Nel gennaio del 2009 fui relatore della legge regionale nota come "Brunettina", perché adattava le disposizioni del "decreto Brunetta" alla Valle d'Aosta, bocciata ora sonoramente dalla Corte Costituzionale per incostituzionalità.
Dicevo allora in aula: «a dispetto dei pochi articoli del disegno di legge, siamo di fronte a materie assai sensibili per l'opinione pubblica, come quella dell'assenteismo e del collocamento a riposo nel comparto pubblico. Per questo la Commissione competente ha dedicato molto tempo al provvedimento e effettuato i necessari approfondimenti, fra l'altro con apposite audizioni con il presidente della Regione e con le organizzazione sindacali. (...) Di fronte ad alcuni aspetti relativi alle disposizioni in materia di assenza per malattia e per il collocamento a riposo dei dipendenti, compresa la possibilità di differirlo nel tempo la Giunta regionale ha ritenuto di esercitare le competenze statutarie della nostra Regione autonoma».
Così "saltava" l'obbligatorietà della visita fiscale sin dal primo giorno, che rimaneva facoltativa, mentre il controllo era sempre disposto quando l'assenza fosse continuativa per almeno dieci giorni. Erano poi state modificate le fasce orarie in cui il dipendente doveva restare a casa, meno stringenti del "decreto Brunetta", così come i tagli del trattamento economico, che a livello nazionale investivano i primi dieci giorni, mentre in Valle d'Aosta si limitavano ai primi cinque, così come erano stati differenziati i periodi per godere di prepensionamento.
In Commissione e in aula avevo ammonito sui rischi che, leggendo la giurisprudenza in materia della Corte Costituzionale, la Consulta ci desse torto su ricorso del Governo Berlusconi.
Ed è quanto purtroppo è avvenuto e come autonomista non ne sono certamente lieto sia per la durezza delle motivazioni sia perché, come avevo detto di temere, aver innescato i motivi per giungere a questa sentenza ora ci rende più deboli e rende più forte il centralismo del Ministro Renato Brunetta, che non a caso gongola per la sentenza.