July 2018

L'Autonomia speciale: pensieri e comparazioni

Alberto FaustiniQuando si parla di necessaria autocritica nel mondo autonomista storico, questo non vuol dire solo mettere sotto accusa qualcuno - anche se è bene che chi ha sbagliato paghi e non sfugga alle sue responsabilità - ma capire in profondità le ragioni che hanno portato allo spezzatino attuale di un autonomismo valdostano frammentato e in parte fuggito dietro a "leghismo" e "grillismo". Ci sono colpe personali e responsabilità collettive, che vanno esaminate con cura e senza facili remissioni dai peccati con due "Pater Noster". Solo un'anamnesi attenta consente la diagnosi delle malattie e le cure conseguenti. Chiudere gli occhi non serve a niente e aspettare non serve egualmente. Così come non serve che a fare pulizia ci debba pensare solo la Magistratura: ci vuole una catarsi dolorosa ma efficace, come un antico rito purificatore che sfoci poi in un lettino di psicanalista, aggiungendo con minuzia un'analisi su quanto nei meccanismi democratici dell'ordinamento valdostano non ha funzionato.

Impasse europea sui migranti

Il tema dei migranti scotta. La "prova del 9" è semplicissima: aprite (e direi chiudete in fretta) il capitolo ad una cena con amici e conoscenti e ne sentirete delle belle. Sono stato sere fa ad una conferenza di un prelato che conosco da tempo: ho sentito dire sul tema delle cose che mi hanno scosso, dette da chi dovrebbe predicare sempre la comprensione evangelica e l'apertura.
Ed invece questa questione solleva polemiche e si ragione più di pancia che di testa e le elezioni dimostrano apprensione e paura popolari anche laddove, come in Valle d'Aosta con tutta evidenza, i numeri sono piccoli e l'impatto marginale.
La propaganda politica gonfia però le vele e ciò avviene per la semplice ragione che il fenomeno migratorio sembra inarrestabile e agita paure ataviche e sembra in mano a dilettanti allo sbaraglio ormai da anni che stentano a gestire non dico i flussi ma neppure l'accoglienza priva di reali soluzioni per il futuro.

Quel "Luglio" del "Disco per l'Estate"

Riccardo Del Turco nella copertina del disco«Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirà… ai ai ai ai. Luglio m'ha fatto una promessa,
l'amore porterà… ai ai ai ai. Anche tu, in riva al mare, tempo fa, amore amore, mi dicevi, luglio
ci porterà fortuna, poi non ti ho vista più. Vieni da me c'è tanto sole, ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me»
.
Sono passati cinquant'anni da quando uscì e ascoltai anch'io questa canzone per la prima volta, "Luglio" appunto, che è in fondo - anche se sono solo canzonette, come diceva Edoardo Bennato - segno di un'epoca che appare nei ricordi più gioiosa. Avevo dieci anni ed "Il Disco per l'Estate" di allora a Saint-Vincent raccontava di una cittadina termale che viaggiava a tutto gas con un Casinò che svettava in Europa e con un paese che finiva in televisione come località alla moda, che nulla sembra avere a che fare con la Saint-Vincent grigia e depressa di oggi.

Pipì e salsicce

Salsicce sulla grigliaOggi vorrei esprimermi con un elogio alla notizia frivola in un'epoca nella quale, invece, si ha quasi timore di guardare un telegiornale o di sfogliare un giornale, perché dal video o dalla pagina di carta certe informazioni da paura ci saltano al collo come fossero zombie assetati di sangue. Non riesco ormai neppure a distinguere le notizie brutte da quelle cattive e noto che certe storie horror sono purtroppo quelle più gettonate da un certo voyeurismo che sembra legato al sempre consolatorio "mors tua vita mea".
Capisco di conseguenza chi, a propria difesa contro certi assedi ansiogeni, si scava un buco informativo e stacca la spina, vivendo in una bolla come un pesce rosso. Anche io ogni tanto sono tentato di farlo.

Ivrea "Patrimonio Unesco"

Adriano OlivettiLa notizia è ormai stranota: il 42esimo "Comitato del Patrimonio mondiale Unesco", svoltosi nei giorni scorsi a Manama (Bahrein), ha assegnato un altro riconoscimento all'Italia. Si tratta dell'inserimento di Ivrea nella famosa ed in verità inflazionata lista dei patrimoni mondiali come "città industriale del XXesimo secolo".
Nessun Paese al mondo ha numeri elevati come l'Italia, anche se scorrendo l'elenco italiano e quello complessivo emergono vive perplessità su certe scelte passate e anche su certe assenze. Ho spinto in passato il riconoscimento, per ora in attesa, delle Comunità walser alpine come "Patrimonio immateriale" e seguo con curiosità la richiesta transfrontaliera di inserimento nella parte materiale del Monte Bianco, conscio però che il marchio serve solo se esiste una progettualità, sennò non è altro che una targa senza ricadute vere e reali vantaggi.

Le cose impossibili...

Calendari...Ogni estate, quando faccio radio più del solito, scavando nella realtà valdostana alla ricerca di spunti utili per l'oretta di trasmissione - che quest'anno dura per quattro settimane consecutive - mi viene in mente il passaggio in "Alice nel Paese delle Meraviglie", in cui Lewis Carrol propone questo dialogo, sempre al limitare del surreale: "Alice sorrise: «Non ha senso tentare», disse, «non si possono credere cose impossibili». «Direi piuttosto che non hai molta pratica», disse la Regina, «quando ero più giovane, lo facevo sempre per mezz'ora al giorno. Alcune volte ho creduto fino a sei cose impossibili prima di colazione»".
Già le cose impossibili! Credo che ognuno di noi abbiamo un certo campionario. Io, trafficando su Internet, ne ho trovate alcune - e le consiglio - su un sito assai simpatico.

Santé! Ma attenzione...

Bottiglie e bicchieri pronti all'usoSi beve troppo in Valle d'Aosta: lo dicono le statistiche e lo confermano gli esperti che se ne occupano. Poco consolante è sapere che si tratta di una costante nel mondo alpino, senza troppe eccezioni. Non c'è repressione che tenga, come hanno dimostrato tutte le sperimentazioni proibizioniste, ma semmai di un fatto di educazione alimentare e anche di cure.
Scriveva qualche settimana fa - e l'ho messo da parte - Francesca Soro sulla pagina locale de "La Stampa": "Sull'età dei ricoverati per disturbi legati al troppo bere, nel 2016 (ultimo aggiornamento), in Valle sono stati presi in cura soprattutto uomini: 43 tra i 18 e i 44 anni, 78 tra i 45 e i 64 anni, 97 tra i 65 e i 74 anni e 31 over 75. Le donne più colpite (18) sono state quelle tra i 45 e i 64 anni. I valdostani passano da secondi a primi in Italia per riammissioni non programmate in ospedale entro trenta giorni dal primo ricovero: 31,1 per cento contro la media nazionale del 9,8. Primi anche per le riammissioni entro sette giorni con un 9,8 per cento".

Quando i Prati raccontano una storia

L'erba nei Prati di Sant'OrsoCapisco come il rischio di occuparsi di diversi argomenti possa sfociare nella trappola di un generalismo pericoloso, a fronte di un mondo nel quale le specializzazioni si fanno terribilmente minute e, come in una "matrioska", c'è chi arriva, su certi temi, alla bambolina più piccina. Se capita di farlo non è, però, una presunzione da parte mia, ma semmai curiosità intellettuale, che trovo resti una molla interessante nella propria vita, a condizione di sapersi correggere di fronte a chi ne sappia più di te.
Il caso di oggi è significativo: Damien Charrence, mio giovane amico cognein - presidente degli agrotecnici valdostani - è un montanaro "doc", che ha il privilegio di abitare a Gimillian, straordinaria e soleggiata balconata che dà su di una vista mozzafiato del Gran Paradiso. Riporto qui delle sue osservazioni, che trovo molto utili, perché partono da prati in fiore, per altro eccezionali come la vasta area, cinquanta ettari, nota come "Prati di Sant'Orso", che sono un esempio eminente di come la stessa cosa possa essere vista in due modi diversi con occhio "montanaro" e con quello occhio "cittadino".

Predicare bene e razzolare male

Gallo e gallinaTutto parte da un proverbio, che è - comme d'habitude - frutto di osservazione umana del mondo circostante e estratto di saggezza: "Fare come il gallo che canta bene e razzola male".
"Razzolare" significa "raspare con le zampe nel terreno per scovare qualcosa da beccare", riferito a polli e ad altri gallinacei e mentre la gallina si applica, il maschio del pollaio difetta nell'esercizio più pratico, ma si esibisce nelle ben note - e pure utili per il risveglio - doti canore. Dal detto deriva quel "predicare bene e razzolare male" di chi nel parlare sembra persona giusta e onesta, mentre nelle azioni si comporta in modo ben diverso, mostrando un'evidente diversità fra il dire e il fare.

Il tiglio dei Walser

Lo storico tiglio di MacugnagaOgni volta che visito una comunità walser mi stupisco sempre per quel cumulo di storia originale che rappresentano. Sono tornato dopo tanti anni a Macugnaga, nell'Alta Anzasca, a 1.300 metri sotto la parete Est del Monte Rosa per un convegno sulla montagna in ricordo del mio amico e amico dei walser Luigi Zanzi, stregato dai luoghi di cui divenne animatore e studioso.
Per capire la magia dei luoghi basta visitare Dorf, piccolo nucleo abitativo del 1200, con la chiesa dell'epoca, il cimitero dove riposano le famiglie locali e gli alpinisti morti in montagna e l'antico tiglio secolare (di cui dirò tra poco grazie ad un bellissimo articolo) per respirare l'aria di quella grande conquista di questa e altre alte vallate confinanti sempre del Rosa (non c'entra il colore ma il termine "ghiacciaio" in patois).

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