April 2010

Ni droite ni gauche

Un momento del conseil fédéral del 7 aprileCosì l'Union svolta a destra. Non c'ero al Conseil fédéral dove si è deciso quanto già deciso, perché - lo dico rispettosamente - sarebbe stato uno spreco di energie in quella sede esibirsi in richieste di distinguo o spiegazioni. Ho fatto, invece, una domanda al Gruppo unionista per sapere se il PdL entrerà presto nella maggioranza regionale: mi è stato risposto di "no"...
Certo i meccanismi interni ai partiti non funzionano più e le discussioni non si sviluppano quando si crea un corto circuito democratico in cui le scelte sono piatti già cucinati altrove e il voto finale, ormai un'acclamazione, è una foglia di fico. Poi ci si straccia le vesti sull'astensionismo e sul disamore verso la politica e ci si lamenta che ci sono sempre le stesse facce, compresa la mia.
Le più importanti riforme dello Statuto le ho portate a casa con il primo Governo Berlusconi con Ministro delle Regioni, quel Raffaele Costa "bestia nera" dei valdostani. Per cui non ho preclusioni e mi diverte essere dipinto come un "gauchiste" incallito, ormai ammuffito su posizioni pro sinistra.
Niente di più sbagliato: oggi non mi scandalizzo di alleanze diverse in Valle, perché la filosofia "ni droite ni gauche" non è la negazione di accordi che cambino secondo la necessità.
Ma quello slogan vuol dire che un movimento autonomista deve restare sempre se stesso, convinto delle proprie forze, della propria rappresentatività, sapendo di avere amici e nemici anch'essi cangianti. Non ha bisogno, che sia per il federalismo fiscale in arrivo o per le riforme all'orizzonte, di "difensori esterni", dovendo anzitutto contare sulle proprie convinzioni.
Altrimenti l'UV non sarebbe nata 65 anni fa.

La garrota

La protesta dei sindaci a MilanoCinquecento sindaci lombardi sono andati dal Prefetto di Milano - segno di come il sistema autonomistico italiano abbia in questa figura vetusta dello Stato napoleonico il suo riferimento - per protestare contro quelle regole del "Patto di stabilità" che ingessano il bilancio degli Enti nel nome di regole europee per il rientro dal debito pubblico.
Il Prefetto ha risposto che tutto verrà risolto con il "federalismo fiscale", che è come prendere lucciole per lanterne, trattandosi di tema diverso.
Infatti il "Patto di stabilità", nato a Bruxelles con intenti buoni per evitare che Stati gravemente indebitati andassero in bancarotta per i debiti accumulati (come l'Italia) con conseguenze gravi sull'economia europea specie ai tempi dell'euro, in Italia è stato astutamente adoperato con eccesso come una garrota dal Ministero dell'Economia per soffocare lentamente il sistema delle Autonomie locali, chiudendo i rubinetti dei finanziamenti.
Così anche per la Valle, che detta invece in proprio ragionevoli norme sul patto di stabilità ai propri Comuni, incombe un meccanismo a tagliola voluto dallo Stato che di fatto ha congelato nel bilancio regionale centinaia di milioni di euro utilissimi per investimenti.
Come avere i soldi e non poterli spendere!

Era il 2002...

Uno scorcio del lago YsykkölSeguo con curiosità gli avvenimenti politici del Kirghizistan, il Paese che propose alle Nazioni Unite di organizzare nel 2002 l'Anno internazionale delle montagne e che visitai proprio in quell'anno. Trovai evidente traccia del nostro Jules Brocherel che fotografò e scrisse nel 1900 di questa zona in spedizione con Scipione Borghese e Mattia Zurbriggen.
La visita fu impressionante per la vastità e la bellezza delle montagne dello Tien Shan con un vivo ricordo dell'incredibile lago Ysykköl, profondo quasi settecento metri e situato a 1600 metri, con tanto di gita su una vecchia nave da guerra russa.
Ci raccontavano che Vladimir Putin arrivasse da Mosca con il suo jet per sciare, mentre i vecchi maggiorenti venivano negli alberghi termali, e i governanti locali non nascondevano la speranza di sviluppare stazioni sciistiche per attirare i vicini cinesi e russi.
Ora il Paese, che è importante per la sua posizione - era in questi anni base per gli americani verso l'Afghanistan con arrabbiatura della Russia - e anche per le sue miniere di uranio.
Incredibile che a tanta distanza e con culture così diverse si finisca, con le popolazioni montane, per scoprire delle affinità.

Caleidoscopio 13 aprile

Maurizio Goi durante l'ultimo Rally della Valle d'Aosta"Caleidoscopio" torna martedì su "Radio1" negli spazi di "RaiVdA" poco dopo le 12.30, come sempre. 
La trasmissione proporrà in apertura un'intervista sulla crisi economica e le sue ricadute con Maurizio Goi, presidente della "Cna", che racconterà delle difficoltà delle piccole e medie imprese del mondo artigianale. Sempre nel filone dell'economia altro tema, quello dell'innovazione tecnologica e le industrie valdostane, con la testimonianza di Paolo Conta dell'azienda "Laser informatica", che spiega problemi e opportunità.
Con un'evidente discontinuità, un racconto sul filo della nostalgia dell'Aosta "nottambula" degli anni '70 con Giampiero Bianchetti, oggi maître di sala a "Le Grenier" di Saint-Vincent, per anni figura familiare nella pasticceria "Boch" di Aosta.
Infine, a cura di Christian Diémoz, un libro e un disco, che recensisce la pubblicazione sul Carnevale di Pont-Saint-Martin scritta da tre autori: Margherita Barsimi, Luciana Pramotton e Fulvio Vergnani.
Buon ascolto!

Mai in vendita!

Ogni tanto rifletto sul mio percorso politico e sul perché, in fin dei conti, sono unionista e, per ora, lo resto ancora. 
Le ragioni fondamentali sono due.
La prima - perché negarlo? - sta nella tradizione familiare: prima nella Jeune Vallée d'Aoste e poi nell'Union Valdôtaine i miei parenti hanno contato qualcosa. L'eredità culturale può assumere un valore politico e non so a quale età mio papà, come elemento scontato di appartenenza, mi abbia pagato la tessera d'adesione all'Union conseguenza pratica  di una formazione che era quotidianità.
La seconda è un percorso attivo, non scontato ma prescelto, che mi vede adolescente curioso, interessato dalle grandi battaglie civili come i referendum sul divorzio e sull'aborto frutto di quell'area radicale - in fondo "ni droite, ni gauche" - in cui ritrovai quegli ideali libertari, contro ogni totalitarismo a destra come a sinistra.

Contro i "letti freddi"

Le facciata di un grande albergoLa notizia è arrivata qualche settimana fa dal vicino Valais ed è chiara: "le Tribunal fédéral a donné son feu vert au règlement adopté par la commune valaisanne de Val-d'Illiez (VS) pour lutter contre les lits froids. Il a débouté une société de construction de Monthey, qui contestait la taxe de compensation imposée aux propriétaires. S'ils n'occupent pas ou ne louent pas leur résidence secondaire pendant 70 jours, les propriétaires doivent dorénavant payer une taxe communale. Mon-Repos a rappelé vendredi que cette taxe vise à combattre les lits froids, sujet d'actualité en Valais et aux Grisons. Cette décision pourrait inciter d'autres communes à imiter Val-d'Illiez".
I "lits froids" sono quelli che noi chiamiamo "seconde case" (fuori da ogni logica di reale utilizzo stagionale o a rotazione), che da anni anche da noi sono sul banco degli imputati per due effetti. Il primo è che per un successo del turismo o per bilanci meno catastrofici degli impianti a fune ci vogliono posti letto alberghieri e non "letti freddi", cioè utilizzati pochissimo dai proprietari o  abitati solo in periodi di punta con crescita di costi - pensiamo ai rifiuti o al trattamento delle acque - per i Comuni e problematicità in risorse come l'acqua potabile. Il secondo, di cui si sono interessati i Comuni vallesani nella zona di Crans Montana con l'obbligo per la costruzione di condomini di avere almeno il 70 per cento di residenze principali ("prima casa"), è il paradosso di località turistiche che, per i costi proibitivi di acquisto o di affitto non garantiscano casa ai propri "veri residenti".
Soprattutto per il primo punto bisogna che il Consiglio Valle ascolti con attenzione le preoccupazioni degli albergatori valdostani per il disegno di legge 88, che innova la legislazione alberghiera sulle "Residenze turistiche alberghiere - Rta", innescando possibili rischi speculativi a vantaggio anche di strutture già esistenti e "sblocca" le "Case apppartamenti per vacanze - Cav", a suo tempo bloccate per evidenti rischi dello stesso genere.

Uno zio d'America

Un dettaglio della copertina del libro di Marco JaccondE' raro che presenti un libro su queste pagine, ma oggi faccio volentieri un'eccezione per due ragioni concomitanti. L'autore: Marco Jaccond, uomo di grande cultura, artista poliedrico e insegnante amato dai suoi allievi. Insieme - e sono quelle frequentazioni giovanili che ti segnano - lavorammo (ci divertimmo) sulle frequenze di "Radio Saint-Vincent" con una trasmissione che non a caso si chiamava "Frequenza Modulabile", nell'epoca pioneristica delle radio private nella seconda metà degli anni Settanta. Marco era un entomologo della parola, che spezzava, sezionava, esaltava come un giocoliere, mischiando con maestria serietà e ironia.
Vi è poi, come seconda ragione, il libro, edito da "Priuli e Verlucca", intitolato "Addio senza addio - Storia di uno zio d'America" con il sottotitolo che è un mondo che si apre "Da Gaby in Valle d'Aosta a Glastonbury nel Connecticut": ovvio che la storia, compreso un epistolario, è un carotaggio di una realtà, quella dell'emigrazione valdostana negli Stati Uniti, interessantissima e poco esplorata.
Un bel libro, insomma, che deve spingere Marco a scrivere altri libri, aggiungendo anche questo alle sue diverse attività intellettuali e letterarie.

Malles-Merano: la tragedia in Sud Tirolo

Lo scenario dell'incidente in Val VenostaNon si può non essere solidali con i sudtirolesi dopo il grave e luttuoso incidente ferroviario che li ha colpiti.
Ricordo come il treno della Val Venosta fosse stato oggetto di studio - e anche di una trasferta dei consiglieri regionali valdostani - nella scorsa Legislatura. Infatti le caratteristiche montane della linea la rendevano simile a buona parte della nostra tratta ferroviaria e l'assoluta modernità della linea aveva un suo interesse comparativo - specie nel riflettere sul futuro della nostra linea - e gli amici della Provincia autonoma di Bolzano la consideravano un fiore all'occhiello. Per cui certe dichiarazioni sui giornali di oggi - tipo "Corriere della Sera" - sulla maggior pericolosità delle reti regionalizzate (nel caso provincializzata) sono nel caso in esame sbagliate e infondate, essendo gli standard di sicurezza, rispetto ad esempio alla nostra ferrovia che attraversa "zone rosse" (per questo all'epoca della ricostruzione, dopo l'alluvione del 2000, invitai le "Ferrovie dello Stato" a riflettere su di un percorso diverso in certe zone, ma l'eccitazione della... somma urgenza non li trattenne), neppure comparabili a vantaggio di quel trenino di montagna.
Conosco bene, per altro, il direttore di esercizio della linea Helmut Moroder e sono certo che nulla può essere ascritto ai gestori della linea e ai progettisti dei sistemi di sicurezza: la modernità non esclude, purtroppo, la fatalità.

L'acquisto delle funivie a Courmayeur

La funivia a CourmayeurLa notizia era nota e non coglie affatto di sorpresa: "La Compagnie des Alpes a conclu un protocole d'accord en vue d'une cession de l'intégralité de sa participation de 29,8% dans la société Courmayeur Mont Blanc Funivie (Cmbf), société exploitant le domaine skiable de Courmayeur, a indiqué le groupe dans un communiqué. Cette cession s'effectuera au prix de 1,5 million d'euros environ auprès de la société Finaosta, détenue par la région du Val d'Aoste (Italie) et déjà actionnaire à hauteur de 33,7% de Cmbf.
Cette opération reste soumise à l'autorisation préalable des autorités de la concurrence italiennes, précise la Compagnie des Alpes.
La direction précise que le prix de cession convenu rendra l'opération "sans incidence" sur le résultat consolidé 2009-2010 du groupe. La Compagnie des Alpes était entrée au capital de CMBF en 1996"
.
Questa scelta conferma una linea, resa evidente dalla "regionalizzazione" degli impianti del Breuil-Cervinia, preferendo la soluzione pubblica alla proposta - che personalmente mi pareva interessante - proveniente dai privati di Zermatt.
Scompare così, di fatto, con l'acquisizione di Finaosta, l'unica società funiviaria "privata", usando le virgolette proprio per la singolare configurazione della "Compagnie des Alpes", espressione della pubblica "Caisse des dépôts-développement" francese.
Ovvio che l'ormai totale attrazione sulla Regione degli impianti a fune pone dei problemi seri di Governance e anche di economie di scala, perché in tempi di probabili ristrettezze è bene sapere che reggere i costi di gestione e i forti investimenti non sarà per nulla banale.

Saper guardare avanti

Code in ospedaleL'altro giorno sono stato due ore davanti all'immobile di Verrès che ospita i medici del paese, aspettando una paziente in coda per essere visitata. L'indomani ero io ad essere in coda al poliambulatorio di Châtillon per delle analisi.
Le persone in attesa erano prevalentemente anziane e sarà sempre più così: lo dicono i dati demografici che ci confermano una vita di durata mediamente più lunga in presenza della celebre piramide rovesciata con pochi giovani e tanti anziani con la variante mica da ridere dell'incidenza dell'immigrazione che, se non sapremo regolare in qualche modo fondando un nuovo senso di cittadinanza e dando chiarezza nell'equilibrio fra diritti e doveri, sarà un tema difficilissimo.
Ci pensavo scorrendo il rapporto del Comitato delle Regioni intitolato crudemente "Gestire l'impatto dell'invecchiamento della popolazione nell'Unione europea".
In breve: i figli del baby-boom, compreso chi vi scrive, arriveranno in massa alla pensione fra una decina di anni e ciò capiterà più o meno quando il rapporto fra popolazione in età lavorativa e ultrasessantacinquenni (dei ragazzini rispetto al crescente numero di nonuagenari...) passerà da quattro contro uno a due contro uno!
Ecco il perché di almeno due capitoli: invecchiare in buona salute, che vuol dire, ad esempio, cure sanitarie adeguate e assistenza agli anziani; accessibilità ai servizi e alle attrezzature: pensiamo ai trasporti pubblici, alla domotica, alla teleassistenza, all'istruzione per tenersi vispi.
Ovvio pensare al peso che graverà sul sistema previdenziale e su quello sanitario ed è bene pensarci per tempo.
Altrimenti arrancheremo rincorrendo i problemi.

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