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09 mar 2023

Meno liquore, più preghiere

di Luciano Caveri

Mi ha sempre incuriosito che molti ordini religiosi vendessero dei loro prodotti. Tradizione per altro antichissima, che appare ancora ben vitale, scorrendo app e siti che si occupano della commercializzazione - difficile trovare un’espressione più efficace - di ogni ben di Dio. Basta vedere cosa c’è su HOLYART e per la gastronomia su Gambero Rosso. Ci sono prodotti varissimi: birre, caramelle, cioccolato, cosmetici, vini e alcolici vari, infusi e tisane, oli e condimenti, rimedi naturali e i piatti cucinati sono varissimi e non li elenco per non farmi venire l’acquolina in bocca. Mi ha molto colpito una decisione che riguarda un liquore che forse avrete già assaggiato, la Chartreuse. La storia di questo distillato viene così descritta a uso promozionale: “La storia di Chartreuse inizia nel 1605 quando quando il maresciallo d’Estrées consegna ai monaci della Certosa di Vauvert un manoscritto contenente un elenco di 130 piante e spezie, ricetta che promette di essere un Elisir di lunga vita. A partire dal manoscritto i monaci Certosini perfezionano nel corso dei decenni la ricetta, raffinando e tramandandosi le tecniche di distillazione e invecchiamento. Il sito produttivo di Chartreuse cambia per ben sette volte: da Parigi a Tarragona a Voiron, la distilleria si sposta assieme ai monaci, ma la Chartreuse rimane sempre se stessa. Attualmente il sito produttivo è ad Aiguenoire, piccolo villaggio arroccato sulle Alpi francesi poco distante da Grenoble, un luogo remoto e dalla natura incantata, dove i Certosini portano avanti con cura meticolosa e grande amore la tradizione del liquore che non teme il tempo”. Ovviamente non sarà sfuggito il legame fra il nome del distillato e quello dei monaci: “Chartreuse” - luogo fondativo dell’ordine - veniva tradotto nel latino medievale come “Cartusia”. Negli ultimi tempi questo liquore scarseggia e questo colpisce tra gli altri i consumatori di cocktail che contengono la Chartreuse, tipo il Last Word, che prevede ¼ di gin, ¼ di maraschino, ¼ di Chartreuse verde, ¼ di succo di lime. Tradotto in cl potete usare 3 cl di ogni ingrediente e il cocktail è pronto,. Oppure con la Chartreuse gialla c’è il Black Button, che prevede 1 tuorlo d’uovo, 1/4 granatina (sciroppo), 1/4 amer picon, 2/4 chartreuse giallo. Potrei ubriacarvi con una marea di altri cocktail, ma vale solo per dire di quanto questi liquori siano ricercati. Ebbene la notizia è che la ragione della scarsità di prodotto alla fine si è svelata con una lettera in inglese mandata a tutti i distributori del superalcolico nel mondo. Azzardo la traduzione, usandone qualche stralcio: “Nel 2021 è stata presa dai monaci certosini la decisione di non aumentare i propri volumi di produzione per i liquori Chartreuse. Stanno limitando la produzione per concentrarsi sul loro obiettivo primario: proteggere la loro vita monastica e dedicare il loro tempo alla solitudine e alla preghiera. Inoltre, i monaci non stanno cercando di far crescere il liquore oltre ciò di cui hanno bisogno per sostenere il loro ordine”. Quindi: “Abbiamo deciso di lavorare esclusivamente con i nostri mercati principali e storici. La nostra visione è quella di soddisfare le esigenze del nostro mercato interno tanto quanto possiamo supportarlo. Continueremo a mantenere una presenza nel resto dei nostri mercati strategici: Nord America, Europa, Asia, Oceania. Fondamentalmente, cerchiamo di fare meno ma meglio”. Insomma: la preghiera torna ad essere elemento centrale. D’altronde secondo la tradizione certosina, il "monaco del chiostro" ricerca la solitudine della cella per cercarvi Dio. La cella è un porto sicuro dove regnano la pace, il silenzio e la gioia. Se sono diversi i compiti ai quali il monaco si dedica durante la giornata, come la produzione del celebre liquore, tutta la sua esistenza deve essere una preghiera continua. Interessante la scelta coerente e forse controcorrente di tornare di più al loro côté mistico. D’altronde Il loro motto, che riassume lo spirito della vocazione certosina, è significativo:
“Stat Crux dum volvitur orbis”. Cosa significa? “La Croce resta in piedi mentre il mondo gira”.