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13 dic 2008

Lo spalatore

di Luciano Caveri

Come la mondina, l'arrotino o il ciabattino, anche lo spalatore è una figura del tempo che fu. Sembrerà strano ma nel passato la neve non era mai stata considerata sciagura e anche il Comune di Aosta - città alpina per eccellenza - era pronta a reagire con prontezza, malgrado i magri bilanci pubblici. Lo stesso temo valga per altri Comuni della Valle. Il merito era dello spalatore: figura precaria ma onnipresente dopo una nevicata, per altro al tempo più difficile da prevedere di oggi, visto che grazie alle previsioni meteo anche il più sprovveduto è in grado di sapere che la nevicata verrà. Oggi si usano piccoli mezzi meccanici, che riposano sino al mattino nei loro garage, e che spuntano rombanti quando ormai i cittadini imprecano in mezzo alla neve fra marciapiedi e parcheggi come equilibristi da circo. Intendiamoci bene: il buonsenso, prima ancora degli usi e delle consuetudini, obbliga i cittadini a ripulire la parte che compete loro, ma il resto è servizio pubblico essenziale.