January 2009

Fiat

fiat_500.jpgMolte volte, in questi anni, ho discusso con gli amici del "fenomeno Fiat", ribadendo ogni volta quanto fossi dubbioso sulla reale ripresa dell'unico produttore di auto rimasto in Italia.
In assenza di una reale ristrutturazione e di una forte alleanza internazionale, ma soprattutto vedendo poche auto Fiat in giro con vendite drogate dai chilometri zero dei concessionari, temevo che il gigante avesse i piedi d'argilla: più finanza che industria.
Ora, con la batosta della crisi, il conto è salatissimo e il Governo, come avviene nel resto d'Europa e in USA, non potrà non intervenire, vista la forza del ricatto sociale.
Mi auguro che gli interventi avvengano davvero per l'intero comparto auto, comprese le nostre aziende dell'indotto, quotidianamente ricattate dai gruppi automobilistici con margini di guadagno miseri.

Sant'Orso

foire_09_moneta.jpgConto alla rovescia per l'assedio che per due giorni, in una pacifica kermesse, bloccherà la città di Aosta. Nel tempo questa modesta fiera invernale è diventata un fenomeno gigantesco e gioioso, coinvolgendo ormai anche chi - e ne vedo tanti in giro - delle tradizioni valdostane ne farebbe volentieri a meno.
Gli ateliers hanno formato centinaia di nuovi artigiani che hanno scoperto una vocazione sopita e la "Veillà" da divertimento dei proprietari delle cantine sotto via Sant'Anselmo è diventata festa a tutto tondo.
Sant'Orso, Santo taumaturgo che faceva zampillare fonti quando era secco e bloccava le acque dei fiumi in piena, ne esce certamente vincente in un anno in cui le richieste di gesti miracolosi potrebbero essere tante.
Il blog, come sempre, è aperto a ricordi e testimonianze.

Ritratti

ferretti_ritratto.jpgLaurent Ferretti - rimpianto savant valdostano - amava la ritrattistica e i suoi maestri locali, scrivendo un libro sul tema con tanto di bei visi d'epoca posti in sequenza nell'illustrare tratti di storia valdostana.
La fotografia ha convissuto per un certo periodo con questa nobile arte, travolgendola infine.
Malgrado fotografi ritrattisti di grande capacità, resta la nostalgia di pennelli che davano all'immagine della persona rappresentata una vivezza e un'intensità che ce li rende vicini.

Lapins, hommes et canards

Le lapin a appris à vivre dans des cages depuis des siècles. Son destin naturel, qui vient du rapport de soumission à l’homme qui en a fait un animal domestique, est de se retrouver bien cuisiné dans une casserole.
Toutefois je trouve injuste le recours à son image pour parler d’un homme qui craint tout. Il est vrai qu’il s’agit d’une bête qui n’a pas beaucoup de courage, qui tremble pour un rien et qui se cache à peine elle trouve un endroit pour le faire, mais la phrase: «Tu es un lapin!» lancée à quelqu’un peut être mal interprétée. En effet le lapin - et cela est la preuve de sa polyvalence - est également le symbole de la fertilité, grâce à un appétit sexuel qui n’est pas commun et qui donne lieu à beaucoup de naissances, même si la rapidité de ses performances fait que la comparaison entre hommes et lapins en certaines circonstances n’est pas un compliment pour les premiers.

Galletto

foire09_manifesto.jpgQuesta mattina, guardando il manifesto della Fiera, che contiene un galletto, riflettevo sulla politica e sui saliscendi che la caratterizzano. Che il galletto in legno sia uno dei simboli del nostro artigianato del legno è indubbio ma non mi avventuro nelle spiegazioni del significato nel tempo del galletto: chi è curioso può scaricarsi un mio "Calepin" della primavera del 2006.
E' significativo come, in quello stesso anno, fosse il simbolo vincente delle elezioni politiche. Il segno di un evidente declino, malgrado i tentativi di rianimare quella coalizione, sono proprio visibili dalla scelta del manifesto della Fiera di quest'anno.
Se la simbologia politica avesse avuto la forza di allora, dubito che questo manifesto sarebbe stato prescelto o si sarebbe invocata la... pubblicità occulta.

Legno

legna.jpgUna volta, guardando le geometrie perfette dei boschi polacchi, Albert Cerise mi spiegò la differenze fra i boschi da coltivazione ed i nostri, prevalentemente di protezione.
Chi giri la Valle vede come le piante debordino, occupando nuovi spazi. Ciò rilancia, con i limiti detti in premessa, l'utilizzo del legno come combustibile, testimoniato dai camini dei nostri castelli, essendo i camini invenzione medioevale.
In alcuni Comuni sorgono grandi impianti che usano proprio, come si dice tecnicamente, le "biomasse". Il legno o i suoi derivati arrivano da fuori, dove costano meno.
Sarebbe assurdo pretendere una percentuale di prodotto locale per garantire manutenzione e pulizia dei nostri boschi?

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