October 2018

Il mondo delle zucche

Le zucche in mostra a VerrèsMi aveva fatto sorridere, anni fa, la scelta del mio paese d'origine della bassa Valle d'Aosta, Verrès, di organizzare una festa dedicata alla zucca, senza che vi fosse - rispetto a questo ortaggio - una particolare tradizione locale sia nella sua coltivazione che nel suo uso culinario.
Ma, si sa, che ogni tradizione ha un punto di partenza e - passato un certo periodo - tutto mette radici, compresi i semi di zucca che il Comune cominciò a dare nel 2012 ai suoi cittadini che volessero piantarli nei loro orti per poi esporre le zucche e soprattutto proporle trasformate in manicaretti lungo le vie del borgo. Occasione per divertirsi e stare assieme a inizio autunno in una paese che in tema di feste corali - cominciando dal Carnevale storico grazie alla fortezza sovrastante - non si fa davvero mancare niente fra patroni ed altri momenti di divertimento.

Sostanza e linguaggio in Politica

I 'poteri forti' ed i 'leader politici' nel film 'Benvenuto Presidente!'Non so quanto sia diventato insano coltivare la mia vecchia passione per la Politica per il rischio di trovarsi, come mi capita, amareggiato e persino preoccupato per le situazioni intricate di cui spesso non vedo ancora soluzioni. Oltretutto ciò avviene in un contesto che talvolta mi indigna, specie quando vedo comportamenti litigiosi e persino sleali. Questo malessere capita sia che si tratti di questioni relativamente banali, più amministrative che politiche in senso proprio, diventate talvolta come montagne impervie da scalare, sia che si tratti dei grandi temi del futuro della democrazia - quelli sì ben più impegnativi - in Europa e in Italia, in una confusione che spesso fa temere il peggio.

Aznavour: francese con l'Armenia nel cuore

Charles Aznavour in concertoSui "social" - io seguo solo "Twitter" e getto qualche occhio su "Instagram" attraverso mia moglie - quando capita qualcosa tutti si gettano con tuffo carpiato sull'argomento del momento. Nulla di male, naturalmente: è come chiacchierare in piazza o al bar, per cui ci sta. L'aspetto democratico - a parte i profili anonimi che mettono a riparo chi usa una tecnica - sta proprio in questa possibilità, che viene usata maldestramente da quelli che Umberto Eco chiamava, con preveggenza, gli «idioti da Internet».
Quel che colpisce sempre è che - a parte la categoria appena citata - ci sono i saputelli su materie del tutto estranee alle loro conoscenze. Muore un poeta? Pronti a discorrere di rime! Cade un ponte? Alé con l'ingegneria strutturale! Si discute di vaccini? Tutti come Sabin! Arriva uno tsunami? I terremoti ed i mari sono come il pane quotidiano!

Il peso delle parole

Lettere sparse«Noto in Italia - scriveva a inizio Novecento Benedetto Croce ad un giovane Giovanni Laterza - una sorta di ebetudine, bisogna avere fiducia nell'avvenire e coraggio nel presente. Passerà».
Il "secolo breve" si è poi caratterizzato, purtroppo, per avvenimenti terribili e orrori indicibili che hanno reso la speranza espressa nella frase null'altro che un'illusione smentita dai fatti e anche in questo nuovo secolo del nuovo millennio c'è, per ora, poco da stare allegri.
Chissà se passerà, perché è rimasta, quella "ebetudine" (oggi diremmo "stupidità", ma talvolta l'ottusità è utile paravento) che alimenta da noi un clima di scontri che sta ammorbando tutto in barba ad ogni regola di civile convivenza.

Gli interrogativi sull'autonomismo valdostano

Interrogativi sparsi...Domani si terrà un Congresso dell'Union Valdôtaine, movimento che ho lasciato ormai da alcuni anni e ritengo ancora oggi, senza alcun pentimento o rimpianto, di avere avuto in quelle situazioni delle valide ragioni per farlo. Certo, questa rottura non avvenne a cuor leggero perché molto della mia vita è passato di lì sia nella mia storia personale che in quella della mia famiglia.
«Partir, c'est mourir un peu», scriveva il poeta Edmond Harauncourt, ma - come si dice - «quando ci vuole ci vuole» e visto il contesto, la diaspora degli unionisti, che fossero personalità, militanti o semplici iscritti e simpatizzanti, prima e dopo la mia scelta, è stata come un fiume in piena lastricato, anche in questo caso, di buone ragioni.

Le Stagioni di un tempo

In fondo il ciclo della Natura, che noi esseri umani con buona pace degli specisti abbiamo diviso in Stagioni, va preso per quello che è: una ripartizione del tempo, che non sempre sta nelle categorie che assegniamo loro.
Per cui, forse dai tempi delle caverne, ci lamentiamo del clima cangiante che agisce sulle nostre vite e sulle nostre abitudini.
Anche se so che non tutti ci credono, questa volta - ad agire in maggior profondità dei sempre esistiti cambiamenti, che nel caso valdostano hanno inciso in profondità sull'esistenza stessa del nostro territorio - ci sono mutazioni che non sono solo frutto di meccanismi legati al nostro pianeta e che hanno percorso milioni di anni, ma è l'umanità con i suoi comportamenti ad avere agito assecondando il riscaldamento globale nel breve volgere di pochi anni.
Una brutta bestia che agisce con velocità impressionante e conseguenze disastrose, come nel caso valdostano la pericolosa e non distantissima sparizione dei ghiacciai.

La Svizzera non vuole mucche cornute

La mucca... elettoraleMancano pochi giorni alla Finalissima della tradizionale "Batailles des reines", gli scontri decisivi fra le migliori bovine valdostane - ma una settimana prima ci sarà il derby con le mucche savoiarde e vallesane - corna contro corna per definire le vincitrici delle tre categorie, declinate per peso, dalle più pesanti alle più "leggere".
Un referendum ormai imminente in Svizzera ci deve fare riflettere su quel vasto programma - di cui si occupa molto in dettaglio l'Unione europea - che si chiama "benessere animale" e su come la tradizione si possa abolire in fretta in nome di un presunto modernismo nel Paese che più alpino non si può.
In Svizzera, anche se i poster pubblicitari non lo fanno mai vedere mostrando le loro belle bovine cornute e pasciute al pascolo come elemento classico del panorama alpino, sappiate che nove mucche su dieci non hanno più le corna con buona pace delle loro "reines", che sopravvivono alla scelta draconiana del taglio delle protuberanze valida per le loro "colleghe" che non scendono nell'arena.

Un manovra finanziaria da... paura

Maurizio Crozza che imita il ministro Giovanni TriaPer capirci sin da subito: il "Def", di cui tanto si discute, è un documento mostruoso nella sua complicazione - ad esempio scorrendo i numerosi file con velocità non ho ancora trovato riferimenti alla Valle d'Aosta ed alle Autonomie speciali - che va perciò studiato in profondità, anche se è solo la premessa indispensabile per l'insieme di leggi che compongono la manovra finanziaria propriamente detta. Infatti il "Documento di Economia e Finanza - Def" è fatto di testi e tabelle all'interno dei quali vengono messe per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed proposte dal Governo per l'anno successivo e quelli seguenti. Sottoposto al Parlamento, viene poi trasformato, come dicevo, in una legislazione articolata che - fatti salvi i saldi e le impostazioni generali - viene anch'essa sottoposta all'iter parlamentare durante il quale, con apposita copertura finanziaria, possono essere approvati emendamenti modificativi.

"Tribù" non è un'offesa

Sebastian Junger, autore di 'Tribù - Ritorno a casa e appartenenza'Molti anni fa scherzai, ma anche per dire la verità si può usare il sorriso, sul fatto che nella politica valdostana si adopera troppo spesso un meccanismo tribale della ricerca di un Capo da esaltare e poi, prima o poi, da abbattere. Modello che poi vale per la politica anche di grandi Paesi: pensiamo a cosa ruoti attorno ad un Donald Trump ancora stabile o ad un Emmanuel Macron già in picchiata, ricordando il destino di Matteo Renzi, che ha volato nei sondaggi prima di cadere nella polvere. Dovrebbero rifletterci i due Capi in auge: Matteo Salvini e Luigi Di Maio, perché il passaggio da "Capo" a "capro" (espiatorio) è rapido e arriva qualcuno in fretta a sostituirti.

I danni della maleducazione e dell'aggressività

Antonio Albanese nei panni di Cetto Laqualunque, il prototipo del politico maleducato, arrogante ed ignorantePartirei da una frase di Italo Calvino: «Ciò che i genitori m'hanno detto d'essere in principio, questo io sono: e nient'altro. E nelle istruzioni dei genitori sono contenute le istruzioni dei genitori dei genitori alla loro volta tramandate di genitore in genitore in un'interminabile catena d'obbedienza».
Il termine "Educazione" è in realtà un tema molto complesso e bisognerebbe forse occuparsene in un momento storico in cui - circostanza che spicca nei modi e nelle modi di molti politici con responsabilità di governo in Italia - del suo contrario, vale a dire la "Maleducazione", che poi - nel dizionario dei sinonimi - ci aiuta, con sottigliezza linguistica, a scegliere fra "malacreanza", "ignoranza", "inciviltà", "rozzezza", "grossolanità", "cafonaggine".
Le parole sono interessanti per questo, perché si può trovare - come in un gioco di pazienza - l'espressione giusta al momento giusto, non esattamente sovrapponibile ad altra.

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