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30 lug 2010

La rabbia della multinazionale

di Luciano Caveri

Ogni volta che leggo di nuovi esercizi che si fregiano del label "Saveurs du Val d'Aoste", sono fiero dell'invenzione di questo marchio con una leggina e un percorso di cui sono stato autore a beneficio della valorizzazione del patrimonio tradizionale enogastronomico e artigianale-artistico. Ci pensavo l'altro giorno a Rivoli, dove sono andato a testare quel locale di cui tanto si è parlato un anno fa, quando venne aperto. Si tratta di "Mac Bün", "davvero buono" in piemontese, un'hamburgeria che ha fatto infuriare "McDonald's", perché venne presentata come un fast food con prodotti locali tracciabili e genuini da due allevatori locali che volevano proporre al consumatore le "loro" carni di razza piemontese. Alla fine le due lettere "ac" sono state censurate per attenuare le cause scatenate dal colosso multinazionale. I prodotti, rigorosamente con nomi piemontesi (il cheesburger si chiama... "tuma" e le polpettine... "macbale") sono ottimi, comprese le patatine (da patate prodotte a due passi) per nulla unte e il pane fragrante. Insomma un'idea brillante e che ha riscosso un grande successo. Potrebbe essere uno spunto nel tentativo che da anni prosegue per l'affermazione della carne bovina valdostana perseguitata da tanti pregiudizi.