Alexandre Dumas (come confermato poi dalla lettura). Ogni tanto sobbalzavo su questa sedia per lo stupore di una scoperta inaspettata per chi pensava di saperne già abbastanza.
In verità non si era mai fatta sino ad oggi piena luce su come fosse avvenuto che, migrando dai Pirenei alle Alpi, la melodia "Tyrolienne des Pyrénées" o "Montagnes Pyrénées" fosse diventata - con parole proprie - la valdostanissima "Montagnes Valdôtaines".

Il vero cambiamento è la stabilità

Confusione...Quel che scrivo quest'oggi lo scrivo sommessamente e dispiaciuto, senza alcuna intenzione di dare lezioni a chicchessia. Parto dalla constatazione - già dato di fatto per il più grande partito valdostano, gli astensionisti - che ogni tanto cresce la tentazione, che ha appunto colpito molti nell'esercizio dei propri doveri in democrazia, di convincersi che è legittimo non occuparsene più, sapendo che - per chi decidesse di "sospendersi" dalla politica, dall'impegno civico, dalla cittadinanza attiva - non esiste sanzione.
Se non che poi, ovviamente, non ci si può lamentare di quanto avviene, quando si sceglie la strada dell'Aventino, quel colle di Roma sul quale si ritirò la plebe in protesta contro le prepotenze dei patrizi, in epoca repubblicana a.C..

I rischi del mondo digitale

Uno dei tanti rischi...Vorrei proporre tre visioni del rischio di essere dipendente ("addict") dagli smartphone che abbiamo in mano e ormai il controllo del tempo di utilizzo dimostra con chiarezza i rischi di di una dipendenza dal Web, detta "Iad - Internet addiction desorder" Lo scrittore e insegnante Alessandro D'Avenia osserva sulla prima del "Corriere della Sera": «"Metti via quel telefono!". E' ormai la stanca litania che ripetiamo ogni giorno ai nostri figli per tentare di recuperarne la presenza: a casa, a tavola, in mezzo agli altri. La risposta, come a giustificare i loro occhi ipnotizzati dallo schermo, è quasi sempre la stessa: "Mi annoio". E hanno ragione, oggi più che mai».

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