November 2009

L'ingorgo

coda_in_auto.jpgHo vissuto per molti anni una parte della settimana a Roma ed oggi, quando ci torno, resto allucinato dall'ingorgo crescente che paralizza la città. I taxisti, in modo ruspante, fotografano meglio di altri l'impotenza quotidiana.
Questo delle code, dei blocchi, delle attese è un dato che rende impossibile la vita nelle grandi città: ormai strangolate, chi più chi meno, da un flusso continuo di auto.
Nel nostro piccolo, anche Aosta non scherza e chi governerà la città dovrà metterci mano seriamente per evitare che il traffico cresca sino a strangolare il centro.
Si tratta di una politica difficile perché in parte impopolare, ma far finta di nulla o fantasticare sul "metrò" rischia di creare una situazione insostenibile. 

Malgré toi

io_dicembre_2008.jpgIl buonumore - come non scriverne nel grigiore di novembre - è una dote?
Più passa il tempo e più penso che questo sia il giusto stato d'animo, "modus in rebus" e dunque apprezzando le circostanze in cui applicarlo.
Quand'ero bambino e sempre più crescendo, dimostravo un vago fastidio per il "battutismo" di mio papà Sandro, spesso espresso in momenti sbagliati.
Poi, con il passare degli anni, scopri - ed è un fatto tenerissimo - di come, che sia il DNA o che sia l'ambiente culturale, ritrovi comportamenti familiari che, in fin dei conti, hai addosso senza far niente e "malgré toi". Compreso appunto il buonumore "battutista", che oggi - ora come allora, in una specie di contrappasso - mi fa guardare con occhiate storte dai miei figli e forse mi crea qualche nemico, quando in certi casi non riesco proprio a tenere la battuta. Ben mi sta! 
Però l'altro virus, quello di "raccontare barzellette", non l'ho preso, ma noto che - dopo un salto di generazione - mia figlia Eugénie sembra mostrare questa spiccata dote del nonno...

Dieci anni dopo

issime_fine.jpgSta per compiere dieci anni la legge 15 Dicembre 1999, n. 482 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", di cui ho l'onore di essere uno dei papà.
L'articolo cardine della legge recita: "In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo".
Avevo dedicato molto lavoro, incontri, dibattiti, visite a tutte le minoranze per ottenere il risultato e ne sono ancora fiero.
Pensando inoltre che la valorizzazioni dei nostri patois passa anche attraverso questa legge, che ovviamente riconosce anche i walser, per i quali però avevo proposto quella norma statutaria - il 40 bis - in vigore dal 1993. Tra l'altro una prossima norma d'attuazione sull'"ordinamento linguistico" arricchirà ulteriormente la legislazione.
La rilettura dell'attività parlamentare passa proprio attraverso la concretezza espressa dalle leggi come questa e la rilettura degli atti parlamentari mi riempie di rimpianto per certe belle battaglie.

Segnali

gianni_letta_01.jpgCi sono ogni tanto dei segnali che bisogna cogliere. Mentre Silvio Berlusconi sembra uno slalomista impegnato ad evitare le beghe giudiziarie (ora si profila la modifica del reato di associazione esterna di stampo mafioso per un'inchiesta siciliana in itinere), è curioso come i telegiornali del "Gruppo" abbiano cominciato a parlare di più del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Uomo di mediazione, che ha agito sinora nell'ombra (come parlamentare posso testimoniare la sua correttezza e efficacia), Letta oggi appare in video in più occasioni. Verrebbe da dire che due possono essere le letture: un'indicazione per un "dopo Berlusconi" oppure un lancio per la Presidenza della Repubblica in vista della primavera 2013.
Certo Letta è uno che ha frequentato molto la Valle d'Aosta: era un aficionadosdelle interessanti tavole rotonde sull'informazione ideate dal compianto giornalista Jader Jacobelli. Ero un ragazzino - che aveva vinto da liceale la sezione giovanile del premio Saint-Vincent di giornalismo - quando partecipai proprio con Letta, allora direttore del "Tempo" di Roma, ad un tavola rotonda che sarà seppellita negli archivi "Rai".

"Bozza Violante"

violante_ad_aosta.jpgE' curioso come in Italia nei momenti di avvitamento e di difficoltà della politica si guardi con speranza ad alcune riforme costituzionali. Ora, ad esempio, si indica nella "bozza Violante" un punto di partenza. La "bozza" è la proposta che sortì nella scorsa Legislatura dalla I Commissione della Camera grazie al lavoro di aggregazione del Presidente Luciano Violante, ben noto ai valdostani.
Quel documento era interessante soprattutto, per chi è federalista, per la trasformazione del Senato attuale in Senato federale (la Valle avrebbe sempre un solo Senatore). Ma per noi lo era perché lo stesso Violante, quando venne in Valle con la sua Commissione, promise che in contemporanea il Parlamento sarebbe tornato sull'attesa richiesta delle Regioni a Statuto speciale e delle Province Autonome (come da "Dichiarazione di Aosta" del 2 dicembre 2006 sottoscritta da tutte le "speciali") di avere il principio dell'intesa come caposaldo del rapporto con lo Stato per ogni modifica statutaria.
Una sorta di "assicurazione sulla vita" per le Autonomie differenziate, il cui statuto speciale rischia ancora, malgrado la procedura di legge costituzionale connessa agli Statuti, di essere preda dei capricci romani. La possibilità reale di una modifica unilaterale è ciò che rende flebile la nostra Autonomia.

Alp-Med

io_e_barnier.jpg"Gect - Gruppo europeo di cooperazione territoriale": l'idea di uno strumento comunitario di questo genere nacque, quando ero Presidente della Commissione Trasporti e Politica regionale al Parlamento europeo, nel dialogo fruttuoso con l'allora Commissario europeo Michel Barnier (tornato ora alla Commissione europea).
Per questo, quando divenni Presidente della Regione, cominciò un pressing che portò nel 2007 al primo atto ufficiale firmato a Bard per dar vita ad "Alp-Med", il nostro "Gect", che sta avanzando con lentezza soprattutto a causa di un Governo italiano sospettoso all'inverosimile verso questa forma di europeismo regionale.
Finalmente, dopo un recentissimo "sì" del Governo italiano ad un "Gect" di... diritto francese (a causa dei ritardi italiani!), fra breve una leggina approderà in Consiglio Valle e sarà per me l'occasione di dire quelle che potrebbero essere le sfide del futuro per la "nostra" Euroregione con Piemonte, Liguria, Rhône-Alpes, PACA.

Una "rete" obsoleta

aosta_telecom_scatole.jpgQualche tempo fa ho avuto un guasto al telefono di casa. Quando è arrivato il tecnico "Telecom" dal Canavese non conosceva l'ubicazione esatta degli "armadi" di Saint-Vincent da cui dipendeva la mia utenza, ma sul momento si era informato da un collega... in pensione.
Vagando con lui alla ricerca dell'"armadio", poi rinvenuto, non solo ho avuto modo di vedere la situazione penosa della manutenzione (con cavi a cielo aperto con buona pace della privacy), ma - informandomi successivamente - ho avuto conferma di come la privatizzazione "Telecom" abbia causato riduzioni incredibili proprio alle manutenzioni e agli investimenti su di un'infrastruttura ormai in molte zone obsoleta. Come montare delle gomme fiammanti su un macinino...
Ci pensavo in questi giorni quando, ridendo e scherzando, è stato stoppato quel piano vastissimo di investimenti sull'infrastruttura delle telecomunicazioni in tutta Italia (ed immagino anche in Valle), indispensabile per dare respiro alla "banda larga", sapendo che ormai in Italia "naviga" grossomodo una metà della popolazione con prevalenza di uomini, di giovani e di persone istruite.
Da questo punto di vista che i privati (Benetton), principali azionisti "Telecom", se ne vogliano disfare, offre con chiarezza il senso di una privatizzazione mal riuscita.

Una lettera al Papa?

benedetto_xvi_aosta_2.jpgMi auguro che la storia della lettera al Papa di Piero Marrazzo, già presidente del Lazio, sia una "bufala". Sarebbe una lettera di richiesta di perdono per i fatti incresciosi in cui è stato coinvolto.
Avevo espresso sul sito la mia simpatia umana per Marrazzo, ma ora - se la lettera fosse vera, come temo - sarei allibito. Ognuno scrive a chi vuole, per carità, ma la vera lettera di scuse doveva in primis essere indirizzata ai cittadini del Lazio. Sniffare cocaina e fare i festini con i trans è ingiustificabile per un uomo delle istituzioni e vadano a farsi benedire i richiami allla privacy, quando certi atteggiamenti o frequentazioni sono e restano
deprecabili per chi, in pubblico, fa poi il "santerellino".
Ciò vale per questo e altri casi: il comportamento pubblico e privato devono avere sintonia e il richiamo alla morale in politica non dovrebbe essere un calpestabile divertissement.

Laurea magistrale, addio

univda_assemblea_psicologia.jpgRicevo, da studenti e parenti, delle mail sulla Facoltà di Psicologia di Aosta con particolare riferimento alla scelta di sopprimere, nella comunque nefasta e ambigua logica universitaria italiana dei corsi di laurea "3+2", la laurea magistrale, cioè gli ultimi due anni. Si trattava dell'unico caso di corso completo esistente all'Università della Valle d'Aosta.
Conosco bene il "tema Università", visto che alla fine degli anni Novanta sono stato l'autore materiale dell'emendamento che ne ha comportato la nascita e poi, nel ruolo di Presidente dell'Università coincidente con quello di Presidente della Regione, ho seguito per un certo periodo - abbastanza cruciale nel rapporto con Roma - gli esiti e sviluppi del nostro Ateneo, compreso l'accordo della "Testafochi".
Che questi ultimi due anni di Psicologia scricchiolassero non è un mistero: per anni si è guardato al numero d'iscritti con grande apprensione. Ora la scelta draconiana che conosco per quello che ho letto, specie nelle decisioni assunte dal Consiglio dell'Università ma anche dal Senato Accademico, e non sono informato sui particolari più minuti che hanno originato la decisione.
Ed è quanto ho risposto a chi mi ha scritto, segnalando che non so se e come l'iter che ha preceduto questa "ghigliottina" sia stato accompagnato da confronti e incontri.

Moana

moana_pozzi.jpgUn film su "Sky" ricorda la vita di Moana Pozzi, l'avvenente pornodiva scomparsa prematuramente e sulla cui morte si coltivò un mito casareccio di una fuga chissà dove tipo "leggende metropolitane" su Elvis Presley.
Per me Moana Pozzi fu una metafora: il primo giorno da deputato - era l'estate del 1987 - nude, avvolte solo in bandiere tricolori, c'erano all'ingresso di Montecitorio la neoeletta Ilona "Cicciolina" Staller (voluta in lista dai radicali di quel provocatore di Marco Pannella) e Moana Pozzi, che apparteneva alla medesima "scuderia".
Diafana, procace e bellissima - si seppe in seguito pure amante di Bettino Craxi - sembrava l'incarnazione di quella che poi verrà chiamata la "Prima Repubblica", quasi un simbolo di decadenza discinta. Ora torna sugli schermi bella e maledetta come quegli anni Ottanta, che per molti rappresentano la giovinezza, mentre per l'Italia furono il fulgore di una crisi politica profonda, che pare ora - come il fantasma di Moana - tornare dal passato.

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